Bonus acqua potabile: sconto in fattura

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 09/01/2024
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Il bonus acqua potabile, noto anche come bonus depuratori acqua, non è più possibile richiederlo nel 2024. In questa scheda il modulo e le istruzioni con cui i contribuenti italiani potevano accedere al credito d'imposta concesso a chi acquistava ed installava sistemi volti a migliorare la qualità dell’acqua potabile da bere. La misura, per la quale non era previsto lo sconto in fattura, era stata prorogata dalla Legge di Bilancio fino a tutto il 2023.

Bonus depuratori acqua: in cosa consisteva

Si trattava come detto di un credito d'imposta del 50% delle spese sostenute per l'acquisto e l'installazione di sistemi di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare. L'obiettivo era chiaro: migliorare la qualità dell'acqua potabile fornita in casa o in azienda dagli acquedotti locali, così da ottimizzarne l’uso e ridurre il consumo delle bottiglie di plastica.

Ricordiamo che il credito d'imposta non è altro che un credito di cui il contribuente è titolare nei confronti del fisco e che può essere destinato a compensare i debiti (tramite F24) oppure a diminuire le imposte dovute in sede di dichiarazione dei redditi. Nel caso specifico quest'ultima opportunità è riservata unicamente alle persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo.

E' importante sottolineare che per il bonus acqua potabile non si poteva utilizzare lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Il bonus depuratori acqua poteva essere richiesto dalle persone fisiche, dai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

Il bonus filtri acqua o bonus acqua potabile non va confuso con

  • il bonus acqua, uno sconto sul consumo di acqua che l'ARERA riconosce a determinati nuclei familiari che presentano certi requisiti in termini di composizione, ISEE, ecc.;
  • il bonus rubinetti, un incentivo fino a 1.000 euro per chi effettua lavori in casa che mirino a sostituire vecchi rubinetti, sanitari in ceramica, soffioni e colonne della doccia. Anche questo bonus non è stato prorogato nel 2024.
Ad ogni modo il bonus in questione non poteva essere cumulato con altre agevolazioni.

Bonus acqua potabile: a quanto ammontava 

Il credito d'imposta del 50% si applicava su un importo massimo di spesa di

  • 1.000 euro per ciascun immobile abitato da persone fisiche
  • 5.000 euro per ogni immobile utilizzato dagli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e dagli enti non commerciali.
Il credito d’imposta spettava con riferimento alle spese sostenute dal 1° Gennaio 2021 al 31 Dicembre 2023.

Facciamo un esempio. Il Sig. Rossi ha acquistato nel 2023 per la propria abitazione un sistema di filtraggio acqua con refrigeratore, spendendo complessivamente la cifra di 2.050 euro. In questo caso il suo credito d'imposta ammonterà a 1.025 euro, che potrà compensare con altre imposte attraverso il modello F24, oppure riportare nella dichiarazione dei redditi 2024 (Redditi 2023) e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.

Bonus filtri acqua: come poteva essere richiesto

Va detto innanzitutto che la spesa sostenuta doveva essere documentata da una fattura elettronica o da un documento commerciale che riportasse chiaramente il codice fiscale del richiedente. Se il fornitore non aveva l'obbligo di emettere fattura elettronica, il beneficiario del bonus doveva comunque disporre di una fattura o di un documento commerciale che riportasse il proprio codice fiscale.

Il pagamento doveva essere effettuato con bonifico bancario o postale o attraverso altri sistemi tracciabili (carte di credito, assegni, ecc.).

Per comunicare al fisco che si intendeva fruire del bonus depuratori acqua, non occorreva far altro che compilare e trasmettere all'Agenzia delle Entrate il modello disponibile in questa scheda. La comunicazione andava inoltrata dal 1° al 28 Febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese agevolabili.

Al solito la trasmissione poteva essere effettuata direttamente dal contribuente oppure dall'intermediario abilitato, mediante:

  • il servizio web disponibile nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate;
  • i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate (Fisconline/Entratel).

Con la presentazione del modello, l'Agenzia provvedeva nell'arco di 5 giorni al massimo, a rilasciare una ricevuta di presa in carico, oppure di rigetto della domanda con tanto di motivazioni.

Sempre dal 1° al 28 Febbraio il contribuente poteva:

  • inviare una nuova comunicazione, che a questo punto sostituiva integralmente quella precedentemente trasmessa;
  • presentare la rinuncia al credito d’imposta indicato nella precedente comunicazione.
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