Bonus famiglie: tutte le agevolazioni disponibili
Da diversi mesi, ormai, i nostri governanti insistono nell’affermare che questo lungo periodo di crisi sta lentamente giungendo al termine, riponendo molta speranza nei segnali di ripresa intercettati dai dati statistici. Sarà anche così ma i dati ci dicono in maniera inequivocabile che i cittadini italiani sono più poveri rispetto a qualche anno fa, che il risparmio è complessivamente calato, che il sovraindebitamento in cui sono incorse le famiglie italiane ha raggiunto livelli preoccupanti. Difficoltà a pagare con regolarità rate di prestiti e mutui (il settore del recupero crediti attraversa un momento più che mai florido), incapacità di far fronte a spese impreviste, affitti e bollette arretrate, rinuncia crescente alle vacanze: sono questi gli elementi che accomunano una buona parte delle famiglie italiane. Per fortuna in questi anni le istituzioni sono riuscite a mettere in campo un serie di interventi a sostegno delle famiglie che pur non avendo risolto i loro problemi, hanno quantomeno fornito un contributo al superamento di certe difficoltà. In questo articolo cercheremo di fare una panoramica dei bonus famiglie.
- Bonus famiglia: la Carta Acquisti (Social Card)
- Bonus famiglia: detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie
- Bonus famiglia per il risparmio energetico delle abitazioni
- Bonus famiglia per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici
- Bonus famiglia sui mutui prima casa
- Bonus famiglia per la cultura
- Bonus famiglia per l'elettricità
- Bonus famiglia per il gas
- Bonus famiglia per contrastare povertà ed esclusione sociale
- Bonus famiglia per figli nati o adotatti
- Bonus famiglia per baby sitter e asili nido
- Bonus famiglia: assegno di maternità
- Bonus famiglia: assegni familiari
- Bonus famiglia: assegno sociale
Bonus famiglia: la Carta Acquisti (Social Card)
Si tratta una carta gratuita che si usa come una normale carta prepagata, con l’unico particolare che le spese vengono addebitate e saldate dallo Stato. Da esso viene caricata bimestralmente di 80 euro, dando la possibilità di usufruire di 40 euro al mese al beneficiario che può usarla per acquisti alimentari, sanitari, e per pagare le bollette di luce e gas presso gli Uffici Postali.
Chi può richiederla
La Social Card può essere richiesta solo in presenza di particolari requisiti oggettivi da:
- Anziani con età non inferiore ai 65 anni
- Famiglie con bambini di età non superiore ai 3 anni
Come richiederla
E’ possibile richiedere la Social Card recandosi in un Ufficio Postale e presentando:
- questo modulo se si è un cittadino di età superiore ai 65 anni o quest'altro modulo nel caso si appartenga ad un nucleo familiare con un bambino di età inferiore ai 3 anni;
- il documento d’identità originale e una fotocopia dello stesso;
- l'attestazione ISEE valida per l’anno in corso.
Se la richiesta per l’ottenimento della Social Card viene accettata, si riceverà presso l’indirizzo di residenza una comunicazione scritta con l'invito a recarsi presso l’Ufficio Postale per il ritiro della carta. In una seconda comunicazione scritta, recapitata sempre presso l’indirizzo di residenza, si riceverà anche il codice di sicurezza della Carta (PIN) da usare qualora si effettueranno pagamenti attraverso i terminali POS degli Uffici Postali e negli ATM Postamat.
Ulteriori informazioni sui requisiti necessari per richiedere la Carta, sulle modalità di rinnovo e di recupero a fronte di variazioni sono contenute in questo articolo: “Carta Acquisti: chi ne ha diritto e come richiederla”.
Bonus famiglia: detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie
Se la casa ha bisogno di lavori di manutenzione o ristrutturazione, i cittadini privati hanno la possibilità di ottenere una detrazione fiscale dall'IRPEF pari al 50% delle spese sostenute, fino ad un tetto massimo di 96.000,00 euro. Questa particolare agevolazione resterà in vigore fino al 31 dicembre 2018, ma è probabile che venga estesa anche al prossimo anno. Tale detrazione è suddivisa in 10 quote annuali ed è applicabile solo sulle abitazioni situate su suolo italiano.
