Multe ai ciclisti: regole da rispettare per evitarle

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 02/02/2022

La multa in bicicletta è legittima se si infrangono le disposizioni previste dal nostro Codice della Strada. Dunque c'è un solo modo per evitare di incorrere in possibili sanzioni: conoscere le regole di comportamento e attenersi ad esse, una volta in sella alla due ruote. Di seguito una breve guida che ti spiega cosa si può e cosa non si può fare quando si guida una bicicletta.

Quando scattano le multe ai ciclisti

Quanti ciclisti in Italia pedalano senza sapere quali sono le norme da rispettare? Considerando le multe ai cliclisti elevate ogni anno dalle forze dell'ordine, abbiamo ragione di credere che non siano così pochi. 

E' importangte sapere che la circolazione dei velocipedi è disciplinata dall’articolo 182 del Codice della Strada, che è strutturato di 10 commi: ogni comma rappresenta in buona sostanza una regola da seguire per essere un ciclista diligente ed evitare di arrecare danno a te stesso e agli altri ciclisti su strada. L’elenco che segue prende spunto, dunque, dal Codice della Strada.

Regola 1

I ciclisti devono circolare su un’unica fila, sia nei centri abitati che fuori. I ciclisti possono viaggiare affiancati solo nei centri abitati, quando le condizioni della circolazione lo consentono, e comunque mai in numero superiore a 2. Fuori dai centri abitati, invece, devono sempre procedere su unica fila salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.

Regola 2 

I ciclisti devono reggere il manubrio con almeno una mano, mentre l’altra può eventualmente essere utilizzata per segnalare le proprie intenzioni. Ad ogni modo essi devono avere libero l'uso delle braccia e delle mani. Inoltre devono essere sempre in grado di muoversi con prontezza e libertà, assicurandosi un’ottima visuale sia di fronte, che ai lati. Tradotto non è possibile guidare una bici mentre si è al cellulare o mentre si tiene tra le braccia il proprio cagnolino.

Regola 3 

I ciclisti non possono trainare né farsi trainare da altri veicoli oppure condurre animali al guinzaglio.

Regola 4 

I ciclisti hanno l’obbligo di condurre il mezzo a mano nel caso in cui costituiscano pericolo o intralcio per la circolazione. In questo caso i ciclisti sono assimilati ai pedoni, dunque devono muoversi con prudenza.

Regola 5 

Non è possibile trasportare persone in bicicletta, a meno che il mezzo non sia adeguatamente attrezzato. Nello specifico, un maggiorenne può trasportare un minore fino a 8 anni di età, purché il mezzo sia dotato di un apposito seggiolino (articolo 68, comma 5 C.d.S.). Non è possibile trasportare più di un minore contemporaneamente, mentre sopra i 22kg non esistono seggiolini omologati.

Regola 6 

I velocipedi omologati al trasporto di altre persone oltre al conducente (ad esempio i risciò) devono però essere condotti esclusivamente da quest’ultimo.

Regola 7 

Sulle categorie di velocipedi appena citate, non è possibile trasportare più di 4 persone adulte (compresi i conducenti), al contrario è possibile trasportare contemporaneamente 2 minori fino a 10 anni.

Regola 8 

Il trasporto di oggetti è limitato dal fatto che questi debbano essere solidamente assicurati sul mezzo, senza sporgere lateralmente o longitudinalmente, limitando la visibilità e la mobilità dei ciclisti. Il trasporto di animali, invece, è consentito solo se questi ultimi vengano accuratamente riporti in un contenitore adeguato alla loro stazza. (Art. 170 C.d.S.).

Regola 9 

I ciclisti devono sempre usare le piste ciclabili, laddove siano state predisposte.

Regola 10 

I ciclisti che circolano fuori dai centri abitati mezz'ora dopo il tramonto del sole e/o mezz'ora prima del suo sorgere devono indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. La medesima attrezzatura è obbligatoria anche sotto le gallerie.

Altre regole per i ciclisti

Naturalmente il cicista, al pari di un automobilista, può essere multato se guida in contromano, se passa col rosso, se non rispetta l'obbligo di precedenza o se guida in stato di ebbrezza.

Addirittura può essere sanzionato per eccesso di velocità. Il cicista, infatti, soggiace agli stessi limiti di velocità di tutti gli altri veicoli. Se, dunque, in centro città è previsto il limite di 50 km/h anche il ciclista è tenuto a rispettarlo. Il problema semmai potrebbe porsi per le piste ciclabili, visto che il CdS non prevede nulla a riguardo. Nella fattispecie una eventuale multa potrebbe essere elevata nel solo caso in cui sia presente una segnaletica con indicazione del limite di velocità (apposta dal Comune).

Non è tutto perché i ciclisti, come vedremo meglio nel prossimo paragrafo, possono essere altresì sanzionati per mancanza di adeguato equipaggiamento come luci inesistenti o non funzionanti e mancanza di campanello.

