Comunione o separazione dei beni: pro e contro
Quando si parla di regime patrimoniale coniugale il riferimento è a quelle insieme di regole e principi che regolano i rapporti patrimoniali tra i coniugi. Si parla in proposito di comunione o separazione dei beni tra coniugi. Con la riforma del diritto di famiglia del 1975 (legge 151/1975 articolo 228) è stato previsto quale regime patrimoniale legale la comunione dei beni. Questo significa che qualora i coniugi non effettuano alcuna scelta, la comunione legale dei beni è il regime patrimoniale che si applica automaticamente. In pratica i risparmi e i beni conseguiti in costanza di matrimonio, saranno di proprietà di entrambi e in parti uguali.
- In cosa consiste la comunione legale dei beni
- Cosa non rientra nella comunione dei beni?
- Si possono escludere dei beni dalla comunione?
- Quando si scioglie la comunione dei beni?
- In cosa consiste la separazione dei beni
- In regime di separazione come dimostrare la proprietà di un bene?
- Quando e come si può scegliere la separazione dei beni
- Se si sceglie la separazione è possibile possedere beni in comune?
- In cosa consiste la separazione giudiziale dei beni
- Separazione dei beni e successione
- Separazione dei beni e debiti
- Separazione dei beni dopo le nozze
- Comunione o separazione dei beni: cosa conviene?
- Modulistica per comunione o separazione dei beni
In cosa consiste la comunione legale dei beni
Come si è detto fanno parte della comunione legale tutti quei beni che sono stati acquistati congiuntamente o separatamente dai coniugi dopo il matrimonio.
In particolare ricadono in comunione i risparmi accumulati dai coniugi, gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio (auto, immobili, arredi, televisore, ecc.), le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio, gli utili ed incrementi di azienda di proprietà di uno solo dei coniugi anteriormente al matrimonio, ma gestita da entrambi.
Cosa non rientra nella comunione dei beni?
Non rientrano nella comunione i beni:
- di uso strettamente personale di ciascun coniuge (l'anello, l'orologio, la collana, ecc.);
- di cui prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento (es. usufrutto);
- che uno dei due coniugi acquisisce successivamente al matrimonio per effetto di una donazione o di una successione, se nei rispettivi atti non è specificato che essi sono attribuiti alla comunione;
- che servono all'esercizio della professione personale di ciascun coniuge;
- ottenuti a titolo di risarcimento del danno, nonché la pensione attinente alla perdita parziale o totale della capacità lavorativa;
- acquistati con il prezzo del trasferimento di altri beni personali o con il loro scambio, purché espressamente dichiarato.
Si possono escludere dei beni dalla comunione?
Si. È bene sapere che se i coniugi hanno optato per l'applicazione del regime della comunione, possono sempre decidere di tener fuori dalla stessa determinati beni acquistati nel corso del matrimonio.
Ad esempio i coniugi possono decidere che l'immobile acquistato da uno dei coniugi per l'esercizio della propria attività professionale non entri a far parte della comunione dei beni; in tal caso però è necessario che l'altro coniuge dichiari espressamente nell'atto di compravendita che quel determinato immobile non rientra appunto nella comunione.
Quando si scioglie la comunione dei beni?
La comunione si scioglie
- per morte
- per dichiarazione di morte o di assenza presunta di uno dei coniugi
- a seguito di separazione o divorzio
- per annullamento del matrimonio
- per accordo convenzionale di abbandono del regime di comunione legale (leggi "Modifica regime patrimoniale coniugi: da comunione a separazione")
- per separazione giudiziale dei beni.
In cosa consiste la separazione dei beni
Secondo la legge oggi in vigore, i coniugi hanno la possibilità di derogare al regime della comunione legale e optare per la separazione dei beni, con la conseguenza che ciascun coniuge rimarrà titolare esclusivo dei propri risparmi, dei propri beni e di ogni acquisto effettuato prima e durante il matrimonio.
Tuttavia l’altro coniuge, pur non avendone la proprietà, ha il diritto di godimento sui beni dell’altro (ad esempio l’automezzo, il personal computer, la tv, ecc.).
In regime di separazione come dimostrare la proprietà di un bene?
La titolarità esclusiva dei risparmi o di qualsiasi altro bene può essere dimostrata con ogni mezzo da parte di ciascun coniuge.
Tuttavia se sorgono dei contrasti tra i coniugi perché magari sono trascorsi tanti anni dall’acquisto e non c’è un documento che ne provi in qualche modo la proprietà (si pensi ad esempio all'acquisto di uno smartphone), si presume che la proprietà sia di entrambi in parti uguali.
