Lavoro accessorio, per i voucher il limite sale a 7mila euro
Con il Jobs Act il tetto massimo di utilizzo dei voucher è stato innalzato da 5.050 a 7.000 euro netti annui. Per le imprese commerciali o i liberi professionisti che ricorrono ai voucher, invece, c'è sempre un tetto di 2.000 euro netti annui di utilizzo per ogni lavoratore. Il limite per chi percepisce prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito è di 3.000 euro netti annui.
Se, dunque, un lavoratore presta la propria attività per più di un imprenditore o professionista, non potrà ricevere da ciascuno più di 2.000 euro netti nel corso di un anno solare e complessivamente non potrà comunque superare la soglia di 7.000 euro netti all’anno (rivalutabili in base all’indice Istat).
Se il singolo committente - imprenditore o professionista - erogasse compensi superiori scatterebbe la trasformazione del rapporto tra le parti in un rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con conseguente applicazione delle sanzioni civili e amministrative. Per questo motivo è opportuno che il committente conosca preventivamente quanto già corrisposto al lavoratore, per la stessa tipologia contrattuale, da altri datori di lavoro, chiedendo al lavoratore stesso il rilascio di una dichiarazione sul non superamento degli importi massimi previsti, in base all'art. 46 comma 1, lett. o) del DPR 445/2000.
La trasformazione de rapporto di lavoro opera anche nel caso di un utilizzo dei voucher in un periodo diverso da quello consentito (30 giorni dal suo acquisto).
Alcuni numeri
Nel 2014 sono stati venduti complessivamente 69,2 milioni di voucher con + 69,6% rispetto al 2013. In particolare sono stati remunerati attraverso i voucher oltre un milione di persone con un età media di 36 anni. Ciascuno ha ricevuto in media 62 voucher nel corso dell’anno, con un compenso dunque di 500 euro circa.
Il settore in cui sono stati maggiormente utilizzati i buoni lavoro è quello del commercio (18,2%). Il 14% è utilizzato nei servizi e il 7,6% per giardinaggio e pulizia, il 12,3% nel turismo e il 2,6% in ambito domestico.
La maggior parte dei voucher è stata venduta al Nord (68,5%), mentre solo il 14,2% al Sud e nelle Isole.
Infine più della metà dei voucher sono stati comprati dai tabaccai, a seguire banche e sedi Inps.
Chi può utilizzare i voucher
Naturalmente possono utilizzare i voucher non soltanto le imprese commerciali e i liberi professionisti, ma anche gli enti pubblici, le imprese familiari e gli enti senza fini di lucro. Perfino le aziende agricole possono usufruire di questo strumento di pagamento. In particolare possono farvi ricorso:
- le aziende agricole con volumi d’affari superiori a 7.000 euro esclusivamente per prestazioni rese nell'ambito delle attività agricole di carattere stagionale (vendemmia, raccolta delle olive, ecc.) da pensionati e giovani sotto i venticinque anni regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado, compatibilmente con gli impegni scolastici, ovvero per prestazioni rese in qualunque periodo dell'anno se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso l'università;
- le aziende agricole con volumi d’affari inferiori a 7.000 euro per qualsiasi soggetto in qualunque tipologia di lavoro agricolo, anche non stagionale, purché il lavoratore non sia stato iscritto negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli dell’anno precedente.
Per maggiori informazioni, si rinvia alla lettura dell'articolo "Voucher in agricoltura, quando si possono utilizzare".
Vantaggi
Per il datore di lavoro
Il datore di lavoro può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, potendo anche contare sulla copertura assicurativa INAIL in caso di eventuali incidenti sul lavoro, senza la necessità di stipulare alcun tipo di contratto.
Occorre precisare che il voucher può essere utilizzato solo nei rapporti diretti prestatore / utilizzatore finale e quindi è escluso nell’ambito di contratti di appalto e somministrazione.
Per il lavoratore
Il lavoratore ha la possibilità di integrare le sue entrate attraverso queste prestazioni occasionali, sapendo che il compenso è esente da ogni imposizione fiscale (il voucher incorpora già una quota di tasse pagate oltre ad Inps e Inail), che ha assicurata la copertura previdenziale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato. È, inoltre, cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari.
Attenzione: il lavoratore non può essere remunerato attraverso dei voucher dallo stesso datore da cui è stato assunto come dipendente, neppure se svolgesse mansioni o prestazioni diverse.
Soggetti che possono svolgere lavoro accessorio
I prestatori che possono accedere al lavoro accessorio sono tanti: si va dai pensionati agli studenti nei periodi di vacanza, dai percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito (cassintegrati, titolari di indennità di disoccupazione, lavoratori in mobilità, ecc.) ai lavoratori in part-time, dagli inoccupati ai lavoratori autonomi e ai lavoratori dipendenti pubblici o privati.
Dove si acquistano
I committenti imprenditori o professionisti acquistano esclusivamente con modalità telematiche uno o più carnet di buoni lavoro che ricordiamo sono orari, numerati progressivamente e datati. I committenti non imprenditori o professionisti possono acquistare i buoni anche presso le rivendite autorizzate.
Per ulteriori dettagli si consiglia la lettura dell'articolo "Voucher lavoro: cosa sono e come funzionano".