Pratiche commerciali scorrette esempi
Fac simile di diffida per pratica commerciale scorretta, un modello cioè che il consumatore può utilizzare al fine di invitare la controparte dall'astenersi dal compiere pratiche commerciali ingannevoli e/o aggressive, così come definite dal Codice del Consumo.
Pratica commerciale: quando può definirsi scorretta
Per pratica commerciale deve intendersi una qualsiasi comunicazione, dichiarazione, condotta posta in essere da un'azienda e finalizzata alla promozione, vendita o fornitura di un prodotto o di un servizio nei confronti dei consumatori.
Una pratica commerciale si definisce scorretta quando non viene svolta con professionalità, precisione e scrupolo, ma tende piuttosto a condizionare il comportamento e le scelte del consumatore. Si distinguono le pratiche ingannevoli da quelle aggressive.
Le pratiche commerciali ingannevoli sono quelle che tendono ad indurre in errore il consumatore, affinché acquisti un prodotto o un servizio che altrimenti non avrebbe mai acquistato: scarse o false informazioni su caratteristiche del prodotto, prezzo, servizio di assistenza, identità del proponente, ecc.
Le pratiche commerciali aggressive, invece, sono quelle che attraverso minacce, condizionamenti, atti coercitivi tendono a limitare in maniera considerevole la libertà di scelta o di comportamento del consumatore, in maniera tale da indurlo a delle scelte non libere e consapevoli.
Pratiche commerciali scorrette esempi
Il Codice del Consumo agli articoli 23 e 26 propone una lista di pratiche commerciali scorrette. Ne riportiamo alcune a titolo di esempio.
Esempi di pratiche commerciali ingannevoli
- commercializzare un marchio di qualità senza aver ottenuto l'autorizzazione;
- dichiarare, contrariamente al vero, che il prodotto sarà disponibile solo per un periodo molto limitato così da spingere il consumatore all'acquisto;
- formulare affermazioni inesatte in merito alla natura e alla portata dei rischi per la sicurezza personale del consumatore o della sua famiglia se egli non acquistasse il prodotto;
- promuovere un prodotto simile a quello commercializzato da un altro produttore in modo tale da creare confusione e indurre il consumatore a ritenere, contrariamente al vero, che il prodotto è fabbricato dallo stesso produttore;
- dichiarare, in maniera falsa, che l'azienda è in procinto di cessare la propria attività o di traslocare;
- sostenere, in maniera falsa, che un prodotto ha la capacità di curare malattie, disfunzioni o malformazioni;
- lasciare intendere, contrariamente al vero, che i servizi post-vendita relativi a un prodotto siano disponibili in uno Stato membro diverso da quello in cui è venduto il prodotto;
- ecc.
Esempi di pratiche commerciali aggressive
- effettuare ripetute e non richieste sollecitazioni commerciali per telefono, via e-mail o via posta ordinaria;
- effettuare visite presso l'abitazione del consumatore, nonostante gli innumerevoli inviti rivolti al professionista di lasciare la propria abitazione o a non ritornarvi;
- informare il consumatore che, in caso di mancato acquisto del prodotto o del servizio, sarà a rischio il futuro dell'azienda e dei lavoratori;
- lasciare intendere che con l'acquisto il consumatore abbia già vinto un premio, mentre in realtà tale premio non esiste;
- ecc.
Pratiche commerciali scorrette: come tutelarsi
In casi del genere il consumatore può tutelarsi innanzitutto attraverso lo strumento della diffida.
In pratica con la diffida il consumatore invita l'azienda o il professionista ad astenersi da un comportamento lesivo dei propri diritti e qualificabile come pratica commerciale scorretta.
E' opportuno che la lettera di diffida (un fac simile è presente in questa scheda) venga trasmessa tramite raccomandata con avviso di ricevimento oppure via PEC.
Un'altra possibile arma a disposizione del consumatore consiste nel segnalare il comportamento dell'azienda all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), conosciuta anche come "Antitrust". Questo il modello di
L'Antitrust può non solo sospendere eventuali pratiche commerciali che ritiene scorrette, ma anche applicare pesanti sanzioni nei confronti di coloro che risultano responsabili di tali azioni.
Chiaramente le pratiche commerciali scorrette possono riguardare non solo il rapporto impresa-consumatore, ma anche il rapporto tra aziende concorrenti. Così alcune condotte (pubblicità ingannevole, imitazione di prodotti, denigrazione dei concorrenti, ecc.) possono costituire sia pratica scorretta che concorrenza sleale. Dal nostro portale un fac simile di
Pratiche commerciali scorrette: risarcimento danni
Chi è vittima di una pratica commerciale scorretta ha diritto ad un risarcimento danni? La risposta è si, ma a condizione che
- il danno riscontrato sia la conseguenza immediata e diretta della pratica commerciale scorretta (nesso di causalità);
- si tratti di un danno ingiusto in quanto conseguente ad un fatto illecito.
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