Si può richiedere un acconto sul Tfr
Presentando una richiesta di acconto sul Tfr alla propria azienda, il lavoratore dipendente ha la possibilità di disporre della liquidità aggiuntiva necessaria per far fronte a spese impreviste come quelle per le cure mediche o a spese per investimenti come l'acquisto della prima casa. Ecco quali requisiti occorre soddisfare.
- Richiesta acconto Tfr: in cosa consiste
- Richiesta acconto Tfr: requisiti e condizioni
- Per quali motivi si può richiedere l'acconto del Tfr
- Acconto Tfr: quando non si può richiedere
- Il datore ha l'obbligo di soddisfare le richieste di anticipo Tfr?
- Come fare la richiesta anticipo Tfr
- Quale documentazione produrre per l'anticipo Tfr
Richiesta acconto Tfr: in cosa consiste
Complice gli ultimi anni di crisi economica, le famiglie italiane risultano sempre più stremate e soprattutto indebitate. Molte sostengono di aver avuto problemi a rimborsare con costanza le rate di mutuo, mentre una percentuale molto elevata delle famiglie con fasce di reddito medio-basso, ammette che non sarebbe in grado di far fronte ad una spesa imprevista di poche centinaia di euro. Di fronte a situazioni di questo tipo, la richiesta di acconto Tfr può costituire una vera e propria ancora di salvezza.
E' vero una famiglia potrebbe pensare di avviare un piano di ristrutturazione e risanamento della propria situazione debitoria o ad una azione di consolidamento dei propri debiti, col preciso fine di ottenere una liquidità aggiuntiva, ma sono operazioni indubbiamente non facili da portare a termine e comunque risolverebbero solo in parte il problema.
Molte famiglie di fronte a spese non preventivate sono tentate dal ricorrere alla cessione del quinto, dal richiedere un prestito vitalizio ipotecario o addirittura dal vendere la nuda proprietà della propria abitazione, ma c'è da dire che molto spesso queste soluzioni finiscono solo con l'aggravare una situazione economica già molto precaria.
Una soluzione efficace per salvare la famiglia in crisi di liquidità e permetterle di far fronte ad eventuali sopravvenute maggiori spese consiste nel presentare alla ditta per la quale si lavora una richiesta anticipo Tfr.
Il Tfr (Trattamento di Fine Rapporto) o più comunemente "liquidazione" o "buonuscita" è la somma che viene corrisposta dal datore di lavoro al lavoratore dipendente al termine del rapporto di lavoro, qualunque sia la causa che ne determina la cessazione (licenziamento individuale e collettivo, dimissioni, ecc.).
Si tratta di un accantonamento contabile ed è pari a circa una mensilità di stipendio all'anno. Gli importi accantonati sono rivalutati, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo Istat.
L'anticipo sul TFR naturalmente è soggetto a tassazione.
In caso di decesso del lavoratore, il Tfr accantonato è liquidato al coniuge, ai figli e, se erano a suo carico, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo. In mancanza di tali eredi, le indennità sono attribuite secondo le norme della successione legittima.
Richiesta acconto Tfr: requisiti e condizioni
Diciamo che l'anticipo Tfr può essere concesso solo al verificarsi delle condizioni e al possesso dei requisiti prescritti dalla legge (art. 2120 cod. civ.).
Innanzitutto il lavoratore deve aver maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Solo in questo caso può richiedere l'anticipo Tfr maturato fino a quel momento, nella misura massima del 70%.
Nel corso del rapporto di lavoro, l’anticipo Tfr si può ottenere soltanto una volta. Tuttavia in alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro è prevista la possibilità di effettuare una seconda richiesta qualora si registri una sopraggiunta necessità di ulteriori spese sanitarie o quando si manifesti la necessità di acquistare la prima casa di abitazione per i figli, anche se l'anticipo è già stato fruito per la propria abitazione. Chiaramente nel caso di ulteriore domanda, l’anticipazione può essere chiesta soltanto a valere sulle quote di Tfr ancora disponibili.
La richiesta acconto Tfr può essere avanzata anche nel caso in cui il lavoratore abbia devoluto il proprio Tfr ai fondi pensione.
Per quali motivi si può richiedere l'acconto del Tfr
Anche le motivazioni per cui è possibile richiedere l'anticipo Tfr sono stabilite dalla legge, ragion per cui non sempre è possibile ottenerlo. Per la precisione la richiesta di anticipo Tfr deve essere giustificata dalla necessità di:
- spese sanitarie per terapie e interventi definiti straordinari e necessari sulla base di una specifica dichiarazione rilasciata dalla ASL;
- acquisto o ristrutturazione della prima casa di abitazione per sé o per i figli;
- decurtazione o estinzione del mutuo ipotecario (a condizione che il mutuo sia stato contratto per l'acquisto della prima casa di abitazione per sé e per i figli e che per l'acquisto originario non si sia ottenuta l'anticipazione del TFR);
- spese relative a congedi per astensione facoltativa dei genitori parentali o per malattia del bambino;
- fruizione dei congedi per la formazione del lavoratore (conseguimento dei titoli di studio o partecipazione ad attività formative extra - aziendali).
L'acconto Tfr può essere utilizzato anche per estinguere un mutuo in corso, ma quest'ultimo deve essere stato acceso per l'acquisto della prima casa per sé o per i propri figli.
