Ricorso gerarchico esempio: modello editabile

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 02/11/2020
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Il modello proposto in questa scheda può essere considerato un esempio di ricorso gerarchico, vale a dire una istanza che un cittadino rivolge ad un ente gerarchicamente superiore in quanto ritiene che l'atto amministrativo adottato da un determinato ente pubblico debba considerarsi illegittimo.

Ricorso gerarchico: cos'è

Come detto si tratta di un ricorso stragiudiziale rivolto ad un ente della pubblica amministrazione da un soggetto il quale ritiene che un certo provvedimento amministrativo sia da considerarsi illegittimo e come tale vada annullato, revocato o riformulato.  

Il ricorso può essere presentato dinanzi all’organo gerarchicamente sovraordinato a quello che ha emanato l’atto (ricorso gerarchico proprio). Ad esempio si può proporre ricorso gerarchico al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti contro il provvedimento di sospensione o revoca della patente rilasciato dal Prefetto.

Nella fattispecie il ricorrente chiede al Ministero di intervenire affinché voglia annullare o riformare il provvedimento di sospensione/revoca della patente di guida per motivi di legittimità e/o di merito che andrà a specificare: ad esempio  incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere, illegittimità dell’atto per manifesta irragionevolezza, ecc.

Ma il ricorso si può presentare anche quando non esiste realmente un rapporto gerarchico tra organo che ha emanato l’atto e l’organo che deciderà sul ricorso, come nel caso del consiglio, della giunta, dell'assemblea, del comitato, della commissione e di ogni altro organo collegiale (ricorso gerarchico improprio).

In alternativa è possibile proporre ricorso alla stessa autorità che ha emanato l'atto (ricorso in opposizione). Ad esempio si ricorre nei confronti dell'ente che ha pubblicato gli esiti del concorso, in quanto si ritiene di essere stati ingiustamente esclusi dalla graduatoria.

Cosa riportare sul modello ricorso gerarchico

Sul modello occorre innanzitutto riportare i dati anagrafici e di recapito del ricorrente. Quindi vanno specificati

  • l'atto/provvedimento che si intende contestare (ad es. la sospensione della patente, la decisione di un consiglio comunale, il provvedimento di un Sindaco, ecc.);
  • i motivi di legittimità e/o di merito per i quali si chiede all'autorità di annullare o riformare il provvedimento contestato.

Il ricorrente può fondare il proprio ricorso gerarchico sul riscontro di:

  • vizi di legittimità. In generale con il ricorso si segnala il fatto che l'atto non è conforme alle prescrizioni stabilite nelle norme giuridiche. In particolare il ricorrente può denunciare una situazione di incompetenza (un'autorità amministrativa ha invaso la sfera di competenza di un'altra), di eccesso di potere (l'ente usa il potere per un fine diverso da quello dovuto, si riscontra un travisamento dei fatti, una illogicità o contraddittorietà della motivazione, si rileva una contraddittorietà con altri atti, ecc.) o di violazione delle norme (erronea interpretazione della legge, vizi di forma, ecc.). Tutti questi vizi determinano l'annullabilità del provvedimento;
  • vizi di merito. In questo caso con il ricorso si segnala che quel determinato atto è da considerarsi inopportuno, ingiusto o comunque non conforme alle norme di una buona ed imparziale amministrazione (art. 97 Costituzione).
Il ricorso va scritto su carta bollata, ma per la sua stesura non occorre il ricorso al legale.

Ricorso gerarchico: a chi va spedito

Il ricorso può essere spedito sia all'autorità che ha emanato l'atto (che poi lo spedirà a quella gerarchicamente superiore) sia direttamente all'autorità gerarchicamente superiore. Le modalità consigliate sono le stesse: consegna a mano, raccomandata a.r. o PEC.

Tempi del ricorso gerarchico

Il ricorso va presentato entro il termine previsto dalla legge per quel particolare tipo di atto, solitamente 30 giorni dalla comunicazione o notizia certa del provvedimento.

La Pubblica Amministrazione deve comunicare la propria decisione entro 90 giorni dalla presentazione del ricorso. Tuttavia se la P.A. non comunica la propria decisione all'interessato, il ricorso si intende respinto a tutti gli effetti.

Ricorso gerarchico respinto: cosa fare

In una simile ipotesi è possibile proporre ricorso all'autorità giurisdizionale competente (TAR) oppure ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. L'uno esclude l'altro.

RICORSO STRAORDINARIO AL CAPO DELLO STATO

Questo tipo di ricorso si definisce "straordinario" dal momento che è possibile proporlo solo quando non ci sono enti gerarchicamente superiori ai cui rivolgersi. Dunque è un ricorso amministrativo che può essere proposto solo contro atti definitivi e per di più solo per motivi di legittimità (non per vizi di merito).

Il ricorso deve essere proposto entro 120 giorni dalla notifica o dalla pubblicazione dell'atto impugnato e deve essere deciso con decreto del Presidente della Repubblica. Non è necessaria, ma consigliata, l'assistenza di un legale.

RICORSO AL T.A.R.

Il ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) può essere promosso solo per vizi di legittimità. Va notificato all'ente della P.A. entro 60 giorni (30 giorni per gli appalti pubblici) dalla notifica o pubblicazione del provvedimento impugnato 

Con il ricorso al TAR è possibile chiedere non solo l'annullamento del provvedimento, ma anche i risarcimento del danno. Due raccomandazioni:

  1. scegliere un legale esperto in diritto amministrativo
  2. valutare con molta attenzione la componente costi.

Contro le sentenze del TAR è ammesso reclamo presso il Consiglio di Stato.

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