Assegno di ricollocazione per i disoccupati: cos'è e come funziona
Si tratta di uno strumento che aiuta la persona disoccupata a migliorare le possibilità di trovare la propria ricollocazione nel mondo del lavoro. Ci riferiamo all'assegno di ricollocazione, una misura destinata alle persone disoccupate che percepiscono la Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego (NASpI) da almeno quattro mesi. E' coordinata dall'Anpal - Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro - e gestita tramite la rete pubblico-privata dei servizi per il lavoro. Ecco tutti i dettagli di questa misura.
Assegno di ricollocazione: cos'è
L’assegno di ricollocazione per i disoccupati o voucher disoccupazione è un bonus di importo variabile di cui potranno beneficiare i soggetti in possesso di determinati requisiti, col fine di trovare, nel minor tempo possibile, un nuovo impiego. Si tratta, in altre parole, di una nuova forma di sostegno per i disoccupati che ha il preciso scopo di favorire il loro reinserimento nel mercato del lavoro.
Tuttavia a differenza di quanto accade con la concessione dei classici sussidi di disoccupazione, in questo caso l'assegno di ricollocazione non entra nelle tasche dei lavoratori, bensì viene adoperato dalle agenzie di collocamento per accompagnare il lavoratore nel suo percorso di reinserimento.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni può mettersi in contatto con l'Anpal il numero verde 800.000.039 dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì o inviando una e-mail a info@anpal.gov.it.
Assegno di ricollocazione: come funziona
L’assegno di ricollocazione può essere speso dal disoccupato presso i centri per l’impiego, le agenzie per il lavoro accreditate e la Fondazione Consulenti del lavoro, per usufruire di un servizio personalizzato di assistenza e sostegno alla ricerca del lavoro.
In pratica il disoccupato sarà assegnato ad un tutor che lo aiuterà a cercare un nuovo lavoro, a definire un programma di formazione, a ricercare ed analizzare le opportunità occupazionali, a promuovere il proprio profilo professionale presso le aziende. Chiaramente la persona titolare dell’assegno di ricollocazione deve mostrarsi disponibile e collaborare a questo tipo di attività.
L’aspetto interessante è che l’assegno di ricollocazione viene pagato all’agenzia che eroga il servizio di assistenza, solo nel caso in cui il percorso abbia successo e, quindi, il disoccupato trovi effettivamente lavoro. In particolare l’agenzia incassa l’assegno per l’intero ammontare se il disoccupato viene assunto con contratto a tempo indeterminato (anche apprendistato). Qualora, invece, venga assunto con contratto a tempo determinato di almeno 6 mesi (da 3 a 6 mesi nelle regioni Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) o part-time, l’assegno viene dimezzato.
Il programma dura 6 mesi, prorogabili di altri sei qualora non sia stato consumato l’intero ammontare dell’assegno.
Con l’assegno di ricollocazione vengono sospese le misure previste dal Patto di servizio personalizzato, se già sottoscritto. Ricordiamo che il Patto di Servizio Personalizzato è una sorte di contratto, che il lavoratore disoccupato, nel momento in cui fa richiesta della NASpI, è tenuto a stipulare con il proprio Centro per l'Impiego. L'obiettivo è obbligarlo a partecipare ad una ricerca attiva del lavoro, a corsi di formazione e di riqualificazione professionale, ad attività e laboratori di orientamento, che possano di favorire il suo reinserimento nel mondo del lavoro. Chi si rifiuta di stipulare il patto di servizio rischia non solo di ricevere delle sanzioni, ma anche la revoca della Naspi.
Assegno di ricollocazione: a quanto ammonta
L'importo dell'assegno di ricollocazione varia da 200 a 5.000 euro, secondo il profilo di occupabilità e la tipologia di contratto.
Per occupabilità si intende il valore di una persona nel mercato del lavoro. L'occupabilità di una persona è influenzata da diversi fattori di natura oggettiva e soggettiva, che incidono in misura più o meno significativa sull'inserimento nel mercato del lavoro: richiesta del mercato verso quella particolare figura professionale, caratteristiche oggettive della persona (età, sesso, condizioni di salute, ecc.), capacità professionali della persona e così via. Un elemento non trascurabile è anche la distanza della persona dal mercato del lavoro.