Attenzione: l'art. 2120 cod. civ., al comma 11, prevede esplicitamente la possibilità di definire, in ordine all'anticipo Tfr, criteri applicativi di miglior favore sia tramite contratti collettivi, stipulati a livello nazionale o aziendale, sia attraverso accordi individuali. Per cui sulla base di semplici accordi tra lavoratore e datore, ad esempio, l'anticipo Tfr in alcuni casi potrebbe essere concessa per il sostenimento di spese legali (a condizione che la controversia veda come parte il dipendente), spese funerarie (coniuge, parenti entro il 2° grado, altri parenti od affini purché conviventi), sfratti esecutivi non per morosità, ecc.
Acconto Tfr: quando non si può richiedere
Non possono chiedere l’anticipazione del TFR i dipendenti di aziende dichiarate in crisi e i dipendenti statali e pubblici.
Non si può chiedere, altresì, quando si ha una cessione del quinto in corso, a meno che non si ottenga una liberatoria dalla finanziaria. In questo caso, infatti, il tfr è vincolato alla cessione del quinto per tutta la durata del contratto visto che funge da garanzia. Questo significa che la finanziaria ha facoltà di rifarsi sul tfr in caso di licenziamento e quindi di mancato pagamento della cessione del quinto.
La stessa richiesta non è ammessa quando il TFR è soggetto a sequestro o pignoramento.
Il datore ha l'obbligo di soddisfare le richieste di anticipo Tfr?
Il datore di lavoro può erogare annualmente anticipi nella misura massima del 10% dei richiedenti, comunque nel limite del 4% del numero totale dei dipendenti. Ciò soprattutto al fine di evitare che imprese di piccole dimensioni siano private di una importante fonte di finanziamento.
Questo implica che il lavoratore, pur essendo in possesso dei requisiti previsti dalla legge, potrebbe non ottenere l'anticipo Tfr nel momento in cui il numero delle richieste superasse il 10% del totale dei dipendenti che ne hanno diritto, in ogni caso il 4% dell'intera forza lavoro.
Come fare la richiesta anticipo Tfr
La richiesta va fatta per iscritto al datore di lavoro. Questo il modulo richiesta anticipo Tfr da utilizzare. Sono disponibili anche modelli più specifici come
- modulo richiesta anticipo TFR per ristrutturazione;
- modulo richiesta anticipo TFR per difficoltà economiche;
- modulo anticipo TFR spese mediche dentistiche.
Sul nostro portale è altresì possibile scaricare il fac simile di quietanza liberatoria Tfr che il datore può far sottoscrivere al lavoratore dipendente al momento della liquidazione.
La documentazione da allegare al modulo richiesta anticipo Tfr varia in funzione delle motivazioni addotte dal lavoratore. In proposito ti consigliamo di visionare le schede sull'anticipo TFR per ristrutturazione e sulla richiesta anticipo TFR per spese dentistiche.
Quale documentazione produrre per l'anticipo Tfr
Nel caso in cui si richieda l’anticipo del Tfr per l’acquisto della prima casa di abitazione, benché l’art. 2120 del Codice Civile stabilisca tutt’altro, il lavoratore non è obbligato a documentare l’acquisto tramite l’atto notarile, ma è sufficiente che dimostri che l’operazione di acquisto è in corso di perfezionamento, ad esempio allegando il contratto preliminare di vendita o la concessione edilizia per la costruzione dell’edificio, oppure dimostrando la propria partecipazione ad una cooperativa edilizia.
Nel caso di ristrutturazione è necessario produrre un preventivo di spesa relativo agli interventi da effettuare, unitamente ai relativi permessi (se richiesti) e alla copia dell’atto attestante la proprietà dell’immobile da ristrutturare. In caso di anticipazione richiesta per interventi di ristrutturazione sulla prima abitazione dei figli dovrà essere allegato, inoltre, copia del certificato di stato di famiglia, rilasciato dal comune di residenza, attestante il rapporto di parentela.
Quanto alle spese mediche, è necessario che una struttura sanitaria pubblica rilasci un’attestazione con cui riconosca che la terapia o l’intervento sono necessari, ed accerti l’importanza e la delicatezza, da un punto di vista sanitario ed economico. È invece indifferente che il trattamento sanitario sia praticato presso una struttura pubblica a privata. Inoltre, non è necessario che il lavoratore abbia già provveduto al pagamento delle cure o che presenti fatture o preventivi.
È chiaro che, a seguito della erogazione dell'anticipo del TFR, il lavoratore dovrà consegnare al proprio datore di lavoro copia delle fatture o ricevute fiscali attestanti le spese sostenute e/o delle ricevute dei bonifici bancari attraverso i quali è stato disposto il pagamento. Dalla ricevuta deve risultare la causale del versamento, il codice fiscale dell’aderente e il numero di partita IVA ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.
Nei casi in cui la spesa per la quale è stata concessa l’anticipazione non sia più stata sostenuta o sia stata sostenuta solo in parte, oppure non sia documentata da fatture o ricevute, l’intero importo percepito, o quanto percepito in eccesso, dovrà essere restituito.
Non dimenticarsi mai di allegare, inoltre, una copia di un valido documento di identità.