Chi può richiedere la detrazione
Gli aventi diritto alla detrazione sono, ovviamente, i proprietari degli immobili ma non solo. Anche chi lo occupa a titolo di locazione o comodato può beneficiare dell'agevolazione, così come chi risulta titolare di un diritto reale godimento o un familiare convivente del possessore dell’immobile o ancora il detentore dell’immobile purché faccia fronte alle spese a lui intestate.
Per quali lavori è possibile avere le agevolazioni
Per quanto riguarda le unità immobiliari residenziali e gli edifici residenziali, l’agevolazione fiscale copre: interventi di manutenzione straordinaria, opere di restauro finalizzate al risanamento conservativo o postumo ad eventi calamitosi, lavori relativi alla realizzazione di posti auto o rimesse, interventi finalizzati ad eliminare le barriere architettoniche, interventi di bonifica dell’amianto, opere di messa in sicurezza degli ambienti al fine di evitare gli infortuni domestici, interventi finalizzati alla cablatura degli edifici interventi finalizzati alla riduzione dell’inquinamento acustico, interventi finalizzati al conseguimento del risparmio energetico, opere volte all'adozione di misure di sicurezza antisismica degli edifici, lavori finalizzati alla prevenzione di atti illeciti.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di ottenimento ed eventualmente di perdita della detrazione IRPEF, rimandiamo all'articolo "Detrazioni ristrutturazioni: tutto quello che devi sapere".
Bonus famiglia per il risparmio energetico delle abitazioni
Come per i lavori di manutenzione e restauro delle abitazioni, anche per gli interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza energetica è possibile fruire di detrazioni fiscali. Si tratta di un'agevolazione che consente ai cittadini di usufruire di detrazioni fiscali dall'IRPEF o dall'IRES. Le detrazioni, ripartite in 10 rate annuali, sono accordate fino al 65% della spesa complessivamente sostenuta. Anche questa forma di bonus famiglia dovrebbe essere estesa al 2018.
Chi può beneficiare delle detrazioni
Possono beneficiare delle detrazioni tutti i contribuenti che possiedono (a qualsiasi titolo) l’immobile, quindi persone fisiche come condomini e inquilini, professionisti e artigiani, società ed enti pubblici e privati a patto che non svolgano attività commerciali.
Per quali lavori si possono richiedere le detrazioni
È possibile richiedere le detrazioni sull’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, l’isolamento delle pareti, l’installazione impianti di climatizzazione invernale, la coibentazione di sottotetti, l’installazione di infissi che migliorano l’efficienza energetica dell’edificio, l’installazione di pellicole filtranti su infissi e finestre già esistenti. Il limite massimo delle detrazioni varia rispetto al tipo di lavoro che viene richiesto, per esempio ammonta a 100.000,00 euro per la riduzione del fabbisogno energetico del riscaldamento, mentre si limita, si fa per dire, a 60.000,00 euro per i lavori concernenti l’istallazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e per le opere di miglioramento termico riguardante la sostituzione di finestre, infissi e pavimenti. Il limite massimo per i lavori che implicano la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale invece, ammonta a 30.000,00 euro.
Le spese coperte dalle detrazioni fiscali
Nonostante i limiti monetari ai quali bisogna attenersi durante la realizzazione dei lavori siano rappresentati da cifre molto alte, questo non garantisce che tutte le spese siano sostenibili e rientrino nelle prerogative delle agevolazioni statali. Le uniche tipologie di spese approvate ai fini della detrazione sono:
- quelle relative ai lavori edili connessi all’intervento;
- quelle relative al lavoro dei professionisti impiegati per la realizzazione e certificazione della miglioria apportata all’impianto energetico.
Per conoscere le modalità di fruizione di tali detrazioni e la modulistica da produrre e presentare per ottenerle, leggi il posto "Riqualificazione energetica e detrazioni fiscali".
Bonus famiglia per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici
Un’altra importante detrazione dall’IRPEF in vigore fino al 31 dicembre 2017 (ma quasi certamente estesa al 31.12.2018) riguarda l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe A+. Tale detrazione ammonta al 50% ed è fruibile su una spesa massima di 10.000,00 per ogni abitazione. Come nei casi precedenti la detrazione è divisa in 10 rate annuali.
Le condizioni per ottenerla
Per ottenere questo importante aiuto da parte dello Stato sono richieste delle condizioni ben precise:
- mobili ed elettrodomestici devono arredare un immobile che è stato sottoposto ad interventi di ristrutturazione, manutenzione o restauro che a loro volta diano diritto alla detrazione del 50%. L'acquisto di mobili ed elettrodomestici non è esclusivamente riservato a quegli ambienti domestici in cui è stata operata la ristrutturazione. Per intenderci si può acquistare un salotto nuovo pur avendo ristrutturato il bagno;
- l’immobile deve aver subito un vero e proprio intervento di ristrutturazione, piccole modifiche non sono sufficienti all’ottenimento della detrazione;
- la data di inizio lavori deve essere anteriore a quella di acquisto dei nuovi mobili e/o elettrodomestici.
Quando non è ammessa
Per mobili ed elettrodomestici si intendono armadi, letti, tavoli, sedie, divani, frigoriferi, lavatrici e simili. I complementi d’arredo e gli infissi non sono considerati tali, per cui non è ammessa detrazione sulle spese riguardanti:
- l’acquisto di porte, finestre, tendaggi, pavimenti, parquet ed altri complementi d’arredo quali lampade, cuscini, ecc…
- l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di seconda mano, siano essi provenienti da mercatini, negozi o privati.
Le modalità per ottenere il bonus sono descritte nell’articolo "Bonus mobili 2017: in cosa consiste e come beneficiarne".
Bonus famiglia sui mutui prima casa
Istituito dalla Legge di Stabilità del 2015, il Fondo di Garanzia Mutui “Prima Casa”, che ha sostituito il Fondo “Giovani Coppie”, concede una garanzia da parte dello Stato, nella percentuale massima del 50%, sulla quota capitale del mutuo da utilizzare per acquistare o effettuare interventi di ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica di immobili da adibire ad abitazione principale. Ne hanno diritto:
- Giovani coppie (uno dei due componenti deve avere meno di 35 anni)
- Famiglie composte da un solo genitore con figli minorenni
- Giovani di età inferiore ai 35 anni con rapporto di lavoro atipico
- Conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari
Per presentare domanda di accesso al fondo è obbligatorio che il mutuo sia inferiore a 250.000,00 euro e l’immobile non rientri nelle categorie catastali A1, A8 e A9 e che comunque non presenti le caratteristiche di un’abitazione di lusso. Inoltre è necessario che il richiedente non sia proprietario di altri immobili al momento della domanda.
La domanda deve essere inoltrata alla banca o all’intermediario finanziario aderente all’iniziativa. Quest’ultimo, dopo averne accertata la regolarità, la invia alla Consap, società che gestisce il fondo. Qui alla richiesta verrà numerata prima di verificare la disponibilità del fondo e sarà comunicata al richiedente entro 20 giorni dall’approvazione. È possibile scaricare il modulo di domanda direttamente dal nostro sito.
Tutti gli approfondimenti in questo articolo: "Con il Fondo di Garanzia è più facile ottenere un mutuo".
Restando in tema di mutui sulla prima casa, c'è da ricordare che in caso di difficoltà nel pagamento delle rate (il ritardo non deve essere superiore a 90 giorni consecutivi) c'è la possibilità di attingere ad uno speciale Fondo di solidarietà e beneficiare in questo modo di una sospensione delle rate del mutuo per un periodo massimo di 18 mesi. Le condizioni per poter beneficiare di questo Fondo sono legate alla cessazione del rapporto di lavoro subordinato (contratti a tempo indeterminato, determinato) o parasubordinato (di agenzia o rappresentanza commerciale); o alla morte o al riconoscimento di un grave handicap all’interno del nucleo familiare. Tali situazioni devono essere state verificate dopo la firma del contratto e nei tre anni che hanno preceduto la richiesta di accesso al Fondo.
Per poter beneficiare dell'agevolazione l'mmobile deve trovarsi obbligatoriamente in territorio italiano e deve costituire l'abitazione principale del soggetto richiedente. In caso di morte del mutuatario, la richiesta può essere presentata dal cointestatario del mutuo o dall’erede subentrato che presenta i medesimi requisiti di accesso.
