Conservazione e donazione del sangue del cordone ombelicale
In passato il sangue del cordone ombelicale veniva solitamente eliminato dopo il parto. Studi recenti hanno però dimostrato che risulta essere ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Se trapiantate, dunque, possono risultare molto preziose nella cura di varie malattie del sangue e del sistema immunitario. Il prelievo del sangue del cordone ombelicale è un procedimento molto semplice e del tutto privo di rischi per chi lo dona, ciò nonostante non è sempre possibile effettuarlo causa la presenza di taluni fattori che di fatto lo rendono non idoneo alla conservazione: una gestazione inferiore a 37 settimane, uno stato febbrile della madre, malformazioni congenite nel neonato, stress fetale, malattie batteriche o virali contratte durante la gravidanza o positività sierologica della madre; nel 40 % dei casi inoltre, la quantità di sangue prelevata è scarsa e quindi il quantitativo di cellule presenti è troppo poco per poterne consentire un utilizzo futuro.
In Italia da anni è possibile raccogliere e conservare le cellule staminali del cordone ombelicale per uso allogenico, ossia altruistico, in maniera gratuita presso strutture pubbliche denominate “Banche di Sangue di Cordone Ombelicale”, secondo criteri riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. Tutte le Banche presenti nel mondo, istituite a tale fine, inviano informazioni relative alle cellule staminali in esse conservate ad un Registro Internazionale, al quale accedono tutti i Centri Trapianto di midollo osseo per la ricerca di un donatore compatibile con un paziente che necessiti di trapianto.
Una ordinanza del Ministero della Salute “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale”, entrata in vigore il 1 marzo 2009, consente altresì la donazione e conservazione del sangue da cordone ombelicale anche per:
- uso dedicato al neonato o a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria;
- uso dedicato nel caso di famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l'utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria rilasciata da parte di un medico specialista nel relativo ambito clinico.
La possibilità di conservare il campione ad uso autologo (cioè ad uso proprio) al di fuori delle condizioni previste dall’ordinanza, è consentita, a proprie spese, unicamente presso strutture private estere e previo rilascio del nulla osta all’esportazione da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. A tale fine è necessario che la gestante:
- effettui gli esami del sangue per accertare la negatività ai virus dell’epatite B, C all’HIV durante l’ultimo mese di gravidanza. Una volta in possesso del referto, dovrà recarsi presso la Direzione Sanitaria della struttura ove avverrà il parto e richiedere a quest’ultima la certificazione della negatività dei suddetti esami e “la rispondenza del confezionamento (del kit in cui avverrà la raccolta del sangue cordonale) ai requisiti previsti i materia di spedizione e trasporto di materiali biologici” (Ordinanza Ministeriale del 04-05-2007 e precedenti);
- riceva dal Centro Nazionale Trapianti una corretta informazione circa le modalità di raccolta, conservazione ed utilizzo delle cellule staminali di sangue cordonale. Allo scopo dovrà compilare un modulo informativo raccolta autologa, ricordandosi di autorizzare al trattamento dei dati personali tramite la sottoscrizione dell'informativa sulla privacy riportata in fondo al modulo stesso. Il modulo, compilato in ogni sua parte, dovrà essere inviato via fax al Centro Nazionale Trapianti per ricevere l'attestazione di corretta informazione sulla raccolta ed utilizzo delle cellule staminali di sangue cordonale;
- compili e spedisca al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, tramite posta raccomandata, una richiesta di autorizzazione all’esportazione, allegando sia la certificazione rilasciata dalla Direzione Sanitaria che il certificato rilasciato dal Centro Nazionale Trapianti. E’ necessario che la richiesta di autorizzazione pervenga agli uffici ministeriali almeno tre giorni lavorativi prima della data presunta di partenza del campione, cioè della data presunta del parto.