Quando e come si può scegliere la separazione dei beni
La separazione dei beni è una scelta alternativa che i coniugi possono adottare congiuntamente nei seguenti casi:
- prima del matrimonio, davanti ad un notaio stipulando un atto pubblico. Su Moduli.it è possibile visionare un fac simile di atto di costituzione della separazione dei beni fra coniugi. In questo caso l’atto deve essere trasmesso all’Ufficiale di Stato Civile al momento della celebrazione o della trascrizione del matrimonio;
- durante il matrimonio con apposita dichiarazione al celebrante (parroco o ufficiale di stato civile). Questo il fac simile di dichiarazione regime patrimoniale;
- dopo il matrimonio, sempre in presenza di un notaio con conseguente annotazione a margine dell’atto di matrimonio. Vi offriamo un fac simile di atto di modifica del regime patrimoniale.
Se si sceglie la separazione è possibile possedere beni in comune?
Anche se i coniugi hanno scelto il regime della separazione, possono comunque decidere di possedere determinati beni in comune. Ad esempio i coniugi in regime di separazione possono decidere di rilevare in comune un'attività commerciale o di acquistare in comproprietà un immobile a scopo di investimento.
In questi casi gli atti di acquisto dovranno essere sottoscritti da entrambi i coniugi che così diventano comproprietari del bene, ciascuno per una quota, che non necessariamente deve essere paritaria.
In cosa consiste la separazione giudiziale dei beni
Si può avere una separazione dei beni anche in situazioni in cui non c'è una espressa volontà dei coniugi, ma piuttosto un'azione giudiziale.
In particolare la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata dal giudice in caso di
- interdizione o di inabilitazione di uno dei coniugi;
- incapacità o cattiva condotta tenuta da uno dei coniugi nell'amministrazione dei beni, tale da mettere a repentaglio gli interessi dell'altro o dell'intera famiglia;
- mancata o insufficiente contribuzione da parte di uno dei coniugi al soddisfacimento dei bisogni della famiglia in misura proporzionale alle proprie disponibilità finanziarie e capacità di lavoro.
Il giudice competente in questi casi è il tribunale ordinario del luogo di residenza dei coniugi.
Separazione dei beni e successione
Va detto che il regime di separazione dei beni regola i rapporti patrimoniali tra i coniugi fino a quando gli stessi restano sposati e in vita, dunque la sua scelta non incide in alcun modo sul meccanismo della successione.
In altre parole ciò significa che alla morte di uno dei due coniugi, l’altro è considerato erede a tutti gli effetti, indipendentemente dal fatto che la scelta dei coniugi sia caduta sul regime della comunione o su quello della separazione.
Separazione dei beni e debiti
Se in regime di separazione dei beni uno dei coniugi lascia alla propria morte dei debiti?
In questi casi è importante stabilire se essi siano stati contratti per finalità personali (ad es. l'acquisto di un camion per l’attività) o nell’interesse della famiglia (ad es. un prestito contratto per garantire l'università al figlio). Infatti nel primo caso i debiti resteranno a carico del coniuge che li ha contratti, mentre nel secondo caso i coniugi saranno responsabili solidalmente nei confronti del creditore.
Separazione dei beni dopo le nozze
Come detto precedentemente, la regola prevista dal nostro ordinamento è la comunione legale dei beni. Tuttavia, a nozze avvenute, si può effettuare un passaggio dal regime della comunione a quello della separazione dei beni, tramite la sottoscrizione di un atto pubblico presso un notaio. Questo il fac simile di atto di modifica regime patrimoniale.
Si tratta di un’operazione piuttosto onerosa, dal momento occorre versare un’imposta sul valore dei beni divisi tra le parti e naturalmente pagare la parcella del notaio, che si aggira sui 1.500 euro.
Per questa ragione conviene sempre stabilire il regime patrimoniale prima di sposarsi. Ricordiamo che tale variazione dovrà poi essere annotata a margine dell’atto di matrimonio, depositato presso gli uffici di stato civile del comune.
Comunione o separazione dei beni: cosa conviene?
In definitiva quale regime conviene adottare? È difficile dare una risposta a priori, dal momento che sono tante le variabili che entrano in gioco: il patrimonio di ciascuno dei due coniugi, il tipo di lavoro svolto e così via. In questi casi il parere di un notaio è quanto mai prezioso.
Ciò detto, è chiaro che se entrambi i coniugi svolgono un’attività di lavoro dipendente e vantano un patrimonio sostanzialmente equivalente, allora è più facile optare per il regime della comunione.
Se, al contrario, uno dei due svolge la libera professione o gestisce un’impresa commerciale, dunque esposto al rischio di un possibile fallimento, è bene scegliere il regime della separazione così da proteggere i beni posseduti dall’altro coniuge.
In linea generale il regime della separazione dei beni agevola non poco la risoluzione di quelle controversie che potrebbero sorgere nel momento in cui due coniugi decidono di separarsi. E’ forse per questo motivo che negli ultimi anni si è registrato un significativo e costante incremento della scelta del regime di separazione dei beni?
Modulistica per comunione o separazione dei beni
Concludiamo questo post segnalando una serie di moduli che potrebbero risultarti utili: