Adempimenti dopo il decesso: cosa devono fare gli eredi in caso di morte

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 15/11/2023

I figli eredi subito dopo il decesso del genitore devono assolvere ad una serie di adempimenti burocratici e amministrativi: comunicare il decesso a enti pubblici o a società private, presentare la dichiarazione di successione, volturare o chiudere le utenze, gestire il patrimonio ereditario, provvedere alla restituzione dei documenti personali del defunto e via discorrendo. In questo post cercheremo di fornirti le informazioni relative a tutti gli adempimenti dopo il decesso.

Adempimenti successivi al decesso

La morte di una persona cara rappresenta un momento davvero difficile da affrontare e superare. Tuttavia anche di fronte ad eventi così dolorosi è quanto mai importante che, superata la fase di choc e di smarrimento, si riesca nel più breve tempo possibile a metabolizzare la perdita e a riprendere il contatto con il mondo circostante. Ciò in virtù del fatto che sin dal primo istante i parenti del defunto devono farsi carico di alcune incombenze spiacevoli eppure inevitabili. Vediamo esattamente quali.

Decesso avvenuto in casa

Se la morte è soproggiunta mentre la persona era in casa, devi chiamare il medico curante, che constaterà il decesso e compilerà la cosiddetta scheda di morte ISTAT da inviare al Comune. Si tratta di un documento ufficiale che certifica le cause di morte a fini sanitari, epidemiologici e statistici. Se il medico curante non è disponibile, ti puoi rivolgere alla guardia medica. La documentazione predisposta dal medico dovrà, entro le 24 ore, essere consegnata all'Ufficiale di Stato Civile del Comune in cui è avvenuta la morte. Di questa incombenza può occuparsi un parente, un convivente del defunto o l'agenzia di pompe funebri.

Con la denuncia di morte l’Ufficiale di Stato Civile invierà il medico necroscopo nominato dall'Asl, che in qualità di pubblico ufficiale accerterà la realtà della morte e trasmetterà al Comune il certificato necroscopico. In questa fase è opportuno avere a disposizione documento d’identità e codice fiscale della persona defunta e di un parente, convivente o conoscente e possibilmente tutta la documentazione sanitaria relativa al periodo precedente il decesso.

Decesso avvenuto in ospedale o casa di cura

Se il decesso è avvenuto in un ospedale o in una casa di cura, sarà la direzione della struttura a fornire la documentazione necessaria per effettuare la denuncia di morte ed eventualmente a consegnarla direttamente al Comune.

Decesso avvenuto in altre circostanze

In caso di morte violenta, sospetta o in una via o luogo pubblico, è necessario avvisare le forze dell’ordine (Polizia di Stato o Carabinieri).

Se il decesso invece è avvenuto all’estero, si rende necessaria la trascrizione in Italia. A tal fine occorre disporre dell’atto di morte (in originale), emesso dall’Ufficio di Stato Civile competente, debitamente legalizzato e tradotto, e della documentazione comprovante la cittadinanza del defunto (se non iscritto nello schedario consolare).

Richiesta del certificato di morte

Con la comunicazione del decesso è possibile ottenere dal Comune il rilascio del certificato di morte. Ti consigliamo di richiederne più di una copia ufficiale, dal momento che si renderanno utili per sbrigare le pratiche burocratiche relative ai diversi contratti intestati alla persona deceduta.

Dopo aver presentato la denuncia di morte, è possibile organizzare il funerale e la sepoltura presso il cimitero cittadino o fuori del Comune di decesso. Ricordiamo che il funerale non può svolgersi se non sono trascorse almeno 24 ore dal decesso.

Ma tralasciamo questi aspetti e soffermiamoci su quelle incombenze pratiche di cui devono farsi carico i familiari della persona scomparsa. Ci riferiamo in particolare alle questioni che toccano ad esempio i rapporti con l'Inps, l'Agenzia delle Entrate, la banca, la compagnia di assicurazione, i fornitori dei servizi come gas, luce e acqua e così via. Analizziamoli uno ad uno.

