Furto di denaro da conto corrente: modello Word, pdf
Descrizione
In caso di prelievo non autorizzato dal conto corrente, occorre informare immediatamente la propria banca e chiedere il blocco di ogni pagamento, contestualmente sporgere denuncia sull'accaduto presso gli uffici delle forze dell'ordine. A questo punto è possibile chiedere all'istituto il rimborso delle somme sottratte.
Prelievo non autorizzato dal conto corrente: come può verificarsi
Un prelievo illegittimo da conto corrente può verificarsi per tanti motivi:
- il bancomat è stato rubato e con esso il relativo Pin, per cui per il ladro è stato molto semplice effettuare dei prelievi o disporre dei pagamenti, oppure
- un tizio ha presentato allo sportello un assegno con firma falsa o un assegno rubato, oppure
- l'assegno è stato incassato da persona diversa, oppure
- il titolare è rimasto vittima di un furto di identità. In pratica qualcuno si è impossessato dei suoi dati personali e li ha utilizzati per effettuare pagamenti o per ottenere un prestito, oppure
- il titolare è incappato in una truffa online. Ad esempio attraverso un abile e ormai noto stratagemma sono riusciti ad impossessarsi dei codici di accesso all'home banking (phishing) o direttamente della sua utenza telefonica, così da poter accedere ai servizi bancari online tramite le app presenti sullo smartphone o sul tablet (sim swap);
- ecc.
Prelievo illegittimo da conto corrente: come tutelarsi
Qualunque sia il motivo del prelievo non autorizzato dal conto corrente, è importante che il malcapitato si muova con tempestività.
Come prima cosa deve chiedere alla banca di bloccare ogni tipo di pagamento. A tal fine può recarsi personalmente allo sportello, oppure chiamare il numero che la banca mette a disposizione dei propri clienti per simili emergenze.
A questo punto deve presentare denuncia alla polizia o ai carabinieri e copia della stessa deve essere presentata all'istituto.
Infine deve chiedere alla banca il disconoscimento delle operazioni non autorizzate e, dunque, il rimborso di tutte le somme indebitamente sottratte. In questi casi la banca può addebitare al cliente una franchigia, che per legge non può comunque superare i 50 euro.
E' opportuno che tale richiesta venga trasmessa tramite raccomandata a.r. o posta elettronica certificata, allegando copia della denuncia di furto.
L'istituto non può sottrarsi dal rimborsare il proprio cliente, a meno che l'ammanco dal conto non sia legato ad un comportamento superficiale (aveva fornito i codici di accesso all'home banking ad un amico), colposo (il pin era custodito insieme al bancomat) o peggio doloso del proprio cliente.
Se pur avendone diritto, la banca si rifiuta di concedere il rimborso oppure non risponde alla richiesta di disconoscimento delle operazioni (ha 30 giorni di tempo per farlo), il cliente può presentare ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Ha 12 mesi della presentazione del reclamo per attivarsi in tal senso.
In alternativa il cliente può ricorrere all'autorità giudiziaria competente, ossia al Giudice di Pace (per controversie fino a 5.000 euro) o al Tribunale (per controversie di valore superiore) del luogo in cui è presente la banca.
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