Chiusura dei libretti di risparmio postale e bancario al portatore: attenzione alle multe
Già dal 4 Luglio 2017 non era più possibile aprire un libretto di risparmio al portatore, bancario o postale che fosse. Oggi chi ne risultasse ancora in possesso perché aperto anni fa, deve chiederne l'estinzione entro il 31 dicembre 2018. E' quanto previsto dall'articolo 49 del decreto legislativo 231/2007. L'obiettivo è chiaro: assicurare in ogni modo la tracciabilità del denaro e prevenire forme di riciclaggio, di finanziamento al terrorismo o di traffico illecito. Dunque coloro che volessero ancora servirsi del libretto di risparmio, devono sapere che possono richiederlo sono in forma nominativa. Nel prosieguo di questo articolo esamineremo le caratteristiche di questo particolare strumento di risparmio e ti daremo qualche suggerimento utile nel caso in cui ti accorgessi di aver smarrito o di aver subito il furto del tuo libretto di risparmio.
Libretto di risparmio: cos'è
Il deposito a risparmio è la forma più tradizionale e diffusa (nonostante i bassi tassi di interesse attuali) di raccolta del risparmio da parte delle banche e degli uffici postali. Nel momento in cui si costituisce un deposito a risparmio, viene rilasciato un libretto cartaceo (cosiddetto “libretto di risparmio”) su cui vengono annotate le operazioni di versamento e prelievo disposte dal cliente e gli interessi che maturano periodicamente. La firma apposta dall’impiegato di banca o delle poste appone in occasione di ogni movimentazione, costituisce piena prova dei rapporti fra banca e depositante.
Da qualche tempo è possibile richiedere anche l'apertura di un libretto di risparmio in forma dematerializzata in alternativa alla tradizionale forma cartacea.
Il libretto di risparmio ha una operatività molto limitata rispetto al classico conto corrente. Ad esempio non si può utilizzare il carnet di assegni, non si può richiedere il servizio di domiciliazione delle bollette, così come non si può andare in rosso, ossia prelevare più denaro di quanto sia effettivamente disponibile. Inoltre non ha l'Iban, dunque non può ricevere bonifici.
Tuttavia alcuni istituti offrono comunque alcuni servizi base, come ad esempio l’accredito della pensione o dello stipendio, il collegamento ad un deposito titoli, il rilascio di una carta di prelevamento utilizzabile in qualunque sportello bancomat.
Normalmente i libretti di risparmio - specie quelli rilasciati dalle Poste (libretto postale) - non prevedono spese di apertura, chiusura e gestione, eccetto gli oneri di natura fiscale. E' anche per questo che il libretto di risparmio viene frequentemente impiegato come salvadanaio in favore dei minorenni (figli, nipoti, ecc.).
I versamenti vanno effettuati in contante. Circa il versamento (o il prelievo) di contanti allo sportello, ti consigliamo la lettura dell'articolo "Contanti: ecco i limiti per pagamenti, prelievi e versamenti".
Nel caso in cui si depositasse sul libretto di risparmio un assegno, la banca o l’ufficio postale non potrebbe procedere con l’annotazione dell’operazione sul libretto, visto che essa sarebbe sottoposta alla clausola “salvo incasso”. Quindi in una ipotesi del genere l’annotazione potrebbe essere fatta solo in un momento successivo.
I libretti di risparmio si distinguono dai conti deposito per il fatto che mentre primi garantiscono un livello minimo di servizi, i secondi consentono unicamente operazioni di prelievo e deposito (anche in forma vincolata). Leggi in proposito "Conti deposito: perchè è conveniente averne uno".
Il libretto di risparmio al portatore e nominativo
I libretti di risparmio si distinguono in libretti nominativi e libretti al portatore. Il libretto di risparmio nominativo è associato ad uno o più soggetti: solo l’intestatario del libretto ( o gli intestatari), oppure una persona da lui stesso delegata, può compiere operazione di deposito o prelievo. La legittimazione ad effettuare operazioni può avvenire in forma disgiunta (ciascuno può recarsi allo sportello autonomamente) o congiunta, per cui prelievi e versamenti potranno essere effettuati solo in presenza di tutti i cointestatari del libretto di risparmio.
Il libretto di risparmio al portatore, invece, non è legato ad uno o più soggetti e può essere utilizzato da colui che ne è in quel momento in possesso e lo esibisce allo sportello col fine di effettuare una determinata operazione. Questo però non significa che chiunque risulti in possesso di un libretto di risparmio, magari raccolto per strada o rubato, sia legittimato a recarsi in banca o alle poste e ritirare le somme depositate. In questi casi, infatti, la banca ha l’onere di identificare il soggetto che richiede il prelievo e di verificare se sussistono i presupposti per un valido esercizio di tale diritto. Potrebbe anche richiedere la presentazione di un documento che attesti la regolare cessione del libretto di risparmio dal precedente all'attuale portatore. Se la banca omette di effettuare tali controlli, può essere accusata di colpa grave ed essere chiamata a rimborsare il maltolto nei confronti dell’effettivo titolare.
Se prima il libretto di risparmio al portatore aveva un certo appeal tra i risparmiatori, essenzialmente per il fatto di poter garantire l’anonimato, nel tempo ha via via perduto fascino ed interesse. I motivi vanno fondamentalmente ricercati nell'entrata in vigore della normativa sull’antiriciclaggio e nell'introduzione delle nuove regole sulla tracciabilità dei pagamenti in contante. In buona sostanza è stato ridotto da 2.500 a 1.000 euro la soglia massima per i libretti di risparmio bancari e postali al portatore, con la conseguenza che chi aveva disponibilità superiori aveva l’obbligo di portare il saldo a 999,99 euro entro il 31 marzo 2012, pena l’applicazione di pesanti sanzioni.
Il Decreto Legislativo 90/2007 ha poi sentenziato in maniera definitiva la fine dei libretti di risparmio al portatore. Oggi chi ne ha uno deve chiuderlo obbligatoriamente entro il 31 Dicembre 2018. Il saldo residuo può essere versato su un conto corrente o richiesto in contanti. L'alternativa è trasformare il libretto di risparmio al portatore in libretto nominativo.
Dunque dal 1° Gennaio 2019 i libretti residui in circolazione saranno considerati fuorilegge. Attenzione perché nei confronti dei ritardatari, ossia di coloro che si recheranno allo sportello dopo il 31 Dicembre, la banca sarà tenuta ad effettuare una segnalazione al Ministero dell'Economia e delle Finanze che a sua volta potrà applicare una sanzione pecuniaria da 250 a 500 euro nei confronti del possessore del libretto di risparmio al portatore.
Libretto di risparmio: regime fiscale
Sulle somme depositate su un libretto di risparmio si paga:
- l’imposta di bollo in misura fissa pari a 34,20 euro all'anno per le persone fisiche e 100,00 euro per le persone giuridiche. Se la giacenza media annua del libretto di risparmio è inferiore a 5.000 euro, l'imposta di bollo non si paga. Ma attenzione: per calcolare la soglia dei 5.000 euro, vanno presi in considerazione tutti i rapporti in essere con quel determinato istituto. Se dunque si ha un libretto di risparmio con un saldo di 3.000 e un conto corrente con un saldo di 4.000 euro, l'imposta di bollo va pagata sia sull'uno che sull'altro. Tuttavia questo vale se le intestazioni del libretto di risparmio e del conto corrente sono identiche; se al contrario il libretto è intestato al Sig. Rossi, mentre il conto corrente a lui e a sua moglie, i due saldi non vanno sommati;
- una tassa sugli interessi maturati pari al 26% (prima era del 20%).
Libretto di risparmio: garanzie
Come accade con il conto corrente e con il conti deposito, anche nel caso del libretto di risparmio bancario le somme depositate sono garantite dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Si tratta di un particolare fondo, supervisionato dalla Banca d'Italia, che tutela i risparmiatori nel caso in cui dovessero incappare in uno stato d'insolvenza del proprio istituto. Nel caso specifico essi verrebbero rimborsati delle somme depositate sul libretto di risparmio fino ad un valore massimo di 100.000 euro. Tale soglia viene applicata per depositante e per banca.
Anche i libretti di risparmio postali sono garantiti dallo Stato Italiano ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Libretto di risparmio "dormiente"
Cosa accade se un libretto di risparmio, magari aperto in occasione della nascita del figlio con l’obiettivo di versarci le donazioni in denaro di nonni e parenti, viene poi lasciato “inattivo” per diversi anni? Il rischio che si corre in questi casi è la prescrizione, che tradotto significa la perdita definitiva delle somme depositate con conseguente appropriazione da parte dello Stato italiano.
Si parla in questo caso di “depositi dormienti”, ad indicare appunto quei depositi di somme di denaro con un saldo superiore a 100,00 euro, in relazione ai quali non sia stata effettuata alcuna operazione o movimentazione da parte del titolare o di terzi da questo delegati per un periodo di tempo di 10 anni.
La banca o le Poste in questi casi sono tenute ad inviare al cliente una comunicazione contenente l’invito a dare disposizioni entro i successivi 180 giorni al fine di “risvegliare” il deposito. Se ciò non avviene le relative disponibilità confluiscono in uno speciale fondo pubblico creato dallo Stato per risarcire le vittime dei crack finanziari.
Libretto di risparmio nominativo: smarrimento o furto
Va detto che trattandosi di un titolo nominativo non esiste il rischio che una persona diversa dall'intestatario possa effettuare operazioni su di esso. Detto questo se vuoi ottenere un duplicato di un libretto di risparmio nominativo o più in generale di un titolo di credito nominativo che ritieni di aver smaritto o ti sia stato sottratto, devi come prima cosa denunciare il fatto alla sportello della tua banca o dell'ufficio postale di riferimento. Questo il
che puoi utilizzare.
Ricevuta la denuncia, l'istituto emittente appone un avviso nei propri locali in cui diffida chiunque fosse in possesso del titolo di restituirlo oppure di notificare all'istituto stesso la propria opposizione entro 90 giorni dalla pubblicazione dell'avviso, con avvertenza che in difetto, il buono o il libretto sarà considerato inefficace.
Se nei 90 giorni successivi non accade nulla, ossia non viene presentata opposizione oppure il titolo non viene recuperato o rinvenuto, hai il diritto di ottenere dall'istituto emittente il rilascio del duplicato del libretto di risparmio.
Libretto di risparmio al portatore: smarrimento o furto
Se invece hai smarrito un libretto di risparmio al portatore, oltre alla denuncia all'istituto presso il quale il libretto è pagabile (indicando possibilmente il numero, l'eventuale intestazione e la somma iscritta a credito, unitamente a quelle altre notizie che possano contribuire ad identificare il libretto, a legittimare il diritto del denunciante ed a stabilire le circostanze della perdita) devi, entro 15 giorni dalla presentazione della denuncia stessa, presentare anche un ricorso al Presidente del Tribunale (dove fa capo giuridicamente la filiale bancaria di riferimento), corredato da tutte le prove che ne dimostrino il possesso e allegando copia della denuncia di furto/smarrimento all’autorità giudiziaria.
La presentazione dell'istanza di ammoratamento del titolo di credito richiede il pagamento di una marca da bollo di € 27,00 per diritti forfettari di notifica ed il versamento del contributo unificato nella misura di € 77,00. Il contributo unificato può essere pagato presso le tabaccherie; si può anche versare presso le succursali di Poste Italiane o istituti di credito utilizzando il modello F23 ed utilizzando come codice tributo il 941T.
Una copia in carta libera del ricorso devi trasmetterla all'istituto bancario o postale presso il quale il libretto è pagabile, mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno; in caso contrario, l'annotazione di fermo si ha per non avvenuta.
Se il Presidente ritiene attendibili i fatti esposti e convincenti le prove addotte dal ricorrente, emette un decreto con cui pronuncia l'inefficacia del libretto e autorizza l'istituto emittente a rilasciarne un duplicato (decreto di ammortamento).
Il decreto di ammortamento deve essere notificato dal ricorrente all’istituto bancario o postale. Quindi, trascorso il termine di 90 giorni senza che sia stata proposta opposizione, l’interessato deve farsi rilasciare dalla cancelleria del Tribunale una certificazione attestante la circostanza della mancata opposizione, e col suddetto certificato, potrà ottenere dall’istituto il duplicato del libretto. Questo il