Rimborso su carta di credito: fac simili doc
Il modello con cui chiedere alla società emittente il rimborso su carta di credito, qualora il titolare intenda per vari motivi contestare la transazione ed ottenere lo storno delle somme addebitate. Il fac simile è disponibile anche in formato editabile, dunque facilmente adattabile per carte Findomestic, Compass, Agos, American Express, Intesa San Paolo, Unicredit, Fineco, Deutsche Bank, ecc.
Rimborso carta di credito in caso di furto, clonazione o smarrimento
Il rimborso può essere richiesto innanzitutto se si registrano prelievi non autorizzati a seguito dello smarrimento, furto o clonazione della carta. In queste specifiche circostanze, prima ancora del rimborso, consigliamo di chiedere l'immediato blocco della carta, così da evitare l'addebito di ulteriori somme. Chiaramente i numeri da chiamare variano in funzione del tipo di carta
- numero verde 800.819.014 per la Visa;
- numero verde 800.970.866 per la MasterCard;
- numero verde 06.72900347 per l'American Express;
- numero verde 800.15.16.16 per la CartaSi;
- numero verde 800.652.653 per il Postamat;
- numero verde 800.902.122 per la Postepay;
e dell'istituto emittente
- numero verde 800.303.303 per Intesa Sanpaolo;
- numero verde 800.078.777 per Unicredit;
- numero verde 800.922.100 per Monte dei Paschi di Siena;
- numero verde 800.207.167 per Deutsche Bank;
- numero verde 800.440.65 per BPER Banca.
I numeri cambiano se ci si trova all'estero. Così per l'American Express il numero da chiamare è lo 06.72900347, per la carta rilasciata da Unicredit il numero da comporre è 045.8064686, per quella rilasciata da BNL il numero con cui chiedere il blocco è 06.87408740 e così via.
Tutti i numeri, se non già memorizzati sul proprio cellulare, possono essere reperiti consultando il sito ufficiale della banca emittente o del circuito a cui aderisce la carta di credito.
Segnaliamo che sul nostro portale si possono trovare informazioni e modelli relativi a specifiche carte:
Subito dopo aver richiesto il blocco, occorre presentare denuncia in Questura o presso il locale comando dei Carabinieri. Importante a tal fine comunicare all'agente che raccoglie la denuncia il codice di blocco fornito dall'operatore telefonico. Questo passaggio è fondamentale se si vuole richiedere un duplicato della carta e il disconoscimento dell'addebito su carta di credito.
Rimborso carta di credito: in quali altre circostanze
La procedura di rimborso su carta di credito, che tecnicamente prende il nome di chargeback, può essere attivata anche in altre circostanze. Ad esempio quando:
- l'esercente non effettua la consegna di bene acquistato online. In questo caso specifico il cliente può, dopo un sollecito telefonico, inviare al venditore una diffida per mancata consegna merce. Se questi fa orecchie da mercante, può attivarsi nel confronti della banca e chiedere il rimborso su carta di credito. Contestualmente può anche denunciare l'episodio alle forze dell'ordine se ritiene che si sia trattato di una vera e propria truffa;
- il consumatore effettua il reso del prodotto acquistato sul web. Il cliente non gradisce la merce ricevuta, oppure il prodotto non è quello ordinato o semplicemente ha un ripensamento sull'acquisto. In questi casi il consumatore può, nel termine di 14 giorni dal ricevimento della merce, inviare all'esercente questo modulo di reso debitamente compilato e sottoscritto. Deve quindi restituire il prodotto seguendo le istruzioni impartite dal venditore e attendere che quest'ultimo, una volta ricevuta la merce e solo dopo aver verificato l'integrità della confezione, provveda al rimborso della cifra spesa. Normalmente in questi casi non si incontrano particolari problemi, tuttavia nel malaugurato caso in cui ciò accadesse, al cliente non resterebbe altro che rivolgersi all'istituto che ha rilasciato la carta di credito e chiedere il rimborso della somma addebitata sulla carta;
- il consumatore restituisce il prodotto perché danneggiato o difettoso. Ricordiamo che grazie alla garanzia legale il consumatore che riceve un paio di occhiali rotti, ha la possibilità di chiedere all'esercente la sostituzione del prodotto danneggiato o in alternativa il rimborso di quanto speso. Anche in questo caso, qualora l'esercente non mostrasse alcuna disponibilità in tal senso, il cliente potrebbe rivolgersi all'istituto emittente e chiedere lo storno dell'addebito.
Il rimborso su carta di credito può essere richiesto altresì quando
- l'importo addebitato sulla carta di credito in realtà è stato pagato in contanti, tramite assegno o con bancomat;
- la cifra addebitata non è corretta (sullo scontino/fattura è indicato l'importo di 120 euro, mentre l'addebito su carta è di 220 euro);
- la transazione è stata addebitata due volte.
Chiaramente in tutti i casi di controversia tra venditore e acquirente è quanto mai importante raccogliere ogni documento utile (fattura, ricevuta, scontrino rilasciato dal Pos, documento che attesta l'avvenuta restituzione della merce all'esercente, copia della denuncia rilasciata presso le Autorità competenti nel caso di furto o smarrimento, ecc.) e tener traccia di ogni comunicazione intercorsa tra le parti.
Va detto comunque che mentre nel caso di furto, smarrimento o clonazione il rimborso su carta di credito non presenta particolari difficoltà (a meno che l'istituto non ravvisi una grave responsabilità da parte del titolare della carta), negli altri casi il diritto al rimborso non è così scontato.
In altre parole la procedura di chargeback non attribuisce un diritto incondizionato al rimborso, in quanto occorre tener conto delle condizioni contrattuali definite dall'istituto che ha rilasciato la carta di credito. Così potrebbe accadere che il contratto escluda in maniera categorica il coinvolgimento della banca per questioni controverse che coinvolgono esercente e consumatore.
Fatte queste precisazioni è opportuno che il titolare della carta agisca nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il termine di 60 giorni dal ricevimento dell'estratto conto.
Il consumatore a cui è stato negato il rimborso su carta di credito, può eventualmente presentare un ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario, il sistema di risoluzione alternativa delle controversie che possono sorgere tra i clienti e le banche.
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