Si può richiedere l’accesso al fondo per tutti gli immobili che non rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9 e che comunque non presentano le caratteristiche di un’abitazione di lusso. Sempre ai fini dell’accesso, il mutuo non deve essere superiore a 250.000,00 euro mentre l’ISEE dichiarato non deve superare i 30.000,00 euro.
Inoltre, il mutuo deve essere stato dichiarato “in corso di ammortamento” almeno un anno prima della presentazione della richiesta. Per sapere come richiederne l'accesso, non devi far altro che leggere "Mutui prima casa: quando e come chiedere la sospensione delle rate".
Bonus famiglia per la cultura
Si tratta di un bonus del valore di 500 euro che i diciottenni (nati nel 1999) possono utilizzare per acquistare libri, andare al cinema, assistere a rappresentazioni teatrali o concerti, entrare in musei o aree archeologiche. Se ne può fare richiesta fino al 30 Giugno 2018, mentre il bonus è spendibile fino al 31 Dicembre 2018. Per fare il tutto occorre utilizzare la piattaforma informatica dedicata www.18App.it, ma soprattuto leggere quanto abbiamo scritto nell'articolo "Bonus Cultura: 500 euro da spendere per i giovani".
Bonus famiglia per l'elettricità
Un altro importante strumento di aiuto alle famiglie italiane è rappresentato dal bonus elettricità che ha lo scopo di alleggerire la spesa dell’energia elettrica a quelle famiglie numerose e che versano in situazioni di forte disagio economico.
Chi ne ha diritto
Hanno diritto al bonus gli intestatari di un contratto di fornitura elettrica a fini domestici e per la sola abitazione di residenza, con potenza impegnata fino a 3 kW o fino a 4,5 Kw, appartenenti ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 8.107,50 euro oppure ad un nucleo familiare con più di 3 figli a carico e con ISEE non superiore a 20.000 euro.
Inoltre hanno diritto al bonus elettricità per disagio fisico tutte quelle famiglie in cui vive un soggetto gravemente malato e costretto ad utilizzare apparecchiature necessarie per manterlo in vita. In questo caso specifico è obbligatorio presentare il certificato della ASL che attesta la necessità di utilizzare l’apparecchiatura, il tipo di apparecchio utilizzato, la data in cui è cominciato l’utilizzo e l’indirizzo presso cui esso si trova.
Quanto vale
Il valore del Bonus varia dipendentemente dal numero dei componenti della famiglia. Per l’anno in corso sono previsti 112 euro per una famiglia di 1 o 2 persone, 137 euro per una famiglia di 3 o 4 persone, 165 euro per una famiglia con più di 4 persone. Tale Bonus ha durata annua.
Cosa fare per richiederlo
Dopo aver compilato l'apposita modulistica scaricabile gratuitamente dall'articolo "Bonus elettrico, come ottenere lo sconto in bolletta", occorre consegnarla presso il proprio Comune di residenza o nelle sedi degli istituti designati dal comune stesso.
Bonus famiglia per il gas
Esattamente come il bonus elettricità, il bonus per l'utilizzo domestico del gas naturale è un'iniziativa a sostegno alle famiglie italiane introdotta dal Ministero dello Sviluppo economico secondo le modalità definite dall'Autorità per l'energia elettrica ed il gas e con la collaborazione dei Comuni italiani.
Chi he ha diritto
- richiedenti che appartengono ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 8.107,50 euro;
- richiedenti che appartengono ad un nucleo familiare con più di 3 figli a carico e con ISEE non superiore a 20.000 euro;
- richiedenti con misuratore gas di classe non superiore a G6.
Quanto vale il bonus
Il bonus gas è soggetto ad alcune variabili come la zona climatica (diverse esigenze di riscaldamento), la tipologia di utilizzo (cottura cibi + acqua calda, solo riscaldamento, cottura cibi + acqua calda + riscaldamento), e il numero di persone residenti nella medesima abitazione, quindi appartenenti ad un'unica utenza. Senza scendere troppo nei dettagli possiamo dire che l'importo del bonus varia da un minimo di 33 euro, se l'utilizzo del gas è destinato solo all'acqua calda e alla cottura dei cibi, fino ad un massimo di 205 euro, se impegnato per i servizi già elencati più il riscaldamento dell’abitazione. Per le famiglie numerose (più di 4 componenti) gli standard si alzano, partendo da un minimo di 53 euro ad un massimo di 297 euro.
