Cos’è il Bail in e come tutelarsi

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 13/04/2016

Se stilassimo una lista delle parole più temute dagli italiani, Bail in occuperebbe sicuramente uno dei primi posti. Sicuramente le informazioni sommarie acquisite qua e là non hanno aiutato a fare chiarezza, per questo proponiamo, in questo articolo, una definizione esatta e completa di questa manovra. Che cos’è, come funziona, quando viene usata e perché.

Bail In: cosa significa questo termine

Bail in è una terminologia inglese che sta a significare “salvataggio interno”. Nel nostro caso a salvarsi sono le banche e il Bail in rappresenta una manovra straordinaria che viene messa in atto solo in situazioni realmente precarie.

Negli ultimi anni le Istituzioni Europee si sono occupate di predisporre piani alternativi che garantissero una risoluzione alle crisi bancarie. A questo scopo sono state introdotte nuove regole e nuovi piani per la gestione delle emergenze. Le nuove disposizioni, infatti, puntano a limitare i rischi di crisi e a risolvere le situazioni di difficoltà in maniera più morbida e veloce.

Gli strumenti per raggiungere questi obiettivi sono di due tipi: da una parte c'è una serie di misure preventive che le banche sono obbligate a seguire scrupolosamente, a prescindere dalla loro situazione; dall’altra è stato predisposto un piano di risanamento, che rappresenta, in pratica, un libretto di istruzioni da seguire nel caso in cui la banca si trovasse in difficoltà.

Tutte queste misure mirano a correggere le situazioni di rischio, che non rappresentano ancora una vera e propria emergenza. Qualora non siano sufficienti a migliorare la situazione, gli strumenti teorici lasciano spazio alle decisioni intraprese dall’Autorità di Risoluzione, della quale fanno parte La Banca Centrale Europea, il Comitato di Risoluzione Unico e la Banca d’Italia.

L’intervento delle massime autorità si traduce in un programma di salvataggio ad hoc, che nei casi più gravi culmina con la cosiddetta “procedura di risoluzione”: un insieme di manovre straordinarie atte a salvare il salvabile ed evitare la liquidazione della banca. Tra queste misure c’è il Bail in, che in pratica consiste nel prelievo forzoso dei depositi appartenenti agli azionisti, obbligazionisti e più in generale clienti della banca in crisi.

Bail in e Bail out

Il Bail in (salvataggio interno) è opposto al Bail out (salvataggio esterno) ovvero il procedimento attuato finora per sanare le crisi bancarie. Il Bail out, che è stato ora definitivamente abolito, prevedeva che un terzo soggetto si occupasse di salvare le sorti della banca.

Nella maggior parte dei casi questo soggetto era rappresentato dallo Stato, il quale si faceva carico dei debiti, risanandoli dall’esterno. Con il Bail in accade il contrario: le finanze della banca vengono salvate da soggetti interni ad essa, ovvero i suoi clienti: azionisti, obbligazionisti e correntisti.

Bail in: quando e come viene messo in atto

Se è vero che i soggetti in possesso di strumenti finanziari della banca contribuiscono a sanare la crisi della banca con i loro fondi, è vero anche che deve pur esserci una gerarchia tra gli “eroi” a cui è affidato il delicato compito. Fondamentalmente i soggetti più a rischio sono i proprietari di azioni della banca a cui seguono le obbligazioni convertibili e quelle subordinate non coperte da garanzia; anche i crediti non garantiti rischiano di essere coinvolti nel bail in, così come i conti superiori a 100.000 euro (siano essi appartenenti a persone fisiche o a piccole-medie imprese).

La regola principale è la seguente: più sono rischiosi gli strumenti in possesso dei creditori, maggiore sarà la probabilità che essi vengano usati per il risanamento dell’istituto in difficoltà (anche se la loro sottoscrizione risale a prima del 2016); ecco perché gli azionisti sono i primi a subire le conseguenze della crisi.

Se i fondi ricavati dalle azioni non sono sufficienti al salvataggio, il Bail in interesserà anche gli obbligazionisti, trasformando i titoli in azioni vere e proprie. Se anche ciò non dovesse bastare, si passa all’aggressione dei crediti non garantiti e dei depositi superiori a 100.000 euro, i quali però non possono essere ridotti a cifre minori di 100.000 euro. Va ricordato in proposito che i depositi di importo inferiore a 100.000 euro sono in ogni caso tutelati dal Fondo Interbancario di tutela dei depositi.

