Fac simile lettera consegna certificazione unica
Descrizione
Fac simile con il lavoratore può sollecitare il proprio datore a trasmettergli il modello Certificazione Unica, nel caso in cui quest'ultimo non lo abbia fatto nei termini previsti dalla legge (18 Marzo 2024).
Quando utilizzare il fac simile richiesta certificazione unica
Il datore di lavoro, quale sostituto d'imposta, è tenuto per legge a trasmettere il modello sintetico Certificazione Unica 2024 entro e non oltre il 18 Marzo 2024 (il 16 cade di Sabato) oppure entro 12 giorni dalla richiesta del dipendente in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il modello ordinario va trasmesso entro lo stesso termine, sempre dal sostituto d'imposta, all'Agenzia delle Entrate.
La trasmissione di questo modello serve per attestare le somme erogate e le relative ritenute effettuate e versate allo Stato nel corso dell'anno solare precedente. Grazie ad esso il lavoratore può procedere con la dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello 730 o il Modello Redditi (a meno che i redditi riportati nella CU non siano gli unici ad essere stati percepiti).
La trasmissione al lavoratore può avvenire in forma telematica, ma in questo caso il sostituto d'imposta deve accertarsi che il lavoratore disponga degli strumenti necessari per riceverlo, visualizzarlo ed eventualmente stamparlo, oppure in forma cartacea.
Ora mentre sono previste sanzioni nel caso in cui il sostituto d'imposta ometta o ritardi l'invio della Certificazione Unica nei confronti dell'Agenzia delle Entrate, non altrettanto si può dire nel caso in cui sia il lavoratore a non ricevere o a ricevere in ritardo il modello Certificazione Unica.
In una ipotesi del genere il lavoratore può appunto sollecitare il proprio datore inviandogli questo fac simile richiesta certificazione unica. Si consiglia di trasmetterlo via posta raccomanda a.r. o PEC.
Cosa riportare sul fac simile lettera consegna certificazione unica
Sul fac simile occorre riportare l'esatto indirizzo del datore di lavoro, specificare l'anno d'imposta e i dati anagrafici del lavoratore, quindi il periodo con riferimento al quale si è intrattenuto il rapporto con il datore.
Sulla lettera occorre anche specificare che qualora il datore non ottemperi a quanto richiesto, si provvederà a segnalare la violazione alle autorità competenti.
Ma cosa accade se il datore ignora la richiesta del lavoratore? Se quest'ultimo è un lavoratore autonomo, può scomputare dall'importo Irpef che emerge dalla propria dichiarazione dei redditi la ritenuta d'acconto che il proprio datore gli ha applicato sui compensi percepiti l'anno prima. Ciò tuttavia a condizione di poter dimostrare di aver effettivamente subito queste trattenute. Come? Fondamentalmente
- esibendo la fattura da cui emerge l'importo relativo alla RA e l'estratto conto bancario da cui si può facilmente evincere che l'importo incassato corrisponde al netto riportato in fattura;
- dichiarando che la fattura è stata registrata in contabilità e che dal datore non si registrano ulteriori pagamenti.