Assunzione giovani genitori: quali benefici per l'azienda
Il bonus Giovani Genitori, un incentivo di 5.000 euro che la legge riconosceva a quei datori di lavoro che assumevano a tempo indeterminato giovani che avevano meno di 36 anni e con uno o più figli minorenni a carico anche adottivi, è scaduto il 31 Dicembre 2023. Dal 2024 torna ad essere operativa la misura che prevede un esonero del 50% della contribuzione, nel limite massimo di 3.000 euro annui, a favore di quei datori di lavoro che assumono giovani under 30 che non hanno mai avuito un contratto a tempo indeterminato. L'esonero è previsto per un massimo 3 anni.
Bonus Giovani Genitori: a quanto ammontava
L'assunzione a tempo indeterminato di un genitore precario o disoccupato con un'età inferiore a 36 anni si traduceva, per i datori di lavoro, in uno sgravio contributivo di 5.000 euro, che andava a compensare i contributi erogati mensilmente dall’azienda. Quest’ultima, poi, doveva provvedere ad indicare il conguaglio nella dichiarazione UniEmens. L’incentivo era concesso una tantum, ossia una sola volta. L'obiettivo del bonus era chiaro: ridurre il tasso di disoccupazione giovanile che nel nostro paese ha raggiunto livelli molto alti.
L'agevolazione poteva essere concessa per un massimo di 5 assunzioni/trasformazioni, il che significava che ogni datore di lavoro poteva beneficiare al massimo di un importo pari a 25.000 euro. L’agevolazione era soggetta al regime di aiuti de minimis.
Il bonus giovani genitori era cumulabile con altri bonus in vigore nel periodo ed era riconosciuto all’azienda in quote mensili di valore non superiore alla retribuzione del dipendente.
Bonus Giovani Genitori: requisiti per l'accesso
Attraverso una propria circolare l’Inps aveva indicato i termini e i requisiti da possedere per accedere al bonus. In particolare era necessario che i Giovani Genitori risultassero:
- di età non superiore ai 35 anni, con figli minorenni nel proprio nucleo familiare;
- precari o disoccupati;
- iscritti alla banca dati per l’occupazione dei giovani genitori istituita presso l’Inps e attivata dal Ministero della gioventù.
Chi poteva iscriversi alla banca dati dell'Inps e come
Coloro che volevano iscriversi alla banca dati e richiedere il Bonus Giovani Genitori dovevano dimostrare di avere una condizione lavorativa tra le seguenti:
- contratto a tempo determinato;
- contratto di somministrazione;
- contratto di lavoro intermittente o a chiamata;
- contratto di lavoro occasionale di tipo accessorio;
- contratto di lavoro a progetto (attenzione stipulato prima del 25 giugno 2015, quindi precedentemente all’entrata in vigore del Decreto Legislativo n.81/2015, che vieta la firma di contratti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto).
oppure essere disoccupati iscritti al Centro per l’impiego a cui era stato riconosciuto lo stato di disoccupazione a termine di un rapporto di lavoro precario.
L’iscrizione presso la Banca Dati Giovani Genitori INPS si poteva effettuare direttamente online: era sufficiente avere lo SPID (oppure CIE o CNS) per accedere al sito ufficiale dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale e seguire il percorso fascicolo previdenziale del cittadino > comunicazioni telematiche > invio comunicazioni > iscrizione banca dati giovani genitori.
Bonus Giovani Genitori: quali aziende ne avevano diritto
L'incentivo Giovani Genitori poteva essere richiesto solo da aziende private, società cooperative e tutti i datori di lavoro che dimostrassero l’assunzione di un genitore precario o disoccupato under 36.
Le imprese dovevano dimostrare:
- di essere in regola con il DURC, documento unico per la regolarità contributiva e previdenziale;
- di non aver effettuato nei 6 mesi precedenti la domanda dell'incentivo, licenziamenti per la riduzione di personale o per giustificato motivo oggettivo;
- di aver effettuato riduzioni dell'orario di lavoro o sospensione dell'attività per i seguenti motivi: crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione;
- di aver assunto in precedenza almeno 5 dipendenti con la stessa agevolazione.
Attenzione: il lavoratore per il quale veniva richiesto il Bonus Giovani Genitori non doveva essere stato licenziato dalla stessa azienda o da impresa ad essa collegata nei 6 mesi che precedevano l’assunzione.
L’azienda può sapere se aveva diritto o meno al diritto al bonus di un dato lavoratore accedendo direttamente al sito INPS, entrando nella banca dati e identificandolo attraverso il suo codice fiscale.
Bonus Giovani Genitori: cosa doveva fare l'azienda richiedente
Per fruire dello sgravio contributivo concesso dall’Inps in seguito all’assunzione di un giovane genitore, l’azienda doveva:
- rendere ufficiale l'assunzione attraverso l'invio della Comunicazione Obbligatoria (CO), tramite il modello Unilav, indicando il codice agevolazione Giovani Genitori;
- compilare il modulo domanda sul sito INPS nella sezione Servizi per le aziende ed i consulenti > Cassetto Previdenziale > Comunicazioni Online, e selezionare la comunicazione con il codice “GIOV-GE”. Una volta completato questo passaggio, il sistema forniva al datore di lavoro il codice di autorizzazione “4M” valido per 13 mesi e, attraverso cui l'INPS provvedeva ad effettuare il conguaglio dei contributi con il bonus di 5.000 euro.