In definitiva ad ogni lavoratore disoccupato viene attribuito un punteggio sulla base di una serie di parametri e in relazione ad esso gli viene concesso un assegno di un determinato importo: più è basso il livello di occupabilità, più elevato sarà l’importo dell’assegno di ricollocazione.
Assegno di ricollocazione: requisiti dei disoccupati
Possono beneficiare dell’assegno di ricollocazione 2018 solo coloro che percepiscono la NASpI e non sono ancora riusciti a trovare un nuovo lavoro dopo 4 mesi di indennità di disoccupazione. Quello dei 4 mesi è il termine minimo che dà diritto all’assegno di ricollocazione disoccupati. Ma perché possono beneficiare dell'assegno di ricollocazione solo coloro che percepiscono la Naspi? Il motivo in realtà è molto semplice: se lo Stato riesce nell'obiettivo di reinserire il disoccupato nel mondo del lavoro non è più tenuto a corrispondergli la Naspi, dunque ha tutto l'interesse a ricollocare un lavoratore.
Ricordiamo che la NASpI, acronimo che sta per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un assegno che spetta ai lavoratori in disoccupazione involontaria ed è stato introdotto il 1° Maggio 2015 con il Jobs Act. Se vuoi saperne di più leggi "Naspi 2018: ecco come richiedere l'indennità di disoccupazione".
Assegno di ricollocazione: come inoltrare la domanda
Trattandosi di una sperimentazione, in questa prima fase l’assegno sarà elargito - come si è detto - ad una platea molto ristretta, composta da circa trentamila disoccupati estratti a sorte e in possesso di quei requisiti descritti. In definitiva tutti coloro che appartengono a questo campione (hanno ricevuto una al proprio domicilio una comunicazione congiunta ANPAL-Regione/Provincia autonoma di riferimento), non dovranno far altro che iscriversi al portale ANPAL e richiedere l’assegno di ricollocazione, scegliendo l’ente che si occuperà del percorso di riqualificazione.
Chi vuole verificare se rientra nel campione, non deve far altro che accedere al sito dell'Anpal e cliccare sulla voce "assegno di ricollocazione" presente in home page; quindi inserire il proprio codice fiscale e cliccare sul pulsante azzurro "Verifica". Si sottolinea il fatto che non è possibile essere inseriti in altro modo nel campione statistico, dunque eventuali proposte di inserimento a pagamento vanno denunciate all'indirizzo di posta elettronica info@anpal.gov.it.
Conclusa questa fase di sperimentazione, l'assegno di ricollocazione sarà esteso a tutti, ma solo su espressa domanda da parte delle persone interessate. In pratica la richiesta si farà sul sito dell'Anpal, scegliendo liberamente l'ente che offre i servizi più adatti alla propria condizione. Dopo aver effettuato la richiesta di iscrizione, il lavoratore riceverà tramite posta le credenziali di accesso alla sua area riservata, dalla quale potrà effettuare la domanda per l'assegno di ricollocazione, visionare l’avanzamento della procedura e conoscere l’importo del sussidio.Al contrario, chi non ha molta dimestichezza con il computer può recarsi al Centro per l'Impiego più vicino e palesare la volontà di richiesta dell’assegno di ricollocazione. Seguirà un colloquio conoscitivo che permetterà agli operatori di inserire il lavoratore in una classe di profilazione che rifletterà il livello di occupabilità (naturalmente lo stesso procedimento verrà effettuato anche per chi intraprende la procedura telematica).
Assegno di ricollocazione: decadenza
L’assegno di ricollocazione decade al verificarsi di due situazioni opposte:
- nel caso in cui il soggetto che gode del sussidio non si adoperi nella ricerca attiva del lavoro, non partecipi al percorso di riqualificazione o rifiuti offerte lavorative congrue. Sulla congruità o meno di una proposta di lavoro incidono diversi fattori: la qualifica professionale, la durata della disoccupazione, durata del contratto, lo stipendio minimo, ecc.;
- nel caso in cui il soggetto che gode del sussidio trovi effettivamente un impiego grazie alle politiche di accompagnamento attivo al lavoro.
In questi casi il soggetto erogatore del servizio di ricollocazione ha l’obbligo di informare il centro per l’impiego e all'ANPAL, così da disporre l'immediata sospensione dell'assegno.
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