Home restaurant: ecco le nuove regole
Si chiamano home restaurant e non sono altro che dei ristoranti gestiti in casa dagli stessi proprietari. Alle gente piace perché ha modo di risparmiare rispetto ad un normale ristorante e godersi il clima familiare, ai padroni di casa offre la possibilità di arrotondare i propri guadagni mettendo a frutto la propria passione per la cucina con semplici adattamenti agli ambienti di casa. Una formula che negli ultimi anni si è diffusa anche in Italia, tanto da spingere il nostro Governo a varare una legge sulla regolamentazione degli home restaurant. Legge che nel frattempo è stata già approvata dalla Camera, per cui ora si attende solo il definitivo passaggio al Senato. Vediamo di approfondirne alcuni aspetti.
Cos’è un home restaurant
Organizzare e gestire un home restaurant significa sostanzialmente preparare pranzi e cene per turisti, uomini d’affari, amici o semplici conoscenti, ospitandoli nella propria terrazza, in mansarda, in salotto o nel giardino di casa propria. Il servizio, fornito su prenotazione, generalmente è rivolto a pochi ospiti che pagano in media un prezzo di 20-30 euro.
In pratica il proprietario-cuoco comunica l'indirizzo della propria abitazione, la data in cui ci sarà il pranzo o la cena, naturalmente il menu con relativo costo e il numero dei posti disponibili Le prenotazioni vengono effettuate essenzialmente attraverso strumenti come WhatsApp e Facebook, oppure tramite i tanti portali web nati nell’ultimo periodo: ci riferiamo in particolare a Gnammo, Le Cesarine, Ceneromane, Vizeat.com e a tanti altri. Tali piattaforme possono prevedere commissioni sul compenso spettante al proprietario-cuoco. Chi è interessato si iscrive, effettua il pagamento, consuma il pranzo o la cena e se ne ha voglia commenta attraverso la app, il portale o il social network.
Un fenomeno quello del social eating in netta crescita. Il motivo? Più che il risparmio, si apprezza la possibilità di scoprire gusti e identità locali e soprattutto lo stare a tavola con gente mai vista o appena conosciuta. Del resto il cibo e la tavola da sempre uniscono ed aggregano le persone. A tavola si prendono decisioni importanti nel lavoro, si decide del proprio futuro sentimentale, si festeggiano eventi importanti della nostra vita.
Come si è detto, la progressiva diffusione del fenomeno dell'home restaurant e, dunque, la necessità di assicurare una tutela sia ai consumatori che alla concorrenza, oltre che di valorizzare e di favorire la cultura del cibo tradizionale e di qualità, ha spinto il nostro Governo ad intervenire e a varare una legge con lo scopo preciso di disciplinare "l'attività non professionale di ristorazione esercitata da persone fisiche nelle abitazioni private".
Vediamo quali sono le principali novità introdotte dalla legge sull'attività di home restaurant, chiarendo subito che tali disposizioni non si applicano alle attività non rivolte al pubblico o comunque svolte da persone unite da vincoli di parentela o di amicizia, le quali costituiscono attività libere e non soggette ad alcuna procedura amministrativa.
Home restaurant: prenotazioni e pagamenti solo online
Innanzitutto la legge definisce l'home restaurant “un’attività finalizzata alla condivisione di eventi enogastronomici”. Tale attività viene esercitata da persone fisiche all'interno di abitazioni di proprietà (o di proprietà altrui) in cui hanno la residenza o il domicilio, attraverso l'impiego di piattaforme tecnologiche che mettono in contatto chi svolge l’attività di home restaurant con i consumatori finali. Dunque la prima importante novità riguarda il fatto che l'home restaurant deve avvalersi necessariamente di piattaforme digitali, che possono nel caso prevedere commissioni sul compenso dei servizi erogati.
A tal proposito la legge individua un terzo soggetto che definisce "gestore", ossia colui che ha il compito di organizzare e gestire attraverso la piattaforma gli eventi enogastronomici. Attraverso la piattaforma, dunque, dovranno essere veicolate le informazioni sulle proposte dell'operatore-cuoco, effettuate le prenotazioni (occorre registrarsi almeno 30 minuti prima dell'evento) e soprattutto corrisposti i pagamenti. Questo significa che non sono ammessi pagamenti in contanti, ma solo tramite bancomat, carte di credito e paypal.
