Centrale Allarme Interbancaria: quali dati contiene e come accedervi

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 21/06/2023

Emettere assegni senza disporre dei fondi necessari oppure utilizzare una carta di credito senza averne l’autorizzazione, potrebbe costarti molto caro. Casi come quelli ipotizzati, infatti, determinerebbero oltre all’applicazione di sanzioni pecuniarie, l’iscrizione del tuo nome alla Centrale Allarme Interbancaria (CAI), un archivio informatizzato in cui vengono appunto registrate tutte le irregolarità riguardanti l'uso di assegni e carte di pagamento (carte di credito, bancomat, ecc.). Nel prosieguo di questo articolo vedremo quali dati esattamente sono contenuti nella CAI, quali sono gli effetti di una iscrizione, come fare per visionare ed eventualmente rettificare taluni dati.

Quali dati contiene la Centrale Allarme Interbancaria

La CAI serve a prevenire ed eventualmente a sanzionare l'utilizzo irregolare di assegni bancari e postali e carte di pagamento, così da garantire la sicurezza nelle transazioni e fare in modo che la fiducia dei cittadini in questi strumenti di pagamento non venga mai meno. 

Per perseguire questo scopo l'archivio informatico CAI contiene - per il periodo indicato tra parentesi - dati e informazioni riguardanti:

  • le generalità di coloro che hanno emesso assegni bancari o postali emessi senza averne l’autorizzazione o senza disporre delle risorse finanziarie sul conto (6 mesi);
  • gli estremi degli assegni bancari e postali emessi senza autorizzazione o senza disporre dei fondi necessari (6 mesi);
  • gli estremi degli assegni bancari e postali non restituiti dopo la revoca dell'autorizzazione (10 anni);
  • gli estremi degli assegni bancari e postali denunciati per furto o smarrimento (10 anni);
  • le generalità di coloro che si sono visti revocare la carta di pagamento per mancanza di fondi (2 anni);
  • i dati delle carte di pagamento revocate e di quelle oggetto di furto e smarrimento (10 anni);
  • le generalità di soggetti a cui sono state applicate sanzioni amministrative e pecuniarie da prefetti per l’emissione di assegni bancari o postali senza autorizzazione (da 2 a 5 anni);
  • le sanzioni penali da parte dell’autorità giudiziaria per non aver adempiuto agli obblighi imposti dalla sanzione amministrativa (da 2 a 5 anni).

Al termine del periodo i dati vengono cancellati automaticamente.

Chi provvede all'inserimento dei dati

L'inserimento dei dati viene effettuato dai 

  • soggetti privati che gestiscono gli strumenti di pagamento (banche, uffici postali, intermediari emittenti carte di pagamento)
  • soggetti pubblici come Prefetture e Autorità giudiziaria.

Chi gestisce l'archivio informatico

La gestione dell’archivio informatico è stato affidato dalla Banca d’Italia a SIA, una società privata leader nel settore della progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati agli istituti finanziari e non solo.

L’archivio si compone di una sezione centrale che risiede presso SIA e di sezioni locali che risiedono presso gli stessi soggetti che provvedono ad effettuare le segnalazioni: banche, uffici postali, intermediari finanziari emittenti carte di pagamento e prefetture.

Cosa comporta l'iscrizione alla CAI

Essere iscritto alla CAI comporta conseguenze di non poco conto, ciò per il fatto di

  • essere soggetti al pagamento di sanzioni amministrative pecuniarie;
  • non poter emettere assegni per un periodo di 6 mesi, nel caso in cui l’iscrizione sia stata causata dal fatto di aver emesso assegni senza autorizzazione o senza provvista. Per la stessa durata qualunque banca e ufficio postale non potrà rilasciare nuovi carnet alla persona segnalata e di pagare gli assegni tratti dallo stesso dopo l’iscrizione nell’archivio, anche se emessi nei limiti dei fondi disponibili sul conto corrente;
  • non poter utilizzare carte di pagamento per un periodo di 2 anni. Durante questo periodo ciascun emittente può autonomamente decidere se rilasciare o meno una carta a un soggetto iscritto nella CAI.

Chi può accedere alla CAI

Sia le persone fisiche che giuridiche (società, enti, associazioni, ecc.) possono chiedere di visionare e verificare i dati presenti nella CAI e che li riguardano direttamente.