Come richiederlo
Per richiedere il bonus è necessario compilare la modulistica che troverai nel nostro sito seguendo le indicazioni presenti nell’articolo: "Bonus gas 2018: quanto vale e come fare domanda".
Bonus famiglia per contrastare povertà ed esclusione sociale
Si chiama Reddito di Inclusione (REI) ed è una misura operativa dal 1° Gennaio 2018. Si tratta di una nuova prestazione di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. L'assegno mensile varia da 187,50 a 485,41 euro, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare richiedente. Al beneficio economico (erogato con una carta di pagamento elettronica) si aggiunge una serie di servizi alla persona con la finalità di favorire il reinserimento sociale e lavorativo.
Chiaramente occorre essere in possesso di determinati requisiti in termini di ISEE (6.000 euro) e ISR (3.000 euro). Non solo: occorre disporre di un patrimonio immobiliare (con esclusione della casa di abitazione) non superiore a 20.000 euro e di un patrimonio mobiliare (conti correnti, titoli di stato, buoni postali, azioni, polizze, ecc.) il cui valore deve essere compreso in una fascia che va da 6.000 a 10.000 euro a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare.
Per la presentazione della domanda l'Inps molto presto renderà disponibile la relativa modulistica; nel frattempo puoi approfondire tutti gli aspetti di questa misura leggendo "Reddito di inclusione: cos’è e come funziona".
Bonus famiglia per figli nati o adotatti
Si tratta di un particolare strumento messo in campo dal Governo che riconosce un bonus di 80 euro al mese alle famiglie in condizioni di disagio economico che hanno avuto o avranno un figlio nel periodo tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. L’assegno verrà dato alla famiglia beneficiaria dal mese di nascita fino al terzo anno di vita del bambino.
Per ricevere i bonus è necessario avere una dichiarazione ISEE inferiore a 25mila euro; inoltre se l’ISEE è inferiore ai 7.000,00 euro annui il bonus sarà raddoppiato (160 euro anziché 80). Attenzione: i redditi di entrambi i genitori devono essere relativi all'anno solare precedente a quello di nascita del bebè. Possono beneficiarne cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno regolare e di lungo periodo.
Le famiglie che volessero ottenere il bonus bebè devono presentare all’Inps l’apposita domanda subito dopo la nascita del bambino. Questo è il Modello di Richiesta del Bonus Bebè. La richiesta può essere effettuata anche online, seguendo questo percorso sul sito dell'Inps: Servizi per il cittadino -> Autenticazione con PIN –> Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito –> Assegno di natalità –> Bonus Bebè.
Informazioni più dettagliate sono disponibili in questo articolo: "Bonus Bebè: ecco cosa cambia".
Ma le agevolazioni non finiscono qui. Oltre al bonus bebè c'è il "Bonus Mamma Domani". Si tratta di bonus una tantum che viene riconosciuto da quest'anno alle donne che partoriscono o adottano un bambino. Una sorta di premio elargito direttamente dall'Inps in favore delle neomamme. Ha un valore di 800 euro e non concorre alla formazione del reddito complessivo.
Se vuoi scoprire quali requisiti occorre soddisfare e soprattutto cosa fare per presentare istanza di accesso al bonus, non hai che da leggere "Bonus mamma domani: confermato per il 2018 ma con una novità".
Bonus famiglia per baby sitter e asili nido
Si tratta di un contributo pensato e dedicato per favorire il rientro delle neo mamme sul posto di lavoro. Alla fine del congedo di maternità e negli undici mesi seguenti è possibile chiedere un voucher per pagare una baby sitter che si occupi del bambino in assenza dei genitori o la retta dell'asilo nido.
Il contributo può essere richiesto dalle madri lavoratrici, in alternativa al congedo parentale, dipendenti delle pubbliche amministrazioni o di privati, così come dalle mamme iscritte alla gestione separata. Voucher asilo nido anche per le lavoratrici autonome. Le lavoratrici esentate dal pagamento della retta pubblica per i servizi legati all’infanzia perdono il diritto di accedere al bonus.
In alternativa ai mesi di congedo parentale, il bonus viene erogato per un periodo massimo di sei mesi, con un contributo massimo di 600 euro mensili.
