Depositi dormienti: come recuperare i propri soldi

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 01/12/2016
Formati
PDF   Attestazione di devoluzione delle somme al Fondo rilasciata dalla banca
PDF   Fac-simile comunicazione con cui la banca avvisa il titolare di un "rapporto dormiente"
DOC   modulo di richiesta continuazione rapporto (cliente)
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Ti sei mai chiesto che fine fanno le disponibilità presenti su un conto corrente non più movimentato da anni? Un assegno circolare mai incassato? Un buono fruttifero postale mai riscosso dopo anni dalla scadenza? Un fondo d’investimento o un libretto di risparmio, magari intestato ad un tuo parente deceduto, ma mai reclamato perché per tanti anni ne abbiamo ignorato l’esistenza? Queste ed altre situazioni simili rientrano in ciò che il Governo ha classificato come “depositi dormienti”. Vediamo esattamente cosa vi rientrano e come fare nel caso a rientrarne in possesso.

Depositi dormienti: cosa sono

Capita sempre più spesso di trovare in banca avvisi del tipo “I possessori di depositi a risparmio al portatore e certificati di deposito al portatore scaduti, non movimentati/riscossi da oltre 10 anni e aventi un saldo/importo superiore a 100,00 euro (definiti "dormienti" dall'art. 1 del D.P.R. 22.06.2007 n. 116) sono invitati a presentarsi con il libretto/certificato in originale presso la filiale in cui lo stesso è stato acceso, al fine di impartire apposite disposizioni entro il termine di 180 giorni dalla data di pubblicazione degli elenchi sottostanti, interrompendo in tal modo l'inattività del rapporto.” Ma a cosa si riferiscono esattamente?

E’ bene sapere che il 17 agosto 2007 è entrato in vigore il Regolamento in materia di depositi dormienti (D.P.R. n. 116 del 22 giugno 2007), il quale definisce appunto dormienti quei depositi in denaro e quegli strumenti finanziari, dunque conti correnti, assegni circolari, libretti di risparmio (nominativi o al portatore), certificati di deposito, fondi di investimento, ecc., aventi un saldo/importo superiore a 100,00 euro, in relazione ai quali non sia stata effettuata dal titolare o da terzi eventualmente delegati, alcuna operazione o movimentazione per il periodo di tempo di 10 anni.

In pratica, secondo il suddetto Regolamento, tutti questi depositi dormienti potranno essere estinti ed i relativi saldi attivi essere trasferiti in un Fondo del Ministero dell'Economia e delle Finanze istituito per indennizzare i risparmiatori che hanno subito in questi anni danni da investimenti finanziari: Cirio, Parmalat, tango bond,  tanto per citarne alcuni.

Depositi dormienti: obblighi della banca

Col fine di tutelare i risparmiatori che risultano titolari di depositi dormienti e, dunque, metterli nelle condizioni di "riattivare" il rapporto prima che le somme vengano girate al Fondo ministeriale, la normativa prevede che le banche siano tenute ad informare la clientela interessata dal decreto attraverso una serie di strumenti.

In particolare ai titolari di rapporti nominativi la banca deve inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno allo scopo di informarli del rischio che corrono. In questa scheda è presente un fac simile con cui la banca informa il cliente sull'esistenza di un "rapporto dormiente".

Per i rapporti al portatore (ad es. un libretto di risparmio), poiché la banca non è in grado di conoscere il titolare del rapporto, la stessa deve per legge provvedere:

  • alla pubblicazione di un avviso nei locali della banca;
  • alla esposizione nei locali della banca e sul sito web istituzionale dell'elenco dei depositi al portatore "dormienti" che non siano stati ancora estinti e dell'elenco dei depositi "dormienti" che siano già stati estinti ma non ancora trasferiti al fondo istituito presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Depositi dormienti: come risvegliarli

Per evitare che i depositi dormienti vengano estinti e trasferiti al fondo pubblico, è necessario che il titolare, entro 180 giorni dalla comunicazione da parte della banca o dalla pubblicazione degli elenchi nei propri locali e sul sito istituzionale, compili e trasmetta il modulo di richiesta continuazione rapporto disponibile in questa scheda.

In alternativa è sufficiente che il titolare o un cointestatario del rapporto o un delegato regolarmente registrato, effettui una semplice comunicazione di variazione di residenza, una richiesta di carnet di assegni, una richiesta di copia della documentazione bancaria, ecc.), un bonifico, un versamento, un prelievo, uno switch, un pagamento con carta di credito o una qualsiasi altra operazione.