La partecipazione dell’utente all’evento enogastronomico richiede in ogni caso l’assenso da parte proprietario-cuoco. Tutte le prenotazioni, inoltre, devono essere tracciate e conservate, così come le eventuali cancellazioni. Gli stessi dati dovranno eventualmente essere messe a disposizione degli organismi di controllo qualora richiesti.
Home restaurant: obbligo di assicurazione
Il gestore della piattaforma tecnologica ha altre importanti funzioni definite dalla legge. In primis deve verificare che coloro che esercitano l'attività di home restaurant abbiano stipulato una polizza assicurativa di responsabilità civile verso terzi a copertura degli eventuali danni relativi all'esercizio dell'attività.
Il gestore deve fornire all'utente tutte le informazioni relative al servizio, incluse quelle sul contratto di assicurazione, specificando chiaramente che si tratta di un’attività non professionale di ristorazione.
Home restaurant: requisiti delle abitazioni
Per poter svolgere l'attività di home restaurant i proprietari-cuochi devono avvalersi della propria organizzazione familiare e utilizzare immobili ad uso abitativo che devono possedere i requisiti igienico-sanitari previsti dalle leggi e dai regolamenti vigenti. Utilizzare un immobile per attività di home restaurant non significa modificare la destinazione d’uso dello stesso.
Cosa importante l'attività di home restaurant non può essere esercitata nelle unità immobiliari in cui si svolge una attività di bed and breakfast, affittacamere o casa vacanze. Questo significa che l'abitazione presso la quale si esercita l'attività di home restaurant, non può essere concessa in affitto su AirBnb.
Home restaurant: tetto ai ricavi
L'home restaurant è considerata dalla legge come un'attività saltuaria, come tale non può superare il limite di 10 coperti giornalieri e 500 per anno solare. In ogni caso non può generare proventi superiori a 5.000 euro annui, importo sul quale chiaramente non si pagano le tasse.
Chi esercita l'attività di home restaurant è tenuto a rilasciare al cliente una ricevuta sulla base di questo fac simile.
Superando la soglia dei 5.000 euro si rientra nel normale regime fiscale, per cui il proprietario-cuoco è tenuto all’apertura della partita IVA e all’iscrizione all’Inps.
Home restaurant: SCIA e HACCP
L’esercizio dell’attività di home restaurant è subordinato all'acquisizione dell'attestato HACCP, acronimo che sta per Hazard Analysis and Critical Control Points, in altri termini l’insieme dei controlli e le autoregolamentazioni necessarie per mantenere uno standard di sicurezza alimentare. Per conseguire l'attestato HACCP è necessario svolgere un corso di formazione sulle regole principali dell’igiene e della sicurezza alimentari.
Inoltre è necessario comunicare al comune competente la SCIA. Si ricorda che la SCIA, acronimo che sta per Segnalazione Certificata di Inizio Attività, è la dichiarazione che consente alle imprese di avviare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale), senza dover più attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte degli enti competenti. Al modello SCIA occorre allegare tutte le autocertificazioni circa il possesso dei requisiti soggettivi (morali e professionali) nonché oggettivi (conformità urbanistica, edilizia, igienico-sanitaria, ambientale etc. dell'immobile) e, se previsto anche gli elaborati tecnici e planimetrici. Ciò al fine di consentire agli uffici ed organi di controllo preposti di svolgere gli opportuni controlli.
Se la SCIA non venisse presentata, le autorità competenti potrebbero applicare una sanzione amministrativa pecuniaria e disporre l’immediata cessazione dell’attività di home restaurant. Non è necessaria l’iscrizione al registro degli esercenti il commercio.
Home restaurant: possesso dei requisiti di onorabilità
La legge infine stabilisce che chi esercita l'attività di home restaurant deve essere in possesso dei requisiti di onorabilità di cui all’articolo 71, commi 1 e 2, del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59. In altre parole non deve essere stato dichiarato delinquente abituale, non deve aver riportato una condanna per delitto non colposo e pena detentiva non inferiore a tre anni, non deve essere stato dichiarato colpevole per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, estorsione o aver riportato una condanna per frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali.