Bullismo: cos'è e come denunciarlo
Sui giornali e nei notiziari quotidiani si sente spesso parlare di bullismo, una piaga diffusa in tutto il mondo che riguarda bambini e ragazzi, soprattutto minorenni, ma coinvolge anche le famiglie e le istituzioni ad essa connesse.
Che cos’è il bullismo
Con il termine bullismo si intende una particolare manifestazione di aggressività, oltre che un reato perseguibile a livello civile e penale. Questa aggressività viene esercitata da un soggetto chiamato comunemente bullo e si concretizza in un abuso di potere verso una vittima, che spesso è un compagno di scuola, un coetaneo, un soggetto che comunque dimostri di essere più debole e mansueto.
Il bullismo viene a determinarsi attraverso delle manifestazioni dirette e indirette. Le manifestazioni dirette possono a loro volta essere fisiche (percosse, furti, danneggiamento cose altrui, giochi violenti, estorsione) e verbali (minacce, offese, razzismo, false accuse, critiche immotivate); invece per manifestazioni indirette si intendono tutte quelle azioni che pur non essendo apertamente violente, possono causare malessere; tra queste l’esclusione della vittima da un gruppo, la diffusione di pettegolezzi e calunnie, ecc..
Bullismo a scuola
Il bullismo è un fenomeno ampiamente diffuso ma al contempo circoscritto alla fascia d’età adolescenziale e pre-adolescenziale. Per questo motivo gli atti di bullismo molto spesso si consumano tra i banchi di scuola, nelle aree limitrofe ad essa e nei luoghi di aggregazione come parchi, centri sportivi e oratori.
È molto importante non confondere il bullismo con la semplice prepotenza di un individuo, per questo motivo occorre evidenziarne le caratteristiche principali:
- le azioni del bullo devono essere intenzionali e rivolte verso un individuo ben preciso;
- comportamenti e azioni aggressive devono ripetersi per un lasso di tempo;
- tra bullo e vittima di bullismo deve esserci una disuguaglianza di fondo, sia essa caratteriale o fisica;
- gli atteggiamenti e le azioni violente devono causare un danno per l’autostima della vittima;
- alla vittima manca il sostegno di genitori e compagni, non riferisce ciò che gli succede e non reagisce per paura di vendette e rappresaglie nei suoi confronti.
L’individuo comunemente denominato bullo può operare da solo, o essere affiancato da un compagno o da un gruppo di persone, che facendo forza sulla loro unione puntano a denigrare e offendere uno o più individui non appartenenti al loro gruppo.
La vittima che subisce atti di bullismo, dal canto suo, tende a chiudersi e a nascondere a genitori e insegnanti quello che gli succede. Tutto ciò, con il tempo, si traduce in una perdita di sicurezza e di autostima, uno scarso rendimento scolastico e una modifica caratteriale che lo porta ad essere meno sereno e gioviale.
I danni del bullismo sulla vittima sono importanti e influiscono sui comportamenti ma soprattutto sulle relazioni umane. Questi possono essere di tipo morale (patire sofferenze con ripercussioni a livello fisico, pianti, dolori, patemi), di tipo biologico (intaccare la salute dell’individuo) o esistenziale (coinvolgere e modificare la qualità della vita della vittima, la sua reputazione e le relazioni).
Bullismo a scuola: cosa fare per difendersi
Reagire con la violenza o con la provocazione non è mai buona cosa quando ci si trova davanti ad un bullo. Per la vittima di bullismo fisico o bullismo psicologico ad opera di uno o più individui, il primo passo per reagire in maniera intelligente è parlarne con i genitori, descrivendo la situazione in maniera oggettiva.
In seguito è compito loro segnalare la situazione alle autorità competenti dei luoghi in cui queste azioni si ripetono. Se gli atti di bullismo avvengono a scuola è sempre consigliato parlare con i professori o rivolgersi direttamente al Dirigente Scolastico presentando una lettera per segnalare e denunciare taluni avvenimenti. Qui il
Se invece gli episodi di bullismo avvengono in contesti esterni alla scuola (o dalla stessa non si ottiene alcun tipo di coinvolgimento) causando danni a persone e cose, è possibile sporgere denuncia civile e penale.
Come sporgere denuncia
L’art. 2043 del Codice Civile autorizza la richiesta di risarcimento se si subisce un danno ingiusto verso persone o cose. Per chiedere il risarcimento occorre rivolgersi ad un avvocato e intraprendere una causa davanti al Tribunale Civile. Se si subiscono, invece, lesioni gravi, minacce importanti o addirittura delle vere e proprie molestie è necessario denunciare il fatto agli organi della Polizia per attivare il procedimento penale attraverso una querela.
Dal bullismo al cyberbullismo
Con l'evolversi delle tecnologie, il crescente utilizzo di Internet e la diffusione di smartphone e tablet tra i ragazzi, il bullismo ha assunto ha assunto le forme subdole e pericolose del cyberbullismo, tanto da indurre il nostro Governo ad adottare nuovi provvedimenti di contrasto al dilagante fenomeno (Legge 71 del 29 maggio 2017).
Il cyberbullismo non è altro che la manifestazione in rete del fenomeno del bullismo: in pratica le moderne tecnologie consentono ai bulli di raggiungere facilmente le vittime anche fra le mura domestiche, in ogni ora del giorno e da qualunque posto, perseguitandole con messaggi, fotografie e video offensivi, pubblicati su un sito internet, su un blog o su un social network.
Rispetto al bullo, che si contraddistingue per atteggiamenti aggressivi e prevaricatori, il cyberbullo approfitta della presunta invisibilità in rete per esprime il proprio potere e dominio sulla vittima, quasi attribuendo le proprie azioni al "profilo utente" che ha creato su Facebook piuttosto che su Instagram, in una sorta di sdioppiamento della personalità.