Attenzione: non hanno l'effetto di risvegliare un deposito dormiente quelle operazioni che avvengono automaticamente e non vedono un coinvolgimento diretto del titolare o di un cointestatario:

  • l'accredito di un bonifico da parte di terzi (ad esempio l'accredito dello stipendio);
  • l'addebito automatico delle utenze domiciliate (luce, gas, acqua, etc.);
  • altre operazioni automatiche (come il rid);
  • la mancata movimentazione di depositi soggetti a tacito rinnovo.

Se il titolare del deposito dormiente è deceduto, gli eredi possono inoltrare alla banca una comunicazione (questo il fac simile richiesta conti correnti defunto), con cui chiedono di conoscere - in qualità di eredi - ogni tipo di rapporto finanziario intestato al de cuius. Alla richiesta vanno allegati una copia del documento di identità dell'erede e il certificato di morte.

Depositi dormienti: quando chiedere il rimborso

Nel caso in cui titolare o cointestatario NON diano alcuna disposizione alla propria banca, quest’ultima dovrà provvedere all'estinzione del rapporto ed al trasferimento dei saldi liquidi al Fondo sopraindicato nei modi e nei termini previsti dalla normativa. L'elenco dei conti dormienti è consultabile a questo indirizzo.

Tranquilli però perché nulla è ancora perso. Infatti i titolari (o anche i loro delegati, compresi gli eredi) di un deposito dormiente e non "risvegliato" nei termini, quindi classificato come "deposito dormiente estinto", e come tale devoluto al Fondo, possono entro 10 anni dal trasferimento rivendicare il diritto di credito sulle somme trasferite e rimpossessarsi in questo modo delle propri capitali.

Non è previsto il rimborso nei confronti:

  • dei beneficiari di rendite o capitali relativi a contratti di assicurazione sulla vita (polizze vita);
  • dei beneficiari dei buoni fruttiferi postali non riscossi entro il termine di 10 anni dalla scadenza;
  • dei beneficiari di assegni circolari non riscossi nel termine di 3 anni dalla loro emissione;
  • degli ordinanti degli assegni circolari, una volta decorso il termine di prescrizione decennale dalla data di emissione.

Depositi dormienti: come chiedere il rimborso

Per chiedere il rimborso delle somme confluite nel Fondo pubblico per le vittime dei reati finanziari è necessario compilare uno dei modelli predisposti da Consap. Già perché i moduli sono diversi a seconda del rapporto (libretto nominativo, conto corrente, assegno circolare, certificato di deposito, ecc.) e del numero dei richiedenti il rimborso. Ad ogni modo tutti i

oltre che sul sito di Consap, li trovate anche su Moduli.it.

Per l'inoltro della domanda non si è tenuti necessariamente a ricorrere al supporto di intermediari, dunque si può fare tranquillamente da soli. In ogni caso sappiate che esistono agenzie e professionisti in grado di darvi un aiuto nella predisposizione della domanda. Costoro in ogni modo non hanno alcun legame con il Ministero e/o con Consap.

Nel caso in cui vi siano, ad esempio, più cointestatari di un conto corrente, la domanda può essere presentata da uno solo di essi munito di delega in originale e della copia del documento del delegante in corso di validità. Anche il rimborso può essere effettuato in favore di uno di essi, a patto che sia munito di delega alla riscossione autenticata dai competenti uffici comunali ovvero originale della procura notarile all'incasso.

Si raccomanda di riportare in maniera corretta le coordinate Iban del conto sul quale accreditare le somme rimborsate da Consap. A tal proposito si fa presente che il rimborso non può essere effettuato su un libretto postale, per cui si raccomanda di non riportare sulla domanda le coordinate IBAN relative al libretto postale.

I documenti da allegare alla domanda sono specificati chiaramente all'interno del modulo specifico che si è utilizzato. Si ricorda, infine, che tutte le richieste di rimborso devono essere corredate dal modulo di

rilasciata dalla banca.

Il modulo una volta compilato e firmato deve essere inserito in una busta insieme al resto degli allegati e spedito mediante raccomandata con avviso di ricevimento (o raccomandata a mano) al seguente indirizzo:

CONSAP S.p.A.
Rapporti Dormienti
Via Yser, 14 - 00198 Roma RM

Consap esaminerà le domande nell'ordine in cui le sono pervenute e se sarà necessario richiederà documenti integrativi necessari per l'istruzione della pratica. Se la richiesta viene accolta, Consap provvederà a disporre i pagamenti, ma solo dopo aver ricevuto l'accredito delle somme da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

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