Risparmio e investimenti: come tutelarsi

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 22/01/2016

Le turbolenze sulle piazze finanziarie di mezzo mondo fanno preoccupare non poco i risparmiatori, che nelle ultime settimane hanno assistito passivamente ad una drastica contrazione dei capitali investiti. Poi c'è la vicenda legata alle quattro banche salvate dal governo grazie ad un apposito decreto, per effetto del quale gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati hanno praticamente subito un azzeramento dei risparmi di una vita.

E come se non bastasse dal 2016 in base alla direttiva europea 2014/59, troverà applicazione il tanto famigerato "Bail-in", una procedura che autorizza le banche a rivolgersi direttamente ai propri clienti in caso di dissesto finanziario, in particolare azionisti, obbligazionisti e correntisti. Questi ultimi non verranno chiamati in causa, nel salvataggio del proprio istituto, solo se i depositi e i conti correnti saranno inferiori a 100.000 euro. Un principio tutto sommato condivisibile, ma a patto che il risparmiatore sia stato correttamente informato sui rischi dell’investimento e sullo stato di salute della banca, così da poter prendere decisioni consapevoli sull’impiego dei propri capitali.

Ma come può un risparmiatore che decidere di investire i propri risparmi scoraggiare o neutralizzare un possibile comportamento scorretto o poco trasparente da parte della banca o dell'intermediario finanziario?

Investimenti: una corretta informazione

Una delle prime cosa da fare nel momento in cui ci si accinge a sottoscrivere un contratto di investimento è verificare che chi lo propone sia un soggetto autorizzato dalla legge. Un aspetto questo che assume una particolare rilevanza quando ad esempio si riceve a casa o nel proprio ufficio un promotore finanziario.

E’ importante poi che tu riceva dall'intermediario finanziario informazioni complete, chiare e non fuorvianti su ciò che ti viene proposto, ciò ti aiuterà a prendere decisioni consapevoli. A tal proposito devi sapere che i prodotti o servizi che ti vengono offerti devono non solo tener conto non dei tuoi obiettivi e delle tue esigenze, ma essere anche adeguati e appropriati al tuo profilo di investitore. Così se sei poco incline al rischio o se la tua esigenza è di smobilizzare a breve il capitale, la tua banca non dovrebbe mai proporti un investimento di tipo azionario.

Ricorda, inoltre, di farti rilasciare una copia del contratto sottoscritto e di ogni altra documentazione relativa all’investimento effettuato.

Recesso da un contratto di investimento

Per i contratti stipulati "fuori sede", per esempio nella tua abitazione o nel tuo ufficio, hai 7 giorni per annullare il contratto senza che ti venga addebitato alcun costo. Per le polizza vita il diritto di ripensamento viene esteso fino a 30 giorni. Per ulteriori approfondimenti puoi leggere l’articolo "Come annullare un investimento finanziario".

Come reclamare verso la banca o l'intermediario finanziario

Cosa fare nel caso in cui si dovesse subire una perdita economica derivante da operazioni di investimento (azioni, fondi comuni, polizze, gestioni patrimoniali, obbligazioni, ecc.) effettuate per il tramite della propria banca?

E’ buona norma ricordare che ogni forma di impiego dei propri risparmi ha caratteristiche particolari che vanno analizzate con cura prima di concludere un contratto di investimento. In generale devi sapere che la "redditività" di un investimento nel tempo dipende dal rischio associato all'investimento stesso, dove per rischio si intende non solo quello di non ottenere quanto preventivato, ma anche l’eventualità di poter perdere l'intero capitale investito. Più basso è il rischio, minore è il rendimento che ci si deve aspettare. Al contrario, maggiore è il rischio, più alta è la possibilità di guadagno.

Proprio perché non c’è investimento senza rischio, una delle regole fondamentali da tener presente è quella di non impegnare tutto il denaro, poco o tanto che sia, in una sola forma di investimento, ma diversificare, ossia distribuire i risparmi su più strumenti finanziari.