Le modalità del salvataggio interno saranno in ogni caso stabilite da uno schema di priorità redatto appositamente per l’intervento. Inoltre, fino al 31 dicembre 2018 i depositi superiori a 100.000 euro possono essere coinvolti nella manovra in egual misura ai crediti non garantiti, mentre dal 1 gennaio 2019 potranno essere implicati solo in seguito all’utilizzo di tutti gli altri strumenti.

Bail in: chi si salva

A questo punto è chiaro che i titolari dei conti correnti o conti deposito inferiori a 100.000 euro possono dormire sonni tranquilli, poiché la banca non può in alcun modo reperire le risorse necessarie ad arginare la crisi. Chi invece ha un conto che supera ampiamente i 100.000 euro può permettersi qualche remora, anche se, come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, a questi conti si attinge solo se il coinvolgimento degli altri strumenti si rivela insufficiente.

Non devono, inoltre, temere il Bail in i proprietari di obbligazioni bancarie garantite e più in generale i titolari di un deposito titoli su cui si trovano ad esempio fondi comuni, sicav, polizze, ma anche azioni, a patto però che appartengono ad una banca diversa rispetto a quella in difficoltà.

Anche coloro che posseggono una cassetta di sicurezza non devono temere alcun coinvolgimento, poiché il loro contenuto non può essere toccato dalla manovra. Ultima categoria di credito a non essere implicata nel Bail in è quella che raggruppa tutti i servizi necessari alla sopravvivenza della banca: pagamento del fisco e degli stipendi, pensioni ecc.

Bail in: conti cointestati

Cosa accade se due soggetti sono proprietari di un conto corrente cointestato che supera i 100.000 euro? La soluzione è semplice: la Garanzia del Fondo è di tipo nominale, ciò vuol dire che si tiene conto dei depositari che lo alimentano, innalzando quindi l’importo massimo garantito a 200.000 euro.

Al contrario, il proprietario di due diversi conti correnti (o deposito), essendo riconosciuto dalla Garanzia come soggetto unico, non riceverà alcuna garanzia sulle le somme di denaro eccedenti a 100.000 euro, le quali potranno essere utilizzate per il restauro finanziario della banca.

Bail in: come difendersi

Per evitare di essere coinvolti nella manovra di Bail in è necessario seguire alcuni semplici consigli: in primis è meglio resistere alla tentazione di acquistare le azioni della banca e, più in generale, scegliere con cura l’investimento giusto (leggi “Risparmio e investimenti: come tutelarsi”).

Qualora non si possa fare a meno di acquistare questo tipo di azioni, è consigliato mantenere basse le cifre e richiedere quante più garanzie possibili.

Ai proprietari dei depositi superiori a 100.000 euro, invece, si consiglia di trasferire le cifre eccedenti in un altro istituto. Anche se può apparire una scelta poco pratica, in realtà è quella migliore, perché esclude il rischio di coinvolgimento durante le situazioni di crisi. Si può scegliere anche il libretto postale, una banca online o l’accensione di un’assicurazione.

Ad ogni modo, che si acquistino strumenti finanziari o meno, è sempre consigliato tenersi informati sullo stato di salute della propria banca ed essere pronti a lasciarla non appena la situazione mostra segni di malessere. Se hai problemi con la tua banca e vuoi segnalare una situazione anomala puoi rivolgerti alla Banca d’Italia (leggi "Come presentare un esposto alla Banca d'Italia") o all’Arbitro Bancario (leggi "Problemi con la tua banca? Rivolgiti all'Arbitro Bancario e Finanziario").

Se la cosa non ti fa dormire sonni tranquilli, allora il consiglio è di trasferire il conto presso un istituto che offra maggiori garanzie. Si tratta di una operazione semplice, che viene attuata in tempi estremamente brevi e che - soprattutto - non comporta alcun costo (leggi "Il trasferimento del conto corrente diventa veloce e gratuito"). Per sapere come scegliere un conto corrente, segnaliamo la lettura di questo articolo.

Pubblicato il 13/04/2016
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