TIM recupero crediti: lettere di opposizione
In questa scheda rendiamo disponibili due fac simile, entrambi in formato editabile, che il cliente può utilizzare per opporsi ad una comunicazione ricevuta dalla società di recupero crediti TIM: l'una con cui contestare formalmente una intimazione di pagamento per fatture non saldate e l'altra per diffidare la stessa società che assume comportamenti e toni minacciosi, minatori e persecutori.
Bollette TIM non pagate: cosa succede
Le fatture Tim devono essere pagate entro la data di scadenza che corrisponde a 30 giorni a partire dalla data di emissione. Se per qualche motivo ci si dimentica di pagare una fattura o non si è nelle condizioni di saldarla, la compagnia telefonica invierà via SMS o e-mail un avviso bonario più o meno di questo tenore "Gentile cliente, ti informiamo che ci risultano fatture TIM scadute. Puoi pagarle comodamente online senza alcun costo aggiuntivo attraverso l'Area Clienti, i Circuiti Lottomatica e Sisal, il bollettino postale, il bonifico bancario e il servizio CBILL. Qualora avessi già effettuato il pagamento, ti preghiamo di non tener conto di questa comunicazione".
Nel caso in cui il pagamento sia stato effettuato tramite bollettino postale o bonifico bancario, si consiglia di fornire a TIM gli estremi del pagamento per evitare di incorrere nella sospensione della linea (o per ottenere la riattivazione qualora sia sospesa). A tal fine si può utilizzare la funzione "Segnala pagamento" presente all'interno dell'Area Clienti.
Chiaramente pagare in ritardo le fatture TIM ha un costo. In particolare il cliente deve versare a TIM un'indennità di ritardato pagamento a titolo di penale pari:
- al 2% dell'importo rimasto insoluto se il pagamento viene effettuato dal 1° al 15° giorno solare successivo alla data di scadenza, oppure;
- al 4% dell'importo rimasto insoluto se il pagamento viene effettuato dal 16° al 30° giorno solare successivo alla data di scadenza, oppure;
- al 6% dell'importo rimasto insoluto se il pagamento viene effettuato dopo il 30° giorno solare dalla data di scadenza e fino alla risoluzione contrattuale.
Le penali per ritardato pagamento non si applicano se il cliente ha pagato con regolarità le fatture dell’ultimo anno e ha saldato la fattura insoluta entro il 30° giorno solare successivo alla data di scadenza.
L'indennità viene addebitata da TIM nella prima Fattura utile successiva.
Se il cliente non paga la fattura nonostante l'avviso, riceverà da TIM una comunicazione scritta che, oltre a ricordargli lo scoperto, lo mette in guardia circa la possibile sospensione del servizio qualora, entro e non oltre 7 giorni dalla comunicazione stessa, non venga saldata la fattura insoluta. In caso di sospensione del servizio il cliente che voglia ottenerne il ripristino è tenuto a corrispondere a TIM quanto dovuto a qualsiasi titolo.
Recupero crediti TIM: quando scatta
Se il cliente continua a non pagare la/e fattura/e insoluta/e le conseguenze sono
- sospensione del servizio;
- addebito delle ulteriori spese;
- ricevimento di una lettera di formale messa in mora da parte della società di recupero crediti Tim.
In pratica la società di recupero crediti Tim non fa altro che invitare il cliente a regolarizzare la propria posizione entro e non oltre una certa scadenza. Oltrepassata questa data senza che il cliente abbia corrisposto quanto dovuto, la società si rivolgerà al giudice per ottenere l'emissione del decreto ingiuntivo. Con la notifica del decreto, il cliente ha 40 giorni per fare opposizione, dopo di che il decreto diventa esecutivo. Questo significa che si passa al precetto e subito dopo al pignoramento.
C'è da aggiungere che, trascorsi 15 giorni dalla data di sospensione del servizio, TIM ha la facoltà di risolvere il contratto tramite raccomandata con avviso di ricevimento, con un preavviso di almeno 10 giorni. A questo punto il cliente sarà tenuto a corrispondere a TIM gli importi dovuti relativamente al servizio fruito fino alla data dell’avvenuta risoluzione, le indennità di ritardato pagamento e l'importo di 30,00 euro IVA inclusa per le attività di disattivazione.
Recupero crediti TIM: come difendersi
Naturalmente ci si può difendere dalle pretese avanzate da una società di recupero crediti, ma occorre fornire documenti probanti, vale a dire fondati su motivi convincenti.
Così ci si può opporre alla società di recupero crediti TIM se:
- la fattura risulta regolarmente saldata;
- la fattura insoluta è oggetto di contestazione (è stato formalmente aperto un reclamo scritto per disservizio);
- la fattura fa riferimento ad un contratto mai sottoscritto;
- sussistono altri motivi specifici.
In questi casi è opportuno inviare alla società di recupero crediti una diffida dall'invio di ulteriori comunicazioni, minacciando - in caso contrario - il ricorso alle vie legali.
Ma il cliente può difendersi e tutelare i propri diritti anche se la società di recupero crediti TIM ha adottato un comportamento poco professionale se non addirittura illegittimo:
- comunicazione delle informazioni sui mancati pagamenti a soggetti diversi dal diretto interessato (ad esempio vicini di casa o parenti);
- condotte ingannevoli e pressioni psicologiche sull'individuo;
- false dichiarazioni (con le fatture insolute si rischia il carcere o il fallimento, la segnalazione alla Crif, ecc.);
- affissione di avvisi di mora (o di sollecitazioni di pagamento) sulla porta del debitore;
- messaggi nella sua segreteria telefonica;
- visite al domicilio;
- ecc.
In tutti questi casi il cliente può tutelarsi compilando il fac smile di lettera di diffida scaricabile da questa scheda.