Denuncia lavoro nero Ispettorato del Lavoro
E' possibile segnalare il lavoro nero alla Guardia di Finanza, attraverso la compilazione di un apposito modello, e all'Ispettorato del Lavoro competente per territorio, recandosi personalmente allo sportello oppure inviando una lettera tramite raccomandata AR o PEC.
Denuncia lavoro nero: Ispettorato del lavoro
Nonostante sia perseguibile per legge qualsiasi forma di lavoro in nero, in Italia purtroppo continua ad infoltirsi la schiera di occupati irregolari che spesso e volentieri si accontentano di lavorare in nero piuttosto che non lavorare affatto. Tante le infrazioni rilevate: mancanza di un regolare contratto scritto, mancato rispetto dei livelli minimi salariali, versamenti fuori busta, mancato rispetto dell'orario di lavoro, scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, impiego di personale extracomunitario senza regolare permesso di soggiorno, impiego di donne madri non opportunamente tutelate.
E' superfluo evidenziare che in presenza di lavoro in nero il lavoratore non può contare su tutta una serie di diritti e tutele: dal versamento dei contributi alle ferie, dalla 13esima mensilità all'indennità di malattia, dal TFR ai permessi lavorativi. Ma il lavoro nero produce anche altri effetti: causa l'evasione fiscale, incentiva l'immigrazione clandestina, rende precario il mondo del lavoro.
Ora i lavoratori devono sapere che possono denunciare le irregolarità riscontrate sul luogo di lavoro attraverso varie modalità, anche in forma anonima.
La prima cosa da fare è denunciare la propria condizione all'Ispettorato del Lavoro che ha sede presso la Direzione Principale del Lavoro competente. Sul sito istituzionale è possibile prendere nota degli indirizzi e dei recapiti di tutte le sedi territoriali.
All'Ispettorato è necessario presentare:
- data di inizio e fine dell’attività lavorativa;
- orari di lavoro;
- retribuzione percepita;
- tipo di mansioni svolte durante l’orario di lavoro.
In questi casi è consigliato farsi seguire da un avvocato, magari esperto in materia. Quando ciò non è possibile ci si può rivolgere all’ufficio vertenze di un sindacato (dopo aver effettuato l’iscrizione) ed effettuale una vertenza sindacale. A questo punto sarà quest’ultimo a contattare il datore di lavoro facendo presente la situazione di irregolarità, intervenendo mediante la conciliazione, ovvero una contrattazione pacifica a fini risolutori.
Se il datore di lavoro accetta quanto pattuito dalla conciliazione, il lavoratore verrà informato dal sindacato circa gli esiti positivi dell’accordo, al contrario, quando la controversia non può essere risolta bonariamente, la pratica passa nelle mani dei legali di competenza del sindacato e si avvia un processo presso il Giudice del Lavoro.
Denuncia lavoro nero Guardia di Finanza
Poiché dal lavoro nero scaturisce un danno anche alle casse dell'erario, il lavoratore irregolare può denunciare la sua condizione anche presso la Guardia di Finanza. In questo caso ci si può servire di questo
predisposto dalla stessa Guardia di Finanza.
Come dimostrare il lavoro nero
Nel caso in cui un lavoratore in nero voglia denunciare la propria situazione lavorativa deve avvalersi di prove documentali in grado di dimostrare effettivamente l'illecito subito: rapporti di lavoro che testimoniano inequivocabilmente l'attività prestata, ricevute di pagamento, ordini di servizio, registrazioni vocali e/o video, testimonianze di colleghi, cartellini timbrati, dichiarazioni su permessi concessi o straordinari effettuati e via discorrendo.
Lavoro nero: sanzioni
Con l’attuazione del Jobs Act è in atto una radicale riforma delle sanzioni previste per i datori di lavoro che assumono personale con contratto irregolare.
Sanzione a scaglioni
La maxi sanzione per il lavoro nero del 2015 (che prevedeva sanzioni dipendenti dal numero di giorni effettivi di lavoro in nero) verrà sostituita dalla cosiddetta “sanzione a scaglioni” che prevede multe di diverso importo dipendentemente dall’entità e quindi dalla gravità dell’illecito.
In particolare sono previste sanzioni
- da 1.500,00 a 9.000,00 € per l’impiego del lavoratore fino a 30 giorni;
- da 3.000,00 a 18.000,00 € per l’impiego di un lavoratore da 31 a 60 giorni;
- da 6.000,00 a 36.000,00 € per l’impiego di un lavoratore da oltre 60 giorni.
Diffida
E' previsto anche lo strumento della diffida, che consente la riduzione delle sanzioni rivolte al datore di lavoro se quest’ultimo si impegna a regolarizzare il contratto e le condizioni di lavoro del dipendente.
A questo proposito è necessario che vi siano delle condizioni particolari:
- il lavoratore deve essere ancora in servizio presso il datore di lavoro al momento dell’accertamento;
- il lavoratore dovrà essere assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato full-time o part-time con riduzione dell’orario lavorativo non superiore al 50% rispetto al tempo pieno o con contratto a tempo determinato con durata non inferiore a 3 mesi;
- il lavoratore dovrà obbligatoriamente essere assunto dallo stesso datore di lavoro per un tempo non inferiore a 3 mesi;
- tale regolarizzazione, il pagamento delle sanzioni, dei contributi e dei premi deve avvenire entro e non oltre 120 giorni dall’accertamento.
Orario di lavoro
Anche per quanto riguarda l’orario di lavoro sono state introdotte nuove sanzioni. A questo proposito sono previste multe
- da 100 a 750 € per le violazioni che coinvolgono fino a 5 lavoratori (verificate in meno di 3 periodi di riferimento);
- da 400 a 1.500,00 € per le violazioni che coinvolgono da 6 a 10 lavoratori (o almeno 3 periodi di riferimento);
- da 1.000,00 a 5.000,00 € per le violazioni che riguardano più di 10 lavoratori (o almeno 5 periodi di riferimento).
Sospensione attività imprenditoriale
Ad inasprire le sorti dei datori di lavoro che assumono personale “in nero” è stata introdotta la modifica al provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Per ottenere la revoca della sospensione l’imprenditore deve pagare almeno il 25% della somma dovuta mentre il residuo dovrà essere estinto entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda di revoca, con una maggiorazione del 5%.
Sanzioni LUL
Per la registrazione inesatta o mancata dei dati che determinano importi di retribuzione e contributi inesatti, sono previste sanzioni amministrative variabili
- da 150 a 1.500,00 €; da 100 a 600 euro per la mancata conservazione del LUL (Libretto unico del Lavoro);
- da 500 a 3.000,00 € se l’inadempienza coinvolge più di 5 lavoratori per un periodo di almeno 6 mesi;
- da 1.000,00 a 6.000,00 € se coinvolge più di 10 lavoratori per un periodo di almeno 12 mesi;
Prospetto paga
Nel caso in cui il lavoratore riceva in ritardo la busta paga o non la riceva affatto, il datore di lavoro andrà incontro a sanzioni
- da 150 a 900 euro;
- da 600 a 3.600,00 € se sono coinvolti più di 5 lavoratori o si verifica in un lasso di tempo superiore a 6 mesi;
- da 1.200,00 a 7.200,00 € se coinvolge più di 10 lavoratori o si protrae per più di 12 mesi.