Clausola cedolare secca nel contratto di locazione
Fac simile di clausola da inserire in contratto nel caso in cui si opti per il regime della "cedolare secca affitti" già dal suo inizio (art. 3 del D.Lgs 14/03/2011 n. 23).
Clausola cedolare secca: cos'è
Si tratta di una clausola che viene inserita nel contratto di locazione ad uso abitativo al fine di potersi avvalere di un regime di tassazione diverso a quello ordinario ai fini dell’IRPEF: una imposta forfettaria del 21% sul canone di locazione lordo annuo (26% dalla seconda abitazione), se il contratto è a canone libero, e del 10% se si tratta di affitto a canone concordato.
Non solo. L'inserimento in contratto della clausola cedolare secca esenta anche dal pagamento
- dell’imposta di registro e
- dell'imposta di bollo
dovute per la registrazione, risoluzione o proroga del contratto.
Per effetto dell'inserimento della clausola cedolare secca, il locatore deve rinunciare per tutto il periodo in cui vige questo regime particolare di tassazione, all'aggiornamento del canone di locazione.
Chiaramente non basta inserire in contratto la clausola cedolare secca per beneficiare del regime di tassazione agevolato. E' necessario, infatti, che in sede di registrazione del contratto o nelle annualità successive, si eserciti l'opzione attraverso la compilazione del modello RLI.
Chi può inserire la clausola cedolare secca
Tale possibilità è riservata unicamente alle persone fisiche che vantano un diritto di proprietà o un diritto reale di godimento (ad es. l'usufrutto) sull'immobile e che non lo concedono in affitto per l'esercizio di attività di impresa, arti o professioni.
Di fatto la clausola può essere utilizzata solo nel caso in cui l'immobile sia locato ad esclusivo uso abitativo. Immobile che deve appartenere alla categoria catastale che va da A1 ad A11, esclusa la A10 che si riferisce a studi o uffici privati.
Clausola cedolare secca locazione commerciale
Fino al 2019 la clausola cedolare secca poteva essere inserita anche nel contratto di locazione commerciale, ma l'immobile doveva essere classificato nella categoria catastale C/1 e avere una superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze. L'aliquota applicabile era del 21%.
A partire dal 2020 la possibilità di esercitare questa opzione anche per le locazioni commerciali non c'è più. Lo ha stabilito il Governo con la relativa Legge di Bilancio.
Clausola cedolare secca esempio
Nel fac simile scaricabile da questa scheda sono riportati alcuni esempi di clausola da copiare ed inserire in contratto. In pratica attraverso un breve testo la parte locatrice non fa altro che dichiarare di esercitare l'opzione per la "cedolare secca" così come previsto dalla legge. A titolo esemplificativo riportiamo uno dei tre testi presenti:
"La parte locatrice dichiara di volersi avvalere della modalità di tassazione sui redditi da locazione di fabbricati prevista dal D.Lgs.n°23 del 14/03/2011 denominata “cedolare secca”. Pertanto la registrazione fiscale del presente contratto non comporterà alcun pagamento di imposta di registro o imposta di bollo. Non verrà inoltre applicata negli anni di decorrenza del contratto,alcuna maggiorazione del canone sulla base degli indici ISTAT di variazione dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Se in futuro il locatore decidesse di revocare l’applicazione di tale regime di tassazione, sull’importo annuo del canone dovrà essere pagata l’imposta di registro nella misura del 2% (di cui metà a carico del locatore e metà a carico del conduttore), e verrà applicato l’aumento del canone in base all’indice ISTAT pari al 100% dell’indice stesso."
Se l'opzione viene esercitata in un momento successivo alla stipula del contratto, il locatore è tenuto ad inviare questa
al conduttore per informarlo della propria volontà di aderire al regime della cedolare secca sugli affitti. Se invece per motivi fiscali intende rinunciarvi, il locatore deve trasmettere questa