Anno sabbatico: cos'è, come funziona

Rinaldo Pitocco - Ultimo aggiornamento: 01/05/2023

All’estero, quella dell’anno sabbatico gap year è una pratica molto diffusa e apprezzata. I lavoratori dipendenti scelgono di prendersi un periodo di tempo per dedicarsi ad attività che esulano dai loro compiti professionali. Un corso formativo, un viaggio all’estero, un periodo di volontariato possono essere delle ottime opportunità di crescita e formazione, durante le quali sospendere l’attività lavorativa per riprenderla in un secondo momento, con una ritrovata motivazione.

I motivi che possono spingere un lavoratore a chiedere un periodo di aspettativa, però, possono interessare anche questioni molto più serie, riguardanti, ad esempio, dei problemi di tipo familiare, legati alla salute di un convivente o di un parente fino al terzo grado.

Anno sabbatico, legge 53/2000

In Italia, l’anno sabbatico è disciplinato dalla legge 53/2000 designata dal Ministro Livia Turco, in difesa di "un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione". La legge consente ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, di prendersi un periodo di congedo lavorativo per motivi di tipo personale e familiare, motivi legati alla formazione e motivi di volontariato internazionale.

Più nello specifico, l’articolo 2 del decreto ministeriale 278/2000 concede l'anno sabbatico/aspettativa per problemi legati alla famiglia anagrafica del lavoratore, a disabili, parenti o affini entro il terzo grado, anche se non sono conviventi con esso. Questi motivi chiaramente devono attestare una certa gravità. Ad esempio, il congedo va concesso in caso di necessità familiari derivanti da un decesso di un convivente o un parente fino al terzo grado, in situazioni che richiedono particolare impegno e dedizione da parte del richiedente (la cura di un parente o convivente disabile, ad esempio), situazioni di disagio personale che non rappresentino una vera e propria malattia (il trattamento e la cura da una tossicodipendenza, ad esempio).

Inoltre, l’art. 2 Legge 8 marzo 2000, n. 53 afferma che “i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati possono richiedere, per gravi e documentati motivi familiari, un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a due anni. Durante tale periodo il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Il congedo non è computato nell'anzianità di servizio né ai fini previdenziali; il lavoratore può procedere al riscatto, ovvero al versamento dei relativi contributi, calcolati secondo i criteri della prosecuzione volontaria.

Anno sabbatico: come fare richiesta

Prima di scaricare il modello di richiesta anno sabbatico è bene informarti rispetto alle condizioni e ai requisiti da possedere prima di compilare la domanda. Innanzitutto possono prendersi un anno sabbatico solo i lavoratori dipendenti pubblici e privati con almeno 5 anni di anzianità maturata presso l’azienda a cui inoltrano la richiesta.

Il congedo formativo/aspettativa può avere una durata massima di 11 mesi (complessivi, quindi anche non consecutivi) e può essere richiesto una sola volta nell’arco di tutta l’attività lavorativa.

Non è possibile pensare di potersi prendere un anno sabbatico retribuito; in Italia, infatti, durante il periodo di congedo non si percepisce lo stipendio, non si accumulano i contributi pensionistici né quelli riguardanti anzianità, ferie e malattia. Il lavoratore, però, può versare autonomamente i contributi per l’anno sabbatico e, se lavora in azienda da almeno 8 anni, può far richiesta di anticipo del Tfr, che sarà corrisposto in busta paga dal mese precedente al periodo di assenza dal lavoro.

A meno che non si richieda un congedo per problemi familiari o personali, il lavoratore che intende prendersi un anno sabbatico è tenuto a comunicarlo in azienda, presso l’ufficio del personale o allo stesso datore di lavoro, con un preavviso di almeno 30 giorni. In aggiunta, egli deve occuparsi di redigere e presentare un vero e proprio “Business Plan” che includa tutte le ragioni che motivano questo tipo di richiesta e spieghi in che modo questo periodo di assenza possa, in un secondo momento, ritornare utile all’azienda.

Il datore di lavoro, infine, può decidere se concedere l’anno sabbatico al lavoratore, bocciare la richiesta, rimandarla o ripartirla in più parti. Se il lavoratore chiede l’interruzione dell’attività lavorativa per vivere un anno sabbatico all’estero, ad esempio, il datore di lavoro può controllare la veridicità di quanto attestato e lo svolgimento del programma dichiarato.

Durante il periodo di congedo dall’attività lavorativa, il richiedente non può svolgere alcun tipo di lavoro. Al contrario, il datore di lavoro può sostituire il dipendente con un’altra persona, assumendola con un contratto a termine. A tal fine, il datore di lavoro può redigere una

Anno sabbatico: cosa fare

Concedere del tempo a se stessi è un’occasione su cui riflettere attentamente. L’anno sabbatico può aiutarti a crescere professionalmente, se decidessi di frequentare un master affine alla tua formazione, o dal punto di vista umano e personale, qualora scegliessi di vivere un periodo di volontariato internazionale.

Spostarsi all’estero può aprire nuovi orizzonti e prospettive inaspettate; consulta siti che possono ispirarti, come: yearoutgroup.org, gapyear.com, gapyear.it, thecareerbreacksite.com.

Al contrario, se scegliessi di rimanere in patria per fare dei corsi di formazione, potresti consultare i progetti finanziati dalla tua Regione, dai quali potrai eventualmente ottenere dei rimborsi. In tutti i casi puoi scaricare gratuitamente il

presente sul nostro portale.

Pubblicato il 01/05/2023
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