Adempimenti dopo il decesso: la pensione INPS

In passato, alo scopo di evitare che l'Istituto di previdenza continuasse a versare la pensione sul conto corrente di una persona non più in vita, gli eredi avevano il dovere di comunicare il decesso del proprio caro all'Inps. Questo purtroppo non sempre accadeva, con la conseguenza che figli, mogli e parenti vari continuavano per mesi o addirittura anni a riscuotere l’intera pensione del proprio caro, nonostante all'anagrafe del Comune risultasse deceduto. Tante sono state le truffe smascherate dalle Fiamme Gialle e dai carabinieri negli ultimi anni e altrettante le persone denunciate alla procura per truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

Oggi la comunicazione di constatazione del decesso spetta al medico necroscopo. In altri termini è quest'ultimo che ha l'obbligo di spedire il certificato di accertamento del decesso all'Istituto di previdenza entro 48 ore dall'evento. Tutta la procedura avviene online direttamente sul sito dell’Inps. Questo il percorso da seguire: servizi > altre tipologie di utenti > medici certificatori > certificato di accertamento del decesso. Nel momento in cui l'Istituto di previdenza riceve la comunicazione, fa immediatamente scattare il blocco dei versamenti sui conti correnti bancari o postali.

La comunicazione all’istituto di previdenza serve anche a trasferire la pensione in capo all’erede, nel caso in cui il defunto beneficiava già di un trattamento pensionistico (pensione di reversibilità), oppure ad attribuire una pensione all’erede nel caso in cui la persona deceduta aveva semplicemente maturato il diritto alla pensione per via dei contributi versati (pensione indiretta).

La pensione di reversibilità spetta

  • al coniuge, anche se separato o divorziato, a patto che non si sia risposato;
  • ai figli che alla data della morte del genitore siano minori, studenti o inabili e a suo carico;
  • ai nipoti minori che erano a carico del parente defunto (nonno o nonna).

In mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti ne hanno diritto, se a carico del de cuius, anche:

  • i genitori qualora questi abbiano compiuto 65 anni e non siano titolari di pensione diretta e, in mancanza di questi,
  • i fratelli celibi e le sorelle nubili.

Questa la domanda di prestazioni ai superstiti Inps.

La successione e il testamento

La dichiarazione di successione va necessariamente presentata nel caso in cui nell'eredità vi siano beni immobili che si trovano sul territorio italiano o diritti reali immobiliari sugli stessi.

Non è invece obbligatoria se ricorrono contemporaneamente queste tre condizioni:

  • l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta;
  • l’attivo ereditario ha un valore che non supera i 100.000 euro;
  • nell’attivo ereditario non sono compresi beni immobili o diritti reali immobiliari.

La presentazione della dichiarazione di successione deve avvenire entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, che normalmente coincide con la data del decesso. Fino al 31 Dicembre 2018 si poteva utilizzare anche il Modello 4 cartaceo, dal 2019 invece si può ricorrere esclusivamente alla procedura online servendosi del software "SuccessioniOnLine", messo gratuitamente a disposizione dall'Agenzia delle Entrate.

Chiaramente prima di presentare la dichiarazione di successione, occorre verificare se esiste o meno un testamento. E' possibile, infatti, che quando era ancora in vita la persona abbia deciso per una ripartizione del patrimonio diversa da quella stabilita dalla legge (successione legittima), magari per favorire un parente che versava in particolari condizioni economiche o di salute o semplicemente per beneficiare un ente di pubblica utilità. E' bene sapere, tuttavia, che la legge italiana tutela i congiunti più stretti, i cosiddetti "legittimari" - per la precisione il coniuge, i figli legittimi, i figli naturali, gli ascendenti legittimi - i quali hanno sempre diritto ad una quota di eredità.

In definitiva se non ci sono legittimari, chiunque può liberamente disporre dei propri beni con il testamento, in caso contrario deve "riservare" loro una quota del patrimonio: casa, risparmi, auto, ecc.. Tale quota varia in funzione del tipo di eredi legittimari e del loro numero. Facciamo un esempio: se tuo padre ha lasciato solo te quale erede legittimario, tu avrai diritto a metà del suo patrimonio; l’altra metà ("quota disponibile") potrebbe andare alla Croce Rossa o ad un amico di tuo padre senza che tu possa fare alcuna opposizione. Se invece oltre a te, c'è anche un fratello e la mamma, quest'ultima avrà diritto ad un quarto del patrimonio e altrettanto spetterà ad ognuno di voi fratelli. Questo significa che la parte di cui tuo padre avrebbe potuto eventualmente disporre senza alcun vincolo, sarebbe stato il residuo quarto.

Può trattarsi di un testamento pubblico, nel qual caso dovrai rivolgerti al notaio che l'ha ricevuto (ti abbiamo già spiegato come scoprire l'esistenza o meno di un testamento), oppure di un testamento olografo. Accertata l'eventuale presenza di un testamento, occorre procedere alla sua pubblicazione prima di presentare la dichiarazione di successione. A tal fine ci si può rivolgere ad un notaio di fiducia.

