Prestito su pegno: cos'è e come funziona
La situazione finanziaria in famiglia non è delle migliori, le entrate stagnano mentre le spese da affrontare sono sempre tante. La soluzione potrebbe essere quella di richiedere un prestito o un'apertura di credito in conto corrente. Operazioni questa più semplice a dirsi che a farsi: senza una busta paga o una pensione, senza fornire le necessarie garanzie patrimoniali (ipoteca sugli immobili) o senza la fideiussione di un terzo, oggi è molto difficile ottenere un prestito dalla propria banca. Ma una soluzione c'è e si chiama prestito su pegno: è semplice da ottenere, veloce e sicuro. In questa scheda un fac simile di regolamento.
Prestito su pegno: cos'è
Il prestito su pegno o credito su pegno è un prestito in denaro che una banca concede ad una persona fisica in cambio della consegna di determinati beni mobili come oggetti d’oro o d’argento, pietre preziose, orologi, pellicce, tappeti, quadri, ecc.
Non vengono concessi prestiti su pegno in cambio di televisori ed elettrodomestici, prodotti commestibili e liquidi, indumenti e calzature usati, armi e più in generale di oggetti che la banca o la finanziaria, a suo insindacabile giudizio, dovesse ritenere opportuno rifiutare.
La persona che ottiene il prestito su pegno potrà rientrare in possesso del bene concesso in garanzia, solo nel momento in cui avrà restituito il valore di stima dell’oggetto più gli interessi stabiliti e le eventuali spese. Dal canto suo la banca (o la finanziaria) è garantita dal fatto di poter rientrare in possesso della somma prestata e degli interessi, in caso di mancato riscatto del proprio cliente.
Credito su pegno: perché è interessante
Si tratta di una forma di finanziamento piuttosto antica, ma che di recente - complice anche la crisi economica, la disoccupazione e la perdita del potere d'acquisto delle famiglie italiane - sembra essere tornato di grande interesse, non solo tra le fasce meno abbienti della popolazione, ma anche tra artigiani, commercianti e piccoli imprenditori.
Il motivo sta nel fatto che la concessione del prestito non prevede alcuna indagine amministrativa o patrimoniale, né la presentazione di documentazioni specifiche (buste paga, dichiarazioni dei redditi, fideiussioni, ecc.). E’ sufficiente presentarsi allo sportello della banca o della finanziaria con un documento di identità valido, il codice fiscale e la documentazione dei beni che si desiderano impegnare.
A chi rivolgersi
Chiaramente la filiale a cui dovrai rivolgerti dovrà essere quella che si occupa specificatamente della concessione di credito su pegno. C'è da dire a riguardo che in Italia non sono molti gli istituti finanziari che offrono questa tipologia di prestiti; ne citiamo due a titolo di esempio: Unicredit Banca, Banca Popolare di Milano, Intesa San Paolo, Compass, Ubi Banca, BPER, Unipol Banca, BNL Gruppo BNP Paribas, Banca Carige, ecc.
Presso le filiali di questi istituti (non tutte) sono presenti professionisti di qualificata esperienza in grado di valutare i tuoi oggetti e rilasciarne una valutazione. In questo modo potrai velocemente ottenere una somma di denaro commisurata al valore dell'oggetto dato in garanzia. Il tutto godendo della massima sicurezza, visto che i tuoi beni saranno custoditi in ambienti protetti della banca.
Il prestito su pegno esercitato dalla banca è regolato dalle vigenti disposizioni di legge (Regio Decreto 25 Maggio 1939, n. 1279, modificato dall'art. 161 del D. Lgs. 1/9/1993 n. 385) ed è disciplinato dal Regolamento interno della banca stessa. Su questa scheda trovi un fac simile di regolamento per il servizio di credito su pegno.