Ciò premesso, se hai subito una perdita del tuo capitale investito e di questo ritieni responsabile proprio la banca o l’intermediario finanziario cui hai affidato i tuoi risparmi, perché ad esempio ti è stata sottaciuta la componente rischiosa relativa al tipo di investimento proposto, puoi chiedere l’annullamento del contratto di investimento e contestualmente il rimborso di tutte le somme versate oltre il risarcimento dei danni subiti. Questo il fac simile che puoi utilizzare.

E’ bene in questi casi disporre di tutta la documentazione contrattuale e non, relativa all’investimento effettuato. Se qualcosa è andato perso o non ti è stato consegnato a suo tempo, sappi che puoi farne richiesta, anche a posteriori, inviando all’intermediario questo

La banca o qualsiasi altro intermediario finanzario ha 60 giorni di tempo per rispondere alla tua lettera. Se la risposta non arriva oppure non ti soddisfa, puoi tentare una risoluzione in via stragiudiziale della controversia rivolgendoti all'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF).

Arbitro per le Controversie Finanziarie: cos'è e come farvi ricorso

L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) è un sistema di risoluzione delle controversie più agile, efficiente ed economico rispetto al ricorso all’Autorità giudiziaria. In buona sostanza l'ACF, istituito presso la Consob e attivo dal 9 Gennaio 2017, ha come obiettivo quello di fornire un supporto ed un'assistenza a quei risparmiatori che ritengono di aver subito un torto dal comportamento tenuto dalla proporia banca o dalla società di consulenza finanziaria.

Può proporre ricorso all'ACF solo l'investitore cosiddetto “retail”, ossia un risparmiatore che - a differenza dell'investitore professionale - non possiede particolari competenze, esperienze e conoscenze in tema di investimenti.

Inoltre il ricorso deve riguardare la violazione, da parte degli intermediari, degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza nell'esercizio delle proprie attività ed in particolare dei servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio.

Altre condizioni necessarie per un ricorso all'ACF sono:
- la somma richiesta all’intermediario in termine di risarcimento dei danni non deve superare i 500.000 euro;
- sulla vicenda oggetto di ricorso non devono essere pendenti altre procedure di risoluzione extragiudiziarie delle controversie;
- deve essere stato preventivamente presentato un reclamo all’intermediario che ha risposto in maniera insoddisfacente oppure non ha risposto nei 60 giorni successivi alla presentazione.

Il ricorso all’ACF è gratuito e si può proposto da solo o con l'assistenza di un procuratore (ad esempio un legale) o di un'associazione consumatori. La decisione arriva nell'arco di 180 giorni massimo dal completamento del fascicolo da parte del Collegio.

Per sapere come presentare ricorso all'Arbitro per le Controversie Finanziarie e cosa succede dopo la presentazione del ricorso, ti consigliamo di leggere l'articolo "Arbitro per le Controversie Finanziarie: scopri come fare ricorso".

Ricorso alle vie legali

Se neppure il ricorso all’organismo di conciliazione ti ha soddisfatto, non resta che intraprendere la via legale. Chiaramente in questo caso occorre mettere in preventivo delle spese (processuali e legali) e sapere soprattutto che i tempi per un primo grado di giudizio non saranno brevi.

L’aspetto importante da sottolineare è che la legge prevede la cd. inversione dell’onere della prova, ossia spetta alla banca o all’intermediario finanziario dimostrare di aver agito correttamente nei confronti del cliente, di aver rispettato tutti gli obblighi che la normativa di settore pone a suo carico e di aver agito con la necessaria diligenza professionale.

Si rende infine necessaria una denuncia - querela alla Procura nel caso in cui dovessi trovarti di fronte ad un raggiro o ad una truffa perpetrata ai tuoi danni.

Pubblicato il 22/01/2016
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