Multe per bici senza equipaggiamento

Ora che sai quali sono le 10 norme che disciplinano la circolazione dei ciclisti ed in generale tutti i conducenti di un velocipede, passiamo ad approfondire alcune nozioni circa l’equipaggiamento del mezzo.

Se acquisti o hai acquistato una bicicletta nuova è molto probabile che sia già dotata di tutti i dispositivi obbligatori per legge. Al contrario, se hai comprato una vecchia bici di seconda mano, è probabile che manchino le luci o altri elementi assolutamente necessari alla circolazione nel rispetto della normativa vigente. Riassumendo ai minimi termini, devi assicurarti che la tua bici sia provvista di:

  • luce posteriore rossa;
  • luce anteriore bianca o gialla;
  • catarifrangente rosso posteriore;
  • catarifrangenti gialli su pedali e su raggi delle ruote;
  • giubbotto catarifrangente (mezz’ora dopo tramonto e mezz’ora prima dell’alba);
  • il campanello.

Ci sono, poi, alcuni elementi che non è obbligatorio installare o indossare sulle due ruote, tuttavia sono estremamente utili, per garantirsi e garantire agli altri sicurezza ed efficienza nella guida e nella segnalazione di intenzioni o pericoli. Questi elementi sono:

  • il giubbotto catarifrangente (indossato anche di giorno);
  • il casco;
  • lo specchietto.

Una riflessione particolare merita a nostro avviso il casco: che dia un contributo in termini di sicurezza a chi va in bicicletta potremmo perfino ritenerlo scontato. Eppure studi condotti in alcuni paesi come Canada, Regno Unito e Norvegia dimostrano come l'obbligatorietà del casco abbia determinato solo una riduzione nell'uso della bici, lasciando pressoché costante l'incidenza degli infortuni in termini percentuali. Come sia possibile tutto ciò? Secondo gli studiosi l'uso del casco rende il ciclista più sicuro e dunque con una maggiore propensione al rischio.

Al di là di quanto possano dirci questi studi e benché la legge italiana non preveda un suo uso obbligatorio (neppure per i bambini e i ragazzi fino a 14 anni), noi siamo dell'avviso che il casco rappresenti una dotazione estremamente importante nella prevenzione degli infortuni. Specie nei casi in cui l'impatto o la caduta risulta particolarmente rovinosa, indossare un casco potrebbe anche salvarci la vita.

Multe ai ciclisti: a quanto ammontano

I ciclisti che violano le disposizioni elencate nell’articolo 182 del Codice della Strada possono essere condannati dalle Forze di Polizia al pagamento di una sanzione amministrativa che va da 26 a 102 euro. I conducenti di velocipedi abilitati al trasporto di più persone, invece, sono sottoposti a multe più onerose, che partono da 42 euro per arrivare a 173 euro.

Multe in bicicletta: quando e come fare ricorso

Se ritieni di aver rispettato le regole sopra indicate e di non aver violato altre norme del Codice Stradale, puoi contestare la multa facendo ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto.

Ma in concreto in quali casi è possibile far ricorso contro una multa in bicicletta? Le casistiche sono tante, proviamo a fare qualche esempio.

Esempio n. 1

Se percorri una strada in contromano e vieni multato dai Vigili urbani, sappi che puoi proporre ricorso nel caso in cui si tratti di una Ztl o di una strada con carreggiata di 4,25 metri e con una segnaletica che impone un limite di velocità di 30 km/h. 

Esempio n. 2

Se sei rimasto coinvolto in un incidente con un pedone e a seguito dell'intervento delle forze dell'ordine non solo ti viene attribuita la responsabilità del sinistro, ma ti viene addirittura comminata anche una multa per eccesso di velocità, sappi che puoi proporre ricorso se lungo il percorso ciclopedonale non è presente alcuna una segnaletica limitativa della velocità.

Esempio n. 3

Se vieni multato perché alla guida con cellulare, sappi che puoi chiedere l'annullamento del verbale se riesci a dimostrare che si trattava di una chiamata di emergenza e non potevi fare a meno di rispondere.

Esempio n. 4

Così come puoi fare ricorso se il verbale riporta evidenti errori o vizi di forma (in quanto manca ad esempio il riferimento all’agente cha ha elevato la contravvenzione, l’articolo violato ecc.). 

Questo è il

che devi inoltrare al Prefetto entro 60 giorni dalla data della contestazione.

Al contrario, se preferisci fare ricorso al Giudice di Pace, devi agire entro 30 giorni (e non 60) dalla data della contestazione della violazione, recandoti presso gli uffici territoriali del Giudice di Pace oppure inviando tramite posta raccomandata con avviso di ricevimento tutta la documentazione utile. Nello specifico, questo è il 

da scaricare, compilare e inoltrare secondo le modalità che trovi riassunte nella relativa scheda.

Pubblicato il 02/02/2022   Foto: Flickr
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