Prestito su pegno: a chi conviene
Come accennato in premessa, il credito su pegno potrebbe interessare tutti coloro che
- non sono in grado di offrire garanzie reddituali e patrimoniali, oppure
- non possono contare su una busta paga e per questo non possono ricorrere ad esempio alla cessione del quinto, oppure
- non possono fare affidamento su un parente o un amico disposto a fungere da garante del credito concesso (fideiussore), oppure
- non possono fare affidamento su un parente o un amico disponibile ad un prestito infruttifero tra privati, oppure
- coloro che in passato hanno avuto qualche problema con gli istituti di credito e che oggi sono identificati come "cattivi pagatori".
Come si calcola il valore del pegno
L’importo concedibile è commisurato al valore di stima delle cose offerte in pegno, stima che viene effettuata sulla base del valore commerciale dei beni, salva la facoltà della banca di rifiutare il prestito qualora vi sia motivo di ritenere che le cose offerte in pegno siano di provenienza illegittima. In questo caso la banca è tenuta a segnalare la cosa alle autorità competenti al fine di contrastare la ricettazione di merce rubata.
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente il valore dell'oggetto dato in pegno viene stimato da un perito della banca o della finanziaria. Tieni presente comunque che l'ammontare del prestito concesso sarà sempre inferiore al valore di stima.
A tal riguardo la legge stabilisce che l'ammontare del prestito non può eccedere i quattro quinti del valore di stima fissato dallo stimatore, quando trattasi di preziosi, e i due terzi del valore medesimo, quando trattasi di oggetti non preziosi (art. 39 del R.D. 25/05/39, n. 1279). Facciamo un esempio: supponiamo di portare in banca una collana incastonata con pietre preziose, valutata dal perito 2.500 euro. In questo caso l'ammontare massimo del prestito su pegno che si potrà ottenere sarà pari a 2.000 euro. Se invece si portasse un quadro di un autore famoso, stimato 5.000, si potrebbe ottenere al massimo un credito su pegno di poco più di 3.000 euro.
Generalmente il prestito su pegno viene concesso per importi non elevati e la durata del finanziamento può essere di tre mesi, sei mesi o di un anno al massimo, con un TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che naturalmente varia da istituto a istituto (può oscillare dal 9/10 al 17/18%). Parliamo di Taeg più che di TAN in quanto oltre al tasso di interesse sono previsti degli oneri accessori come spese di custodia e costi di assicurazione.
Credito su pegno: cosa accade in caso di mancato riscatto
Con la concessione del prestito la banca consegna al cliente una polizza che gli consente, una volta onorato il prestito, di riscattare i propri beni. Si tratta in particolare di una polizza al portatore che riporta la data in cui il prestito deve essere restituito, il capitale e gli interessi da pagare. Essendo al portatore chiunque la possieda può riscattare il relativo pegno rimborsando capitale concesso in prestito, interessi e ogni altro onere.
Tra l'altro il cliente può richiedere anche il riscatto anticipato previo pagamento del capitale e degli interessi calcolati sul periodo di effettiva fruizione del prestito.
Chiaramente trattandosi di una polizza al portatore, occorre prestare la massima attenzione per evitare l'utilizzo fraudolento da parte di terzi, in caso di smarrimento o sottrazione.
Ma cosa accade se alla scadenza chi ha ricevuto il prestito su pegno non fosse in grado di onorare i propri impegni? In un caso del genere la banca (o la finanziaria) diverrebbe automaticamente proprietaria del bene (la collana, l'argenteria, i gioielli, il quadro, ecc.) e potrebbe, decorsi 30 giorni dalla scadenza della polizza, metterlo all'asta e incassarne il ricavato. All'asta pubblica le cose costituite in pegno vengono aggiudicate al migliore offerente. Solo nel remoto caso in cui dalla vendita all'asta la banca ne ricavasse una somma superiore alla somma spettante, sarebbe tenuta a restituire la differenza all'ex proprietario.
Nel caso in cui sorga una controversia tra il cliente e la banca relativa all’interpretazione ed applicazione del contratto di prestito su pegno, il cliente può presentare un reclamo direttamente allo sportello della banca e se rimane insoddisfatto o non riceve risposta entro il termine di 30 giorni può rivolgersi all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF).