Maternità anticipata come richiederla
Modulo da cui la lavoratrice in gravidanza può trarre le istruzioni necessarie per presentare la domanda di maternità anticipata Inps, ossia prima del settimo mese di gestazione.
Maternità anticipata: cos’è
Ci sono delle situazioni per le quali la donna può chiedere la maternità anticipata: ad esempio quando la gravidanza è giudicata a rischio o quando le condizioni di lavoro sono considerate dannose per la salute della donna o del bambino. Si tratta in buona sostanza di un periodo di astensione dal lavoro che precede la maternità obbligatoria della durata di 5 mesi. A sua volta al congedo di maternità obbligatorio può seguire il congedo parentale facoltativo.
Così come previsto dagli artt. 16 e 17 del D.L. n.151 del 26 marzo 2001 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) la donna lavoratrice in gravidanza può richiedere di assentarsi dal lavoro prima che inizi il periodo di astensione obbligatoria, a condizione che:
- si riscontrino gravi complicanze nella gravidanza o preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza (a);
- le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino (b);
- la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni (c).
Maternità anticipata: chi può richiederla
Possono richiedere la maternità anticipata non solo le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato e determinato, sia del settore pubblico che di quello privato, ma ad esempio anche quelle donne che svolgono lavori occasionali o a progetto, coloro che fanno parte di una associazione in partecipazione, perfino le professioniste iscritte alla gestione separata, ma in quest'ultimo caso solo se le condizioni di salute, e non anche le condizioni di lavoro, sono tali da mettere a rischio la gravidanza.
Va aggiunto, inoltre, che il Decreto Legislativo n. 105/2022 ha ampliato la platea dei beneficiari alle lavoratrici autonome.
Invece le lavoratrici che percepiscono l'indennità di disoccupazione, oppure risultino in cassa integrazione o in mobilità, possono richiedere la maternità anticipata solo nell’ipotesi di cui alla lettera a) del precedente paragrafo.
Maternità anticipata cosa fare
Per richiedere la maternità anticipata, la lavoratrice deve inoltrare apposita istanza alla ASL, nel caso di gravi complicanze della gravidanza oppure di preesistenti forme morbose che si possono aggravare con la gravidanza, oppure all'Ispettorato territoriale del lavoro competente per territorio negli altri casi.
Alla domanda per maternità anticipata è necessario allegare:
- il certificato medico di gravidanza;
- il certificato medico, rilasciato dal ginecologo, che attesti l’esistenza dei problemi sopra citati;
- ogni altra documentazione utile (referti diagnostici, esami, ecc.).
Copia della ricevuta rilasciata dalla Asl o dalla Direzione Territoriale del Lavoro va consegnata dalla lavoratrice al Responsabile dell’Unità di appartenenza. E' comunque la DTL che provvede, sulla base di accertamenti medico-sanitari effettuati a cura del Servizio Sanitario Nazionale, a rilasciare un provvedimento di accoglimento o meno della richiesta di maternità anticipata.
Se la Direzione Territoriale del Lavoro non emette il provvedimento entro sette giorni decorrenti dal giorno successivo a quello in cui ha ricevuto dalla lavoratrice tutta la documentazione necessaria, la richiesta può considerarsi accolta.
Maternità anticipata retribuzione
Il congedo di maternità anticipata è calcolato a tutti gli effetti ai fini dell’anzianità di servizio, delle ferie e del Tfr ed è considerato attività lavorativa ai fini della progressione di carriera, quando i contratti collettivi non richiedono a tale scopo particolari requisiti.
Per quanto attiene, infine, ai riflessi economici, per tutto il periodo di congedo per maternità anticipata, le lavoratrici dipendenti hanno diritto - così come accade per la maternità obbligatoria - ad un trattamento economico, posto a carico dell'Inps, pari all'80% della retribuzione media giornaliera dell'ultima busta paga. Il restante 20% è a carico del datore di lavoro.
L’indennità di maternità anticipata viene anticipata dal datore in busta paga, che poi recupera la somma sui contributi da versare all’INPS con modello F24. Va detto però che ci sono casi in cui è l’INPS che eroga direttamente l’indennità alla lavoratrice.
Nel caso di lavoratrici parasubordinate e libere professioniste l’indennità per la maternità anticipata è pari, per ciascuna giornata del periodo indennizzabile, all’80% di 1/365 del reddito medio annuo derivante da attività di collaborazione coordinata e continuativa o libero professionale. Per queste ultime l'indennità è pagata direttamente dall’Istituto di Previdenza.
Foto
Pixabay