Se il Bonus viene utilizzato per pagare una baby sitter, esso sarà erogato attraverso il sistema dei voucher o buoni lavoro, mentre se viene utilizzato per pagare la retta dell'asilo nido, il bonus verrà erogato direttamente dall'Inps alla struttura prescelta fino ad un massimo di 600,00 euro mensili. È possibile richiedere il contributo per più di un bambino a famiglia.
La madre lavoratrice è tenuta a ritirare i voucher presso la sede provinciale INPS entro 120 giorni dalla comunicazione che attesta, tramite canali telematici, l'avvenuta accettazione della domanda. Nel caso in cui il contributo statale si concretizza tramite il voucher, la madre lavoratrice, prima dell’inizio della prestazione, è tenuta a comunicare all’Inps/Inail il proprio codice fiscale, il codice fiscale del prestatore, il luogo di svolgimento della prestazione e le date presunte di inizio e di fine dell'attività lavorativa. Ella può operare attraverso vari canali:
- utilizzando il contact center Inps/Inail (tel. 803.164, gratuito da telefono fisso, oppure, da cellulare il n. 06164164, con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
- attraverso il sito www.inail.it /Sezione 'Punto cliente';
- recandosi presso la sede INPS.
Se vuoi saperne di più su questo particolare bonus famiglia, leggi "Bonus baby sitter e asilo nido: cosa sono e come richiederli".
A questa misura nel 2017 se ne è aggiunta anche un'altra: prende il nome di "Bonus Nido" e consiste in un contributo di 1.000 euro all'anno in favore delle famiglie italiane con figli nati o adottati dal 1° Gennaio 2016 che frequentano un asilo nido pubblico o privato o che hanno bisogno di un'assistenza domiciliare per il fatto di non poterlo frequentare. Per sapere se anche tu nei hai diritto e come fare eventualmente per presentare la domanda, non ti resta che leggere "Bonus Nido da 1000 euro: domande al via".
Bonus famiglia: assegno di maternità
L’assegno di maternità è un’agevolazione economica che possono richiedere all’Inps sia le madri lavoratrici, sia le madri disoccupate.
Due tipologie
Gli assegni di maternità possono essere erogati sia dallo Stato che dai Comuni stessi. L’assegno di maternità dello Stato è una prestazione previdenziale a carico dello Stato, mentre l’assegno di maternità dei Comuni è una prestazione assistenziale concessa dai Comuni. In entrambi i casi essa è erogata dall’Inps, ma per il caso specifico dei Comuni è necessario possedere alcuni requisiti reddituali.
L'assegno di maternità dello Stato
Si tratta di un assegno che viene concesso a madri italiane, comunitarie ed extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno, che risiedono in Italia al momento del parto. L’assegno può essere richiesto anche dal padre qualora la madre abbandoni il figlio oppure esso sia affidato esclusivamente alle cure paterne, se è affidatario preadottivo o padre adottante, non coniugato o separato, o in caso di decesso della madre naturale (o adottiva o affidataria preadottiva) e ne riconosce la paternità.
La domanda per ottenere l’assegno di maternità deve essere presentata entro 6 mesi dalla nascita del bambino o dal suo effettivo ingresso in famiglia, presentando questo modulo all’Inps di competenza. E’ necessario allegare una documentazione, per questo è possibile ricevere informazioni sul modulo stesso di domanda.
L’assegno dello Stato ammonta a 2.082,08 euro e viene erogato entro 120 giorni dalla richiesta. In caso di parto gemellare o adozioni plurime l’assegno verrà moltiplicato per il numero di bambini che fanno ingresso in famiglia.
L'assegno di maternità del Comune
Possono richiederlo solo le mamme disoccupate o casalinghe che non godono di nessuna copertura previdenziale.
Il sostegno in questo caso spetta alle donne non occupate, italiane, cittadine comunitarie o extracomunitarie in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo.
I requisiti richiesti per l’assegnazione variano in base all’ISEE che non deve superare i 16.954,95 euro.
Per effettuare la richiesta dell'assegno di maternità del Comune è necessario compilare un documento specifico disponibile presso gli uffici del Comune nel quale il richiedente risiede (qui il fac-simile) e deve essere presentato entro 6 mesi dalla nascita del bambino o dal suo effettivo ingresso in famiglia.