Con riferimento alle persone fisiche, possono fruire di questo servizio anche il tutore, il curatore, l'erede e perfino il chiamato all'eredità. Per quanto riguarda le persone giuridiche, possono avanzare richiesta solo le persone fisiche legittimate in base ai rispettivi statuti o ordinamenti.

Quali dati si possono consultare

Le persone fisiche e giuridiche possono consultare e verificare

  • i dati che li riguardano direttamente;
  • i dati “non nominativi”. In pratica chiunque può verificare se un certo assegno bancario o postale e/o di una determinata carta di pagamento risultano bloccati o meno. Nel primo caso occorrerà disporre di CAB, ABI e numero assegno, nel secondo caso del numero identificativo carta. 

Il servizio è gratuito.

CAI: come chiedere la consultazione dei dati

La persona interessata può accedere ai dati contenuti nella Centrale Allarme Interbancaria attraverso diverse modalità:

ONLINE

Basta andare sulla pagina che la Banca d'Italia ha appositamente riservato ai Servizi online (https://servizionline.bancaditalia.it/home), quindi premere sulla voce "Richiedi i dati" presente all'interno del primo box a sinistra, specificare l'oggetto della richiesta e proseguire con l'inserimento dei dati. La risposta sarà fornita da Banca d'Italia all'indirizzo di posta o alla casella di posta elettronica certificata (PEC) che l'utente ha indicato.

In alternativa si può consultare il sito della SIA (http://gbdpublx.sia.it/caipub/caiserv/FormInformativo1.jsp) per verificare eventuali blocchi riguardanti gli assegni. 

CON MODULO CARTACEO

In questo caso l'utente può compilare un modulo visura CAI predisposto da Banca d'Italia in due versioni, a seconda che la richiesta abbia ad oggetto dati nominativi o non nominativi;

TRAMITE GLI ENTI SEGNALANTI

In pratica la persona interessata può rivolgersi direttamente allo sportello della banca, dell'ufficio postale o dell'istituto che ha emesso la carta di pagamento.

Come detto non è richiesto il pagamento di alcun corrispettivo per la richiesta di informazioni contenute nella Centrale di Allarme Interbancaria.

Istanza cancellazione CAI 

Come detto, i dati registrati nella CAI dai soggetti abilitati restano memorizzati per un certo periodo (6 mesi oppure 2, 5 o 10 anni) e cancellati automaticamente alla data di scadenza. Dunque nella CAI non sono presenti "dati storici".

Una eventuale richiesta di cancellazione prima del termine non può essere avanzata alla Banca d'Italia, ma unicamente all'istituto finanziario che - secondo il cliente - si è reso responsabile di una segnalazione illegittima.

Iscrizione CAI irregolare: come fare un esposto

Se la persona fisica o giuridica che ha richiesto l’accesso alla CAI, riscontrasse l’inesattezza o la non completezza di taluni dati o peggio una iscrizione irregolare a seguito di un comportamento scorretto tenuto ad esempio dalla banca, potrebbe effettuare un esposto alla Banca d'Italia.

A tal fine è sufficiente consultare la solita pagina dedicata ai Servizi online (https://servizionline.bancaditalia.it/home) e cliccare sulla voce "Presenta un esposto".

E' importante sottolineare, tuttavia, che la Banca d'Italia non interviene nel merito della questione insorta tra il cliente e la banca che ha effettuato la segnalazione alla CAI, ma acquisisce l'informazione trasmessa dal cliente solo per esercitare al meglio la propria attività di vigilanza.

Questo significa che se il cliente vuole affrontare il problema e cercare di risolverlo, deve rivolgersi necessariamente all'istituto finanziario. 

Lo può fare recandosi personalmente allo sportello oppure compilando ed adattando questo

Se la controversia non trova una definizione, il cliente può fare appello all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) o al Garante per la protezione dei dati personali.

Segnalazioni alla CAI e alla Centrale Rischi o SIC: quali differenze

Mentre la segnalazione alla Cai avviene quando si emettono assegni scoperti o si utilizzano carte di credito senza averne l’autorizzazione (ad es. perché revocate, rubate, ecc.), quella alla Centrale Rischi e ai Sistemi di Informazione Creditizi (SIC) avviene quando si verifica un mancato o ritardato rimborso di finanziamenti e prestiti.

Pubblicato il 21/06/2023
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