Autocertificazione assenza di reddito: a cosa serve
L'autocertificazione reddito zero è una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. 28/02/2000, n. 445, con cui il cittadino attesta, con riferimento all’anno “x”, di non aver percepito redditi di qualsiasi natura soggetti ad imposizione fiscale. Tale condizione deve riguardare non solo se stesso, ma anche tutti i componenti del suo nucleo familiare (vedi anche la scheda dedicata all'autocertificazione reddito).
Quando è utile l'autocertificazione reddito zero
Si tratta di una autocertificazione che assume particolare rilevanza per tutti quei nuclei familiari disagiati che - per il fatto di non poter contare sul alcun reddito, o comunque su redditi molto bassi - hanno diritto a tutta una serie di agevolazioni, bonus, incentivi, sconti ed esenzioni.
Va precisato, tuttavia, che nella gran parte dei casi lo stato di disagio e di difficoltà deve essere comprovato da un valore ISEE basso più che da un reddito pari a zero o giù di lì.
E sappiamo quanta differenza ci sia tra questi due fattori. Infatti mentre con il reddito si fa riferimento unicamente alle entrate registrate dai vari componenti del nucleo familiare (stipendio, affitti, ricavi da lavoro autonomo, ecc.), con l'ISEE (o Indicatore della Situazione Economica Equivalente) si certifica situazione economica complessiva del nucleo familiare. In quest'ultimo caso cioè si tiene conto non solo dei redditi, ma anche dei beni posseduti dalla famiglia (depositi, proprietà immobiliari, automezzi, ecc.), così come della sua composizione (a parità di reddito non possono essere posti sullo stesso piano due nuclei familiari, di cui l'uno composto da un solo individuo e l'altro invece da da moglie, marito e 3 figli), della sua condizione (un conto è avere case di proprietà altro conto è vivere in affitto) e così via.
Con un ISEE basso è possibile, ad esempio, fruire di una serie di agevolazioni come:
Quando utilizzare l'autocertificazione reddito zero
L'art.30bis del D.L.76/2020 convertito in legge 120/2020 (c.d. Decreto Semplificazioni) ha introdotto una importante novità per quanto riguarda i rapporti tra privati: è stato istituito l'obbligo generalizzato di accettare le autocertificazioni, obbligo che in precedenza valeva soltanto per le Pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi sin dalla legge 445/2000.
Tuttavia il contribuente può consegnare al privato, in alternativa all'autocertificazione, il certificato situazione reddituale rilasciato dall'Agenzia delle Entrate. Questo il modello di
Cosa riportare sull'autocertificazione reddito zero
Queste le informazioni da riportare:
- dati anagrafici e di recapito del dichiarante;
- anno per il quale si dichiara di non aver percepito alcun reddito;
- fonti e mezzi di sostentamento per il nucleo familiare (nel caso in cui il sostentamento sia fornito da persone fisiche indicare generalità complete e rapporto di parentela, in caso di associazioni o altri enti indicare il nome per esteso e la sede);
- l'importo relativo ai sostegni garantiti da persone fisiche (ad es. parenti) o associazioni.
Allegare all'autocertificazione una copia del documento di identità del dichiarante.
Cosa accade se si autocertifica il falso
Gli enti che ricevono l'autocertificazione reddito zero provvederanno ai necessari controlli al fine di garantire la massima efficacia dell’azione amministrativa e la repressione di eventuali abusi in relazione all’ottenimento di provvedimenti e/o benefici.
Se dal controllo delle autocertificazioni emergono elementi di falsità nelle dichiarazioni rese dal cittadino, il responsabile del procedimento è tenuto a:
- escludere il soggetto che ha autocertificato il falso, dal procedimento in corso, comunicandogli i motivi dell’esclusione;
- attivarsi immediatamente, trasmettendo gli atti contenenti le presunte false dichiarazioni all’autorità giudiziaria.