Finanziamento respinto: cosa fare
Per sapere cosa fare nel caso in cui un prestito ci venga rifiutato è importante indagare a fondo sui motivi che hanno spinto la banca o la finanziaria a prendere quella decisione: abbiamo un'età avanzata, oppure abbiamo richiesto una cifra spropositata rispetto alle nostre possibilità, oppure abbiamo offerto poche garanzie di solvibilità e via discorrendo.
Prestito rifiutato: cosa fare
Cominciamo col dire che gli istituti di credito non hanno un obbligo generale di fare credito. Normalmente le banche e le finanziarie, nel corso della fase istruttoria, valutano l'opportunità di concedere o meno un prestito sulla base di criteri e di fattori variabili quali, ad esempio: dati anagrafici, patrimoniali e reddituali, motivazioni alla base della richiesta di finanziamento, eventuali iscrizioni nei SIC, politiche di valutazione del rischio e via discorrendo.
Questo per dire che l'eventuale rifiuto di una richiesta di prestito è ascrivibile a molteplici fattori, utilizzati contestualmente dall'istituto nella valutazione del "merito creditizio". In altre parole un prestito rifiutato non implica necessariamente una valutazione negativa del cliente, ma solo una decisione assunta dall'istituto sulla base di molteplici elementi.
Ma cosa può fare esattamente una persona nel momento in cui gli viene respinta la richiesta di concessione di un prestito? Le azioni dipendono chiaramente dal motivo che ha indotto la banca o la finanziaria a prendere quella decisione.
GARANZIE ECONOMICHE
Così se le garanzie economiche sono ritenute dall'istituto insufficienti in relazione all'ammontare del prestito richiesto, si potrebbe cercare una soluzione individuando un garante, in altre parole un parente o un conoscente che si faccia carico dell'estinzione del finanziamento nel caso in cui il debitore principale incontri delle difficoltà nel rimborso delle rate.
La stessa soluzione potrebbe rendersi utile in caso di richieste di prestito fatte da persone di età avanzata.
ISCRIZIONE AL SIC
Ma il problema potrebbe essere anche un altro: la persona che richiede il prestito risulta un "cattivo pagatore", vale a dire risulta iscritto nei Sistemi di Informazioni Creditizie (Crif, CTC, ecc.) e nella Centrale Rischi della Banca d'Italia per non aver pagato con puntualità una o più rate di precedenti finanziamenti.
Ora è importante sapere che le informazioni contenute in queste banche dati potrebbero essere non corrette o non complete. Qualora sorgessero dei dubbi potrebbe rendersi opportuno chiedere non solo la conferma circa l’esistenza di determinate informazioni, ma anche la loro rettifica o cancellazione. Sul nostro portale è disponibile un
Tuttavia la presenza del proprio nome nel SIC o nella Centrale Rischi potrebbe banalmente dipendere anche da una precedente richiesta di prestito fatta ad un altro istituto di credito, poi non andata a buon fine. In questi casi è bene sapere che l'iscrizione nella banca dati permane per circa 30 giorni, dopodiché viene cancellata automaticamente. Dunque decorso questo termine è possibile presentare una nuova richiesta di finanziamento.
ISCRIZIONE ALLA CAI
Il rifiuto da parte della banca nel concedere un prestito, potrebbe dipendere anche da una eventuale iscrizione nella Centrale Allarme Interbancaria (CAI). Si tratta di un archivio informatizzato in cui sono contenute le irregolarità riguardanti l'uso di assegni (ad es. l'emissione di un assegno "scoperto") e carte di pagamento. Per una eventuale verifica segnaliamo che sul nostro portale è disponibile il
ossia il modello con cui richiedere l'accesso ai dati registrati in archivio.
ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEI PROTESTI
Va detto, infine, che la persona che ha richiesto il prestito potrebbe risultare "protestato", vale a dire iscritto nel Registro Informatico dei Protesti tenuto dalla Camera di Commerci. Ciò per il fatto di non aver onorato il pagamento di una cambiale, di un vaglia o di un assegno postale o bancario.
In questi casi è possibile ottenere attraverso precise procedure la cancellazione dal Registro, chiaramente a patto di poter dimostrare di aver saldato i propri debiti. Questa la modulistica reperibile dal nostro portale:
- modulo cancellazione protesto assegno;
- modulo cancellazione protesto cambiale;
- istanza riabilitazione protesto.
L'alternativa per il protestato potrebbe essere il ricorso alla cessione del quinto.
Prestito respinto: ricorso al Prefetto e all'ABF
Ma cosa fare se alla base del prestito respinto non c'è nessuno dei motivi sopra indicati?
Se la banca nega l'accesso al credito senza un giustificato motivo è possibile rivolgersi al Prefetto e chiedere di verificare se la condotta dell'istituto finanziario è da considerarsi corretto o meno. Questo il
Di fronte alla mancata concessione di un prestito, il cittadino potrebbe perfino ricorrere all'Autorità Giudiziaria, ma solo dopo aver proposto ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF) o alla Conciliazione Paritetica.