L’assegno di maternità del Comune viene erogato dall’Inps in un'unica soluzione ed è di 1.694,45 euro.
Maggiori informazioni potrete trovarle in questo articolo "Gli assegni di maternità: cosa sono e come farne richiesta".
Bonus famiglia: assegni familiari
Gli assegni familiari sono divisi in due grandi categorie: quelli erogati dall’Inps e quelli erogati dai Comuni.
Gli assegni familiari erogati dall’Inps vengono concessi in funzione del numero e della tipologia dei componenti della famiglia e del reddito complessivamente maturato. Possono richiederli i lavoratori dipendenti, i para-subordinati e i collaboratori domestici, i pensionati, i soggetti in mobilità, cassa integrazione o che stanno usufruendo l’indennità di disoccupazione.
La domanda va presentata al proprio datore di lavoro utilizzando il modello ANF/DIP o all’Inps nel caso in cui il richiedente sia un pensionato, un lavoratore para-subordinato, un percettore di indennità di mobilità e disoccupazione o un collaboratore domestico. All’erogazione pensa, poi, il datore di lavoro al momento della retribuzione, o l’Inps in caso di ditte fallite, titolari di prestazioni provvidenziali ed ex dipendenti in pensione.
Gli assegni familiari erogati dai Comuni sono comunque pagati dall’Inps, ma vengono concessi solo per le famiglie che hanno almeno tre figli minori e che dispongono di redditi limitati. Ne hanno diritto:
- i nuclei familiari di cittadinanza italiana, comunitaria o extracomunitaria in possesso di diritto di soggiorno di lungo periodo o permanente;
- quelle famiglie composte da almeno un genitore e tre figli naturali minori conviventi;
- quelle famiglie con un ISEE inferiore per il 2015 a 8.555,99 euro.
L’importo dell’assegno è pari a di 1.836,90 euro annui. La domanda deve essere presentata presso il Comune di residenza entro il 31 gennaio utilizzando uno di questi fac simile di richiesta. Ad ogni modo si fa presente che ogni Comune contempla l’adozione di un modello specifico.
Per ulteriori informazioni circa l’ottenimento degli assegni familiari potete approfondire la trattazione leggendo:
- “Assegno nucleo familiare: requisiti, tabelle e modulo di domanda”;
- “Assegni familiari dei Comuni: a chi spettano e come si richiedono”.
Bonus famiglia: assegno sociale
L’assegno sociale è un sostegno assistenziale dedicato ai cittadini che si trovano in cattive condizioni economiche ed hanno redditi inferiori alle soglie previste dalla legge.
Quali sono i requisiti per beneficiarne
Per richiedere l’assegno sociale è necessario avere determinati requisiti come:
- avere 65 anni e 7 mesi di età;
- essere in uno stato di bisogno economico;
- possedere la cittadinanza italiana;
- essere iscritto all'anagrafe del comune di residenza (in caso di cittadini comunitari);
- avere un permesso di soggiorno di lungo periodo (in caso di cittadini extracomunitari);
- avere una residenza effettiva e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale;
- non possedere reddito superiore a 5.830,76 euro nell’anno 2015.
A quanto ammonta
L'importo dell'assegno è pari a 448,07 euro per tredici mensilità. Per l'anno 2017 il limite di reddito è pari a 5.824,91 euro annui e 11.649,82 euro, se il soggetto è coniugato.
I soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell'assegno, hanno diritto all'assegno in misura intera. Coloro, invece, che risultano non coniugati e che hanno un reddito inferiore all'importo annuo dell'assegno così come coloro che hanno un reddito familiare compreso tra l'ammontare annuo dell'assegno e il doppio dell'importo annuo dell'assegno, hanno diritto all'assegno in misura ridotta.
L'assegno non è soggetto alle trattenute IRPEF.
Come richiederlo
Per ottenere l'assegno sociale è necessario compilare e inviare all'Inps questo modulo e la dichiarazione dei redditi esclusivamente per via telematica. In alternativa, si può fare la domanda tramite:
- Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
- gli enti di patronato e gli intermediari dell'Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
Se vuoi saperne di più leggi questo articolo: "Assegno sociale 2018: requisiti, importo e modulo di domanda".