Successione ereditaria e debiti

Il procedimento di successione ereditaria si conclude con l'accettazione, che trasforma il chiamato all'eredità in erede vero e proprio. Attenzione perché l'eredità può essere accettata anche tacitamente, ad esempio quando si cede la propria quota ereditaria ai coeredi, quando si effettua la voltura catastale su un bene immobile appartenente al defunto o quando si avvia una causa riguardante i beni del de cuius. In altri termini si diventa automaticamente eredi quando si compiono degli atti che presuppongono necessariamente la propria volontà di accettare l'eredità.

Ora prima di compiere uno di questi atti o accettare espressamente l'eredità (ad esempio attraverso una dichiarazione formale resa con atto pubblico davanti a un pubblico ufficiale) sarebbe opportuno acquisire maggiori informazioni sulla situazione economica e finanziaria della persona defunta. Già perchè devi sapere che con la morte di un parente si ereditano non solo case, auto e soldi, ma anche debiti. Dunque sapere se la persona defunta aveva delle esposizioni in banca o debiti con Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia) è estremamente importante.

Se si fa fatica a reperire certe informazioni e a delineare un quadro chiaro, allora potrebbe rendersi opportuno accettare l'eredità con beneficio d'inventario. In pratica ciò consente di tenere separato il proprio patrimonio da quello del defunto: in questo modo l’erede non sarà tenuto al pagamento dei debiti ereditati che superino il valore dei beni lasciati a lui dal defunto. L'accettazione con beneficio di inventario è obbligatoria per i minori o gli interdetti, i minori emancipati o gli inabilitati e per le persone giuridiche, le associazioni, fondazioni e gli enti non riconosciuti, escluse le società commerciali. 

Se, invece, dalle informazioni acquisite, emerge una situazione debitoria particolarmente pesante, allora il consiglio è di comunicare la rinuncia all'eredità. La rinuncia va formalizzata con una dichiarazione al Cancelliere del Tribunale o davanti al notaio entro tre mesi dal decesso se il chiamato all'eredità è nel possesso dei beni del defunto (ad esempio occupa la sua abitazione).

Sul nostro portale è possibile scaricare

Formalizzare la propria rinuncia non significa perdere il diritto di diventare erede, dal momento è possibile revocarla fino a quando l'eredità non sia stata accettata dagli ulteriori chiamati. Ma c'è un termine massimo per accettare l'eredità: 10 anni. La rinuncia, a differenza dell’accettazione, non può avvenire tacitamente. 

Utenze: cessazione, voltura o subentro

Anche la cessazione o la voltura delle utenze (telefono, acqua, luce, gas) è un’incombenza che ricade sugli eredi. A tal fine è sufficiente chiamare o scrivere a ciascun fornitore attingendo alle informazioni riportate su ciascuna bolletta. Se si intende cessare le forniture perché l’abitazione resterà disabitata in attesa di una futura occupazione o vendita, si può ricorrere ad uno dei seguenti fac simile:

Per il settore della telefonia è disponibile la seguente modulistica:

E’ opportuno allegare alla richiesta, una copia del documento di identità del richiedente e una copia del certificato di morte.

In alternativa si può decidere per il cambio intestazione bollette per decesso.

Adempimenti dopo il decesso: la tassa sui rifiuti

Per cancellare la persona defunta dal ruolo dei contribuenti Tari, è necessario che l’erede presenti all'ufficio tributi del comune una dichiarazione di cessazione. Ricordiamo, infatti, che la cancellazione non può essere effettuata d’ufficio sulla base della denuncia di morte. Questo il modulo disdetta tassa rifiuti che puoi scaricare dal nostro portale ed utilizzare in occasione della morte di un parente. La denuncia di cessazione da il diritto di essere esentati dal pagamento della tassa a decorrere dal primo giorno del bimestre solare successivo a quello in cui è stata presentata.

Attenzione: la denuncia di cessazione non può essere presentata se l'abitazione del defunto, pur non essendo effettivamente occupata, risulti predisposta all’uso, ossia disponga degli arredi e di almeno due utenze (ad es. gas, acqua, luce). Per maggiori informazioni leggi il post che abbiamo scritto sul tema disdetta tassa rifiuti.

Se il coniuge o un altro parente subentra nell’occupazione dell’abitazione, deve presentare contestualmente alla cessazione, anche la denuncia di nuova occupazione, per il cambio d’intestazione della tassa.

Se dovessero risultare debiti relativi agli anni pregressi, questi rientreranno nel patrimonio ereditario e dovranno essere soddisfatti da coloro che decideranno di accettare l'eredità.

Come comportarsi nei confronti di banca e Poste

Gli eredi devono informare prontamente la banca o le Poste della circostanza del decesso, producendo una copia del certificato di morte e riconsegnando assegni non utilizzati, bancomat, carta di credito e quant'altro. Naturalmente essi hanno diritto di conoscere quali siano i rapporti intestati alla persona defunta (conti correnti, libretti di risparmi, depositi di somme, custodia di titoli, mutui, cassette di sicurezza, ecc.), inoltrando un’apposita istanza all'istituto (leggi “Banche: come accedere ai dati del de cuius”).

Dopo la comunicazione, la banca e/o le poste provvedono al “congelamento” di tutti i rapporti in essere. Questo significa che non sarà più consentita alcuna operazione, almeno fino a quando non saranno noti i nominativi di tutti gli eredi e non sarà presentata all’istituto di credito una copia della dichiarazione di successione.

Se la dichiarazione di successione non deve essere presentata perché gli unici eredi sono ad esempio moglie e figli, il valore dell'attivo ereditario non supera i 100.000 euro e in esso non sono ricompresi beni immobili, potrà essere richiesta dall'istituto di credito una dichiarazione di esonero, da trasmettere all’Agenzia delle Entrate.

Se la persona defunta era intestataria o cointestataria di un mutuo, gli eredi hanno l’obbligo di accollarsi il debito con la banca e preoccuparsi del pagamento delle rate residue, a meno che non decidano di rinunciare all’eredità. Se si tratta di un mutuo ipotecario sulla casa di abitazione, gli eredi possono beneficiare delle detrazioni di imposta se in possesso dei requisiti previsti dalla legge.

Cosa fare dell'abbonamento RAI

Se la persona defunta, sola in casa, era titolare di una utenza elettrica di tipo residenziale ed era in possesso di un televisore, l’erede può presentare la dichiarazione sostitutiva per evitare l’addebito del canone sull’utenza elettrica intestata al deceduto. Nella fattispecie deve compilare la sezione “Dichiarazione” contenuta nel Quadro B del modello indicando se stesso e il proprio codice fiscale, anche se non fa parte della stessa famiglia anagrafica del soggetto deceduto. In pratica l’abitazione della persona defunta sarà coperta dall'imposta già versata dall'erede per la sua abitazione principale. Questo il modulo disdetta canone Rai per decesso.

Se invece la persona deceduta non era in possesso di alcun televisore presso la sua abitazione, sarà comunque necessario che l’erede predisponga la dichiarazione sostitutiva, questa volta compilando il Quadro A dell’apposito modulo, denominato “Dichiarazione sostitutiva di non detenzione”.

Per l'invio si può optare per la procedura telematica messa a disposizione dall'Agenzia delle Entrate o per la spedizione a mezzo posta; in quest'ultimo caso l'indirizzo è: Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – SPORTELLO ABBONAMENTI TV – CASELLA POSTALE 22 – 10121 TORINO.

Si raccomandata di allegare alla dichiarazione una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Auto intestata a defunto: cosa fare

Chi eredita un veicolo deve come prima cosa autenticare la propria firma sull'atto di accettazione dell'eredità, che può essere un atto pubblico oppure una scrittura privata con firma autenticata. L'autentica della firma può avvenire presso lo Sportello Telematico dell'Automobilista (STA) delle delegazioni ACI, presso gli uffici comunali (è previsto il pagamento di 0,52 Euro per diritti di segreteria) oppure da un notaio (in questo caso è previsto il pagamento di una tariffa).

Quindi entro 60 giorni dall'autentica, l'erede deve registrare l'atto all'ufficio provinciale dell'ACI - Pubblico Registro Automobilistico (PRA), il quale rilascerà il certificato di proprietà digitale (CDPD) aggiornato. Dal 5 ottobre 2015, infatti, il certificato di proprietà di un mezzo viene rilasciato dal PRA non più in formato cartaceo, ma in modalità digitale.

Naturalmente con il decesso di una persona, il passaggio di proprietà del veicolo va effettuato in favore di tutti gli eredi. Tuttavia poiché questa situazione sarebbe estremamente complicata da gestire, il consiglio è di effettuare un secondo passaggio in favore di uno soltanto degli eredi. Questo doppio passaggio di proprietà si può fare attraverso un'unica istanza, la qual cosa consentirebbe anche di risparmiare sulle spese di gestione della pratica.

Infine l'erede deve richiedere l'aggiornamento della carta di circolazione rivolgendosi all'ufficio provinciale della Motorizzazione Civile (UMC). Attenzione perché il mancato aggiornamento del certificato di proprietà e della carta di circolazione determina, in caso di fermo da parte delle forze dell'ordine, l'applicazione di sanzioni monetarie e il ritiro della carta di circolazione (art. 94 del Codice della Strada). Per il disbrigo di queste incombenze ci si può affidare ad una agenzia di pratiche auto.

Assicurazione auto con contraente deceduto

E per l’assicurazione auto cosa occorre fare? Anche in questo caso occorre comunicare il decesso del contraente alla compagnia assicurativa (fac simile disdetta rc auto per decesso), la quale provvederà a cessare immediatamente il contratto.

La classe di merito in questo caso può essere ereditata dai parenti più prossimi? Ricordiamo in proposito che la legge Bersani consente si di ereditare la classe di merito di uno dei familiari, ma solo se sono conviventi (leggi “Come ereditare la classe di merito assicurazione”).

Può beneficiare invece della classe di merito del contraente defunto, il coniuge in regime di comunione dei beni.

Detenzione armi ereditate: cosa fare

Se la persona defunta era in possesso di un’arma da fuoco, l’erede deve presentare immediata denuncia alla Questura o al Commissariato di zona oppure alla stazione Carabinieri. A tal fine può utilizzare questo modulo di denuncia di detenzione armi e munizioni.

Fatto questo, l'erede deve decidere se conservare l'arma (in questo caso deve possedere la licenza per il porto d'armi o richiedere uno specifico Nulla Osta) oppure cederla ad altri. Per sapere come fare nell'uno e nell'altro caso, leggi "Cosa fare quando si eredita un'arma?".

Dichiarazione dei redditi del defunto

L’erede deve preoccuparsi perfino di presentare, per conto della persona defunta, la dichiarazione dei redditi percepiti durante l’anno in cui è avvenuta la morte. L’Unico PF in particolare deve indicare, oltre ai dati del de cuius, anche quelli dell’erede che deve altresì firmare il documento in qualità di rappresentante del defunto.

L’erede, invece, che ha sostenuto le spese funebri, può riportare nella sua dichiarazione dei redditi una detrazione d’imposta nella misura del 19% calcolata sulla spesa massima di € 1.549,37. Dunque la detrazione massima è di € 294,38. Possono godere della detrazione fiscale il coniuge (anche se legalmente separato), i figli legittimi o adottivi e i nipoti diretti, i genitori, i generi e le nuore, fratelli e sorelle germani o unilaterali, il suocero o la suocera, nonni e nonne. Se le spese sono state sostenute da più di un erede, la detrazione sarà calcolata pro quota con una dichiarazione di ripartizione delle spese.

E come comportarsi se dopo qualche tempo l’erede riceve la notifica di un avviso di accertamento o di una cartella esattoriale intestata alla persona scomparsa? L’argomento è stato già affrontato, dunque per non ripeterci, ti consigliamo di leggere direttamente l’articolo “Che fare se arriva una cartella esattoriale al defunto”.

Documenti personali

L’erede non è tenuto alla restituzione del documento di identità o del passaporto del defunto. Tuttavia se gli stessi risultano smarriti, l’erede è tenuto ad effettuarne la denuncia alle autorità competenti. Stesso discorso vale per la patente di guida (leggi “Smarrimento o furto della patente di guida: ecco cosa fare”).

Pubblicato il 15/11/2023    3 Commenti
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55281 - Carolina
06/01/2021
Buongiorno Come devo fare per annullare pagamento di contratto di apparecchi auditivi per motivi morte. Grazie

50820 - Redazione
07/11/2017
Marta, per scoprire se la persona defunta ha fatto testamento può consultare il Registro Generale dei Testamenti o rivolgersi al Consiglio Notarile (legga l'articolo: "Come sapere se esiste un testamento").

50785 - marta b.
03/11/2017
Buongiorno, sono venuta a conoscenza della morte di una mia seconda cugina, avvenuta oltre due mesi fa in una località di vacanza. Alle esequie hanno provveduto alcuni amici, che tuttavia non hanno contattato i parenti, forse non essendo a conoscenza della loro esistenza. La signora in questione, sola, mi risulta avesse, oltre a me, altre due seconde cugine; non so se vi siano altri parenti. Non conosco la sua situazione patrimoniale, a parte un immobile di proprietà. A chi dobbiamo rivolgerci per verificare l'esistenza di volontà testamentarie o, in alternativa, per avviare tutte